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                                    ~                                 𝐄𝐯𝐚

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                    𝐄𝐯𝐚

Davanti alla porta di casa,avevo il cuore in tumulto.Kenan,stava lì,fermo,mentre io lottavo con i miei pensieri e le mie paure.

La fragilità del nostro rapporto mi faceva sentire come se stessi camminando su un filo sottile.

Doveva dirmi qualcosa di importante, eppure qualcosa mi bloccava.La mia mente era in subbuglio;il ricordo delle parole di Lavinia,colme di cinismo,rimbombava nelle mie orecchie.

«Forse non hai capito che non voglio sentire nulla di quello che hai da dire!» dichiarai,chiudendo la porta con un gesto deciso.

Vedendo il suo viso sparire dalla mia vista, mi accasciai contro la porta.Sentivo i singhiozzi risalire dalle viscere,liberandosi poi in un pianto incondizionato.

Era incredibile come quel momento potesse pesare così tanto.Kenan era tornato,chiaro e sincero,mentre io mi ero rifugiata nei miei timori,quell'abitudine riflessa in una fragilità che non avrei mai voluto ammettere.

Lo vidi allontanarsi verso la sua Jeep,il suo corpo slanciato in movimento e quel silenzio tra noi che mi segava l'anima.Senza pronunciare una parola,se ne andò,ed io restai lì,ad osservarlo dalla finestra,svuotata dalle emozioni.

La casa sembrava ora un carcere.Non avevo alcuna voglia di cucinare,eppure mi trovai a preparare qualcosa per me.

Jasmine non sarebbe venuta quella sera;il silenzio delle pareti rimbombava come una melodia triste.

Mentre sminuzzavo le verdure,le lacrime non smettevano di scorrere.Ogni taglio riportava alla mente ricordi di noi due,le risate,i momenti di intimità,ma anche il tormento di quel presente che mi sfuggiva.

Seduta al tavolo,davanti a un piatto vuoto,provai a gustare i bocconi.Invece,mi concentrai sulla porta che Kenan aveva sbattuto accidentalmente per la prima volta,lo stesso varco che ci aveva visti abbandonare la nostra innocenza.

Ogni dettaglio si mescolava in un vortice di emozioni:la dolcezza di un momento perduto,il rimpianto di un'azione precipitosa.L'eco delle sue parole,della sua voce,tornava a tormentarmi,urlando il mio nome in una confusione che non avrei mai voluto.

Non avendo voglia di mangiare,lasciai che i pensieri vagassero.

I piatti finirono nel lavello,mentre il mio cuore restò in sospeso.

Aprii Netflix nella speranza di trovare un modo per evadere dalla realtà,ma il primo titolo che apparve sullo schermo,mi fermò.

Era la serie che avevamo iniziato insieme,quel giorno in cui mio fratello ci scoprì.

Mi sorvolò un sorriso amaro.Ogni scena,ogni battuta riportava alla mente immagini di noi,momenti che non potevo cancellare.

Risi per un momento,ma subito il sorriso sfumò,inghiottito dalla malinconia.

Semaforo rosso | Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora