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                                     ~L'aria frizzante dell'autunno riempiva l'aula di storia contemporanea all'università

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                                     ~
L'aria frizzante dell'autunno riempiva l'aula di storia contemporanea all'università.

Seduta all'ultimo banco,con i capelli legati in una coda alta e gli occhi incollati sul quaderno,la mia mente vagava frequentemente altrove.

Un pensiero in particolare mi riscaldava il cuore.

𝐿𝑢𝑖.

All'improvviso,il telefono vibrò sul banco,interrompendo il monotono blaterare della professoressa.

Sbirciai furtivamente e sentii una scarica elettrica alla sola vista del nome di Kenan,anche se in quel momento non era il luogo adatto per esprimere la mia agitazione.

I messaggi si accumulavano,uno dietro l'altro,e quasi tutti ripetevano la stessa frase: «𝐶ℎ𝑖𝑎𝑚𝑎𝑚𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑝𝑢𝑜𝑖»

All'improvviso il mio stomaco si strinse in una morsa.Non potevo ridere,ma un sorriso mi scappò comunque,inaspettato.

"Quando puoi"?

Sì,proprio così.

Sembrava che il mio cellulare fosse letteralmente invaso dai suoi messaggi,un modo strano e divertente di tormentarmi. Non ero sicura se sentirmi infastidita o adorata da quel continuo stimolo a richiamarlo.

Decisi di alzarmi,cercando di muovermi con nonchalance verso il bagno.

Le pareti dello stesso avevano visto tante ragazze,ognuna con le proprie incertezze,ognuna con le proprie storie,compresa me.

Mentre il telefono squillava,pensai che era passata una settimana da quando avevamo chiarito.

Ricordai i miei pensieri angoscianti,il modo in cui avevo vomitato in aula quel martedì,di come mi ero sentita in quel bagno,dello sguardo di Kenan preoccupato alla vista del test.

Ma ora,sembravano tutti ricordi lontani,quasi rinchiusi in una bolla di malinconia che avevo lasciato scivolare via.

Chiusi la porta dietro di me e,in quel piccolo rifugio,il suono del mio cuore batteva al ritmo dell'attesa.

«Cosa vuoi?» dissi con tono divertito,appena mi rispose,cercando di nascondere quanto fossi emozionata.

Ricevetti un'immediata risposta in forma di una risata.Potevo quasi immaginare le sue fossette mentre sorrideva dall'altra parte del telefono.

«Voglio vederti stasera,alle otto» mi disse,come se ogni parola fosse necessariamente sussurrata nel segreto di quell'intimità che ci univa.

Il mio cuore fece un balzo.

«Che intenzioni hai?» lo provocai,il mio tono cercava di nascondere un misto di curiosità e ansia.

«Tu fatti trovare pronta» rispose,con quell'aria di sfida che conoscevo bene.

Semaforo rosso | Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora