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Quando arrivai a casa quella sera,le luci della mia camera sembravano,a differenza di oggi pomeriggio,più fredde,oscillavano come se fossero stelle lontane che non avrei mai potuto raggiungere.

Andare alla festa di Lavinia mi aveva spezzato il cuore in mille pezzi.

Mentre il vento gelido sbatteva le foglie contro la mia finestra,sentivo il peso dell'angoscia nel petto.

«Allora,Eva,stai bene?» mi chiese Jasmine,mentre mi accompagnava lungo il corridoio buio.I suoi occhi erano pieni di una preoccupazione sincera,ma io non riuscivo a rispondere.

Sentivo che ogni parola che avrei potuto pronunciare sarebbe stata inadeguata, superficiale.La verità era che mi sentivo persa.

Ricordavo chiaramente il momento in cui Lavinia si era avvicinata a me,il suo volto radioso mentre sorrideva come se volesse arruolarmi nel suo gioco.

Le sue parole erano state come un coltello che si era conficcato dritto nel mio cuore.«Gli manchi?» avevo ripetuto,cercando di mantenere un tono innocente,mentre dentro di me tutto si stava sgretolando.Lei aveva annuito,e il mio mondo era crollato.

«Eva,non dirgli niente» avevo pregato in cuor mio.

Non volevo che Kenan sapesse quanto fossi vulnerabile,quanto i miei problemi di fiducia fossero gravi,quanto mi ferisse il pensiero che,dopo tutto ciò che avevamo condiviso, potesse ancora pensare a lei.

Ma Lavinia non mi aveva dato tempo di reagire.«Lo so che stai uscendo con lui, ma...beh,a volte i cuori non ubbidiscono alla ragione»

E così,avevo scelto di andarmene,perdendo ogni briciolo di lucidità mentre Jasmine iniziò a seguirmi.La festa,le risate,la musica:tutto era diventato lontano,una melodia che non riuscivo più ad ascoltare.

«Dobbiamo parlare,Eva» disse Jasmine,con la sua dolce voce che cercava di riportarmi alla realtà mentre eravamo sedute sul divano di casa mia.«Non puoi prendere decisioni affrettate.Forse Kenan ha soltanto...bisogno di tempo»

«Tempo?» sussurrai,asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.«Cosa significa "bisogno di tempo"?Vuol dire che non gli importo abbastanza?Vuol dire che devo competere con il fantasma di Lavinia?»

Jasmine mi guardò,visibilmente afflitta. «Non puoi pensarla così,l'hai visto,l'hai sentito.Parlate ogni giorno,vi vedete!»

«Non puoi...non puoi pensare che quello che avete vissuto insieme non significhi nulla» aggiunse.

Fino a pochi giorni prima,avevo creduto che quello che stavamo costruendo fosse realmente qualcosa di reale.Credevo di star riuscendo,anche se con fatica,a fidarmi di qualcuno,per la prima volta.

La sera precedente era stata indimenticabile:la musica che pulsava nell'aria della sua macchina e i nostri corpi che erano diventati uno solo.

Ogni bacio,ogni sguardo che ci eravamo scambiati,sembrava rimanere impresso nella mia mente.

Semaforo rosso | Kenan YıldızDove le storie prendono vita. Scoprilo ora