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Era una di quelle giornate in cui il sole filtrava timidamente attraverso le tendine della mia stanza,creando un'atmosfera di calda accoglienza.Ma per me,il mondo esterno era lontano,distante.Oggi avevo deciso di restare a casa,un'idea che si era radicata nella mia mente da un paio di giorni.Non mi andava di andare all'università,di affrontare i miei compagni di corso,di simulare una normalità che sembrava così lontana dalla realtà che stavo vivendo.
A casa di Jasmine,avevo finalmente trovato il coraggio di confessare il peso che mi schiacciava.
Kenan era stato il primo a cui mi ero concessa,ci eravamo lasciati andare senza pensare alle conseguenze.Solo dopo ci eravamo accorti che non avevamo usato le precauzioni.
La sua espressione preoccupata era fissa nella mia mente:«Eva,cosa faremo adesso?»
Quella domenica,cercai di rassicurarlo,dicendogli che avrei preso la pillola del giorno dopo.
Ma ora,dopo qualche settimana,in cui mi ero mostrata a Kenan tranquilla,nonostante la precarietà di quella situazione che mi travolgeva,non riuscivo a smettere di pensare a quel momento,a quella decisione presa con così tanta leggerezza.
Ogni sintomo che avvertivo nel mio corpo sembrava amplificarsi:nausea,stanchezza, l'irrequietezza che si impossessava di me. La mia mente,in preda all'ansia,viaggiava in continuazione verso scenari inimmaginabili.
Pensavo a come sarebbe stata la mia vita se davvero fossi diventata madre;i miei sogni, le mie ambizioni,tutto messo in secondo piano.
La decisione di fare il test di gravidanza era un passo che mi spaventava.
Volevo proteggere quella fragilità che si era creata in me,la possibilità che tutto potesse andare bene.
Rimanere in quel limbo di incertezze era più facile che affrontare la verità.
Jasmine,sempre al mio fianco,mi incoraggiava a farlo.«Devi saperlo,Eva.È importante» mi ripeteva.
Io,invece,ero paralizzata dalla paura.
Paura di scoprire la verità,paura del futuro. Non ero pronta.Avevo appena iniziato l'università e pensare di dover affrontare la maternità mi sembrava un peso insostenibile.
Quella mattina,nonostante tutto,presi coraggio e mi avviai verso la farmacia,accompagnata da Jasmine,anche lei rimasta a casa,per starmi vicina.
Ogni passo mi sembrava un atto di grande audacia.Il cuore mi batteva forte e,quando finalmente arrivai al bancone,potetti sentire lo sguardo curioso del farmacista su di me.
Non solo stavo per comprare un test di gravidanza,ma stavo anche affrontando una parte di me che avevo tenuto nascosta.
Jasmine,con un gesto affettuoso,mi prese la mano,e il suo supporto mi diede un po' di forza.
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Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Romance«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...