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Kenan si allontanò,dicendo che aveva bisogno di metabolizzare tutto ciò che era successo.La porta si chiuse dietro di lui con un rumore secco,e io rimasi lì,ferma,con gli occhi fissi sulle stoviglie sparse sul tavolo.
Sentivo le lacrime scendere,la mia mente era un turbinio di pensieri.
Fino a quando,all'improvviso,quel silenzio assordante fu interrotto da un suono.
Sobbalzai.
Era il mio telefono,mi stava chiamando mio padre.
Quando risposi però,non sentii la sua voce dall'altra parte ma bensì un'altra,allegra e vivace,che per me era impossibile non riconoscere.
«Eva!Devi prepararti.Zia e zio sono a Torino e vogliono cenare con te!»
Un misto di felicità e tristezza mi colpì:avrei dovuto cenare con Kenan quella sera.
Ma d'altro canto,avere la mia famiglia vicino mi dava conforto,quello di cui avevo tanto bisogno,sopratutto in quel momento.
«Ma...I miei genitori?» balbettai,cercando di nascondere il conflitto interiore che stavo vivendo.
«Sì,sono qui!Sono venuti a trovarti!Su,muoviti!Non farli aspettare!»La voce di Diego,mio fratello,si sentiva al di sotto,mentre Edoardo continuava a parlare.
Nonostante mi sentissi intrappolata in una situazione difficile,un sorriso si affacciò sulle mie labbra.La mia famiglia era sempre stata il mio porto sicuro e sapevo che uscire con loro mi avrebbe aiutata a distrarmi.
Dopo un minuto di indecisione,decisi di prepararmi.
Indossai un maglioncino comodo e un semplice paio di jeans,poi,sopra,un cappotto che mi tenesse calda.
Il campanello suonò all'improvviso,mentre ero intenta a truccarmi.Con il cuore che batteva forte,andai ad aprire la porta.
Mi trovai davanti Diego,con la sua solita espressione scherzosa e dietro di lui,i miei genitori.
Non potendo resistere alla gioia,li abbracciai forte e sentendo il profumo familiare che mi avvolgeva,le lacrime ricominciarono a scendere veloci.«Quanto mi siete mancati»
Edoardo,che era rimasto in macchina,ci raggiunse subito dopo.«Andiamo,non possiamo fare aspettare il ristorante!Ho prenotato un tavolo speciale!» Tutti risero ed io mi sentii,anche solo per un instante,un po' più leggera.
Ci dirigemmo verso un ristorante che mio cugino conosceva bene,un luogo accogliente ma elegante,pieno di luci soffuse e profumi deliziosi.
Appena entrati,i camerieri lo salutarono come se fosse un cliente abituale.
I minuti dopo furono un susseguirsi di risate,racconti nostalgici e battute.Stavo cominciando a dimenticare la tensione di prima,ma non nel modo in cui avrei voluto.
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Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Romance«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...