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Era una notte stellata,ma il cielo sereno non rispecchiava il tumulto dentro di me.Mi feci venire a prendere da Edoardo,poco più avanti casa di Nicolò.
Decisi comunque di camminare lungo il sentiero che portava al mio appartamento.
Sentivo i passi pesanti e la testa piena di pensieri confusi.
I miei capelli si muovevano a causa dal vento,come onde in un mare agitato,riflettendo tutto quello che sentivo dentro di me.
Avevo trascorso una serata spensierata con Kenan,nonostante l'improvvisa rivelazione riguardante il suo lavoro.
I miei pensieri però,lungo il viale,non facevano altro che susseguirsi imperterriti,mi sentivo stupida per la scenata di gelosia.
"Cosa stavo pensando?"mi domandai.
Non era da me agire così impulsivamente.Ma la vista dell'ex di Kenan aveva smosso qualcosa,l'idea che potesse esserci una parte di lui che non l'aveva mai davvero abbandonata,mi fece perdere la ragione.
Le mie insicurezze avevano dato vita a quel litigio,quelle vecchie ombre che pensavo di aver superato.
In quella situazione,mi sentii vulnerabile e fragile,come se il mio nuovo legame fosse stato minacciato da qualcuno che neanche conoscevo.
Entrai in casa,riflettendo su quanto accaduto tutta la notte.
🌦️
Il suono incessante della pioggia che batteva contro il vetro della finestra,mi svegliò,la mattina seguente.
La luce penetrava a fatica nella camera da letto,creando un'atmosfera quasi opprimente.
Mi girai nel letto più volte cercando di rimanere nell'abbraccio confortevole delle coperte.
La memoria del litigio con Kenan della sera precedente,però,mi rovinava ogni tentativo di ritornare a sognare.
Sbadigliai,stiracchiandomi mentre lo sguardo si posò sull'orologio.
Erano già le nove e mi ricordai che prima del litigio,alla festa che aveva organizzato Dusan,avevo promesso a Kenan di farmi trovare fuori casa la mattina seguente,per andare in palestra.
Sorrisi amaramente,sapevo bene non sarebbe venuto.
Mi alzai dal letto,trascinando i piedi sul pavimento freddo.
Decisi di prepararmi con calma.
Mi feci una doccia,lasciando che l'acqua calda mi avvolgesse e poi mi vestii.𝐊𝐞𝐧𝐚𝐧
La poca luce del sole filtrava tra le nuvole,dopo la pioggia,illuminando il campo da calcio mentre mi allacciavo le scarpe.
Avevamo da fare la rifinitura,un allenamento molto leggero,il giorno prima della partita.
Ero circondato dai miei compagni che scaldavano i muscoli e scherzavano tra di loro.Ma non c'era nulla che potesse distogliere la mia mente dal pensiero di Eva e di quel litigio che avevamo avuto.
La sua battuta su Lavinia,quel suo commento,si era trasformato in un veleno che continuava a riversarsi dentro di me.
Il periodo in cui ero stato insieme alla mia ex,tornò a galla come un ricordo che non era mai andato via.
Era stato un anno intenso.
Avevamo entrambi diciotto anni ed insieme,facemmo le prime esperienze.Eravamo innamorati,o almeno così pensavo.
La nostra relazione era finita in un modo così banale che mi aveva lasciato un po' frastornato:una serie di litigi insignificanti e di parole non dette.
Mentre cercavo di concentrarmi sull'allenamento,la voce del mister mi raggiunse da lontano,ma le sue parole si mescolavano al mio pensiero.
I passaggi,il tiro in porta,l'esercizio di riscaldamento:tutto mi sembrava un rumore di fondo.
Mi chiesi se avesse ragione Eva.
Forse,nei suoi occhi,avevo sempre visto quel confronto con il fantasma della mia ex.
Con un colpo di pallone,i miei compagni si misero a correre e mi ritrovai a inseguirli, almeno fisicamente.Serviva il mio impegno in campo per dimenticare,anche solo temporaneamente,il turbinio di pensieri che mi assaliva.
Ma mentre recuperavo un passaggio,pensai di nuovo ad Eva,a come mi era sembrata diversa dalle altre:il suo sorriso,il modo in cui la sua presenza illuminava le stanze.
La sua battuta,anche se infelice,non era stata una ferita mortale,ma solo uno specchio sui miei fantasmi.La verità è che Eva era specializzata in quel mix di malizia e dolcezza.Il desiderio di conoscerla meglio,di sfuggire alle ombre del passato,mi faceva venir voglia di affrontare le cose in modo diverso e di non lasciar cadere ciò che stava nascendo con lei.
Lasciai scivolare via la rabbia e la delusione, trasformando la mia intensità in energia da spendere sul campo.
Sapevo che,in un modo o nell'altro,avrei dovuto affrontare ciò che era successo con Eva.Forse,se avessi trovato il coraggio di parlarne apertamente,avremmo potuto superare questo ostacolo.
SPAZIO AUTRICE~
EiiLo so,è un capitolo un po' noioso,ma è per farvi capire come stanno entrambi..
Secondo voi chi metterà per primo da parte l'orgoglio?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!!
Ps.Vi ringrazio per le tremila letture,vi amo❤️❤️🥹
A domanii
Un bacio🫶🏻
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Semaforo rosso | Kenan Yıldız
Romance«Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare» L'aria frizzante di Torino sembrava pulsare di vita mentre Eva,appena diciottenne e con una valigia carica di speranze e sogni,si ritrovava immersa in un labirinto di strade acciottolate...