63. Grace

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Oggi è Natale ma, fino al momento in cui ho visto lui, non l'ho realizzato davvero.

Mi sono alzata dal letto quasi inciampando sul povero Signor Poppy che era appena sceso dal materasso con me e, senza nemmeno farmi avvolgere dalla frizzante aria del mattino come faccio di solito, mi sono precipitata in bagno a sciacquarmi. Nemmeno colazione ho fatto, tanto ero impaziente di venire al lavoro.

Ho messo su una gonna rossa con dei dettagli in tessuto morbido bianco, quasi a voler simulare la veste di Babbo Natale, abbinandola a una camicetta bianca con un piccolo agrifoglio cucito sul petto.

Dopo aver lanciato un'occhiata al Cristo di Rio, ormai nuovo centrotavola, mi sono allungata da Martha per un veloce augurio, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia, con la promessa che ci saremmo viste più tardi, e, assicurandomi di aver preso il mio blocco da disegno e l'agenda di lavoro con i miei postit, sono corsa a prendere la metro.

Invece di Farrell, ad aspettarmi ho trovato Darren, che si è subito proposto di aiutarmi ad allestire la sala per l'evento di questa sera. Quando sono partite le musiche natalizie, si è avvicinato per chiedermi di offrirgli un ballo in mia compagnia e, contenta, ho accettato.

Quando la porta si è aperta, però, rivelando la presenza di Farrell, il mio cuore ha dato forfait.

Emanava una luce particolare in quel momento, tant'è che, nonostante fossi presa dalla musica, sono stata costretta a fermarmi per osservarlo, seppur vittima anche di un discreto imbarazzo.

Avrei voluto che danzassimo anche noi per un po' con quella spensieratezza. Come fosse una calamita, le sue braccia sembravano chiamarmi a sé per permettermi di riscaldarmi con il calore del suo petto e perdermi ancora una volta nei suoi occhi, ma alla fine mi sono ripromessa di chiederglielo proprio questa sera, nonostante lo sguardo di tutti potrebbe metterci in soggezione.

Non credevo nemmeno che rispondesse con così tanto entusiasmo alla vista dei bozzetti che ho preparato per aiutare Vanessa, nonostante lavori con le mie sorelle che, al contrario, in ogni modo tenterei di sabotare.

È stato proprio in quel momento che l'ho guardato più intensamente, come a voler cercare prove e giustificazioni del suo passato trascorso con Andy, la perfetta ragazza che tutti desiderano e che non sarò mai in grado di superare in niente.

L'ha concosciuta prima che potesse conoscere me. I suoi occhi hanno incrociato i suoi prima dei miei, le sue mani l'hanno toccata, le sue labbra sfiorata prima che lo facessero con le mie.

L'arrivo dell'assistente del signor Gray ha annullato le probabilità di qualunque altro tipo di confronto, e ora mi sta accompagnando nel suo ufficio, dove lo trovo seduto nella stessa posizione del primo giorno.

<<Allora, signorina Hamilton, come procede?>>

<<Tutto a meraviglia>> sorrido soddisfatta e lui ricambia. <<Hanno dato conferma di partecipazione quasi tutti gli invitati, mentre per l'inaugurazione dell'albero ci aspettiamo che siano presenti almeno duecento persone, invitati inclusi.>> Dischiude la bocca provando a intervenire, ma continuo <<il ristorante responsabile del buffet è già alle prese con i preparativi e porterà tutto il necessario prima delle sei, insieme a una troupe di venti cuochi che lavoreranno nella mensa per il cibo che non è possibile far trovare già pronto ma cucinare sul momento. Inoltre...>>

<<Signorina, signorina, si fermi un attimo>> ridacchia, interrompensomi. <<Immaginavo che tutto filasse liscio per questa sera. So quanto lei sia brava nell'organizzazione e quanto ci tenesse nel fare in modo che tutto procedesse al meglio. Ma io volevo sapere un'altra cosa.>>

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora