61. Grace

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L'aria gelida sulla mia pelle sembra quasi una carezza. Non sento freddo. Non credo di poter sentire proprio nulla in questo momento.

Mi stringo nelle spalle, affogando i singhiozzi tra le maniche del mio cappotto. Adesso salgo su a casa, lo giuro. Il Signor Poppy e Jonas hanno bisogno di me.

Ma in realtà anche io ho bisogno di loro. Chi se non gli animali sono gli unici in grado di darti amore incondizionato? Con loro ci si sceglie a vicenda. Noi per loro e loro per noi.

Farrell non può essere mio e io non potrò mai essere sua. Non dopo mia sorella. Lei è troppo rispetto a me. È più bella, più elegante, ha un lavoro che la rende rispettabile agli occhi di tutti. In una stanza piena di persone sarebbe in grado di avere tutta l'attenzione su di sé. E in quanto a me, invece? Il nulla.

Sono una di quelle che per la strada passa inosservata, non sono brava a parlare in pubblico, non ho un lavoro, non ho costruito niente. Il mio impero si risudce al mio piccolo bilocale in affitto e ai miei animali.

<<Mia piccola Grace...>>

Poi sento quella voce e qualche nuvola sembra diradarsi per lasciare spazio a un piccolo raggio di sole. La riconosco. È lei che c'è sempre stata, che non mi ha mai abbandonata. Il mio bastone, la mia spalla, la mia ancora di salvezza.

<<Martha>> mormoro, alzando il viso, mentre lei si piega verso di me, senza abbassarsi del tutto per la sua età e, dopo un piccolo colpo di tosse, mi mette una mano sulla spalla. <<Che ci fai qui tutta sola? Sali con me. Beviamo una bella cioccolata calda e mi racconti tutto.>>

Ed è quello che faccio. Le dico del pranzo, del mio ex, di mia madre, di Andy...e di Farrell. Di Farrell con Andy.

Anche lei resta sorpresa da ogni singola parola che dico, ma in particolar modo della relazione di mia sorella e il collega di lavoro per cui sto ormai perdendo completamente la testa.

Avvolgo la tazza bollente con le mani dopo essermi tirata giù le maniche, così da non scottarmi, e la avvicino al viso solo per sentire il suo calore. Il signor Poppy mi salta addosso, mentre Martha dà da mangiare a Jonas.

<<Grace>> dice poi, prendendo il piccolo porcellino d'India tra le mani e prendendo posto accanto a me, ma sulla poltrona che avevo avvicinato al tavolo per farla stare più comoda. <<Farrell ti ha detto delle cose importanti...e bellissime. E poi vi ho visti l'altro giorno...>>

Arrossisco, abbassando gli occhi sulla cioccolata calda.

<<... potrà anche aver avuto una storia con tua sorella, ma questo perché dovrebbe influenzare il bellissimo rapporto che è nato tra voi?>>

Rispondo con una risata amara. <<Martha, tu non conosci bene mia sorella. Lei è ovunque.>>

Martha scuote il viso, fa per rispondere ma inizia a tossire con più insistenza. <<Andy si sta per sposare, no?>>

<<Sì, ma non c'entra questo! Lui l'ha amata e non l'ha dimenticata!>>

<<Se ha te ora nel suo cuore, vuol dire che lei è rimasto solo un ricordo doloroso.>>

Faccio cenno di no con la testa. <<Lei è ancora presente. È ciò che lo fa stare male e di cattivo umore. Ciò che gli ha fatto perdere fiducia nell'amore>> mi alzo in piedi, iniziando a fare avanti e indietro.

<<Amore che con te ha ritrovato!>> Puntualizza.

<<Ma io sono un rimpiazzo, capisci?>> mi volto, tremante, verso di lei, che si alza con un po' di difficoltà per venirmi ad abbracciare.

<<Tu non sei un rimpiazzo. Tu sei Grace. La sola e insostituibile Grace.>>

<<I miei occhi verdi... erano quelli di Andy che gli ricordavano!>>

Mi stringe forte a sé e io a lei. <<Mia piccola Grace>> dice calma, accarezzandomi la schiena. Tossisce. <<Gli occhi sono ciò che più ci contraddistingue. Non ce n'è un paio uguale a un altro, lo sai?>> mi chiede.

E sì, lo so, questa cosa l'avevo letta da qualche parte. Nonostante si usino le impronte digitali come codice identificativo, le nostre iridi sono ancora più uniche. E con questo?

<<Si è innamorato dei tuoi occhi e tuoi soltanto. Che con quelli di tua sorella hanno in comune solo il colore, ma nient'altro. Dentro non ci vedeva le stesse cose che vede nei tuoi.>>

Affaticata si risiede e io mi inginocchio davanti le sue gambe, posandole il viso sulle gambe, che prende tra le sue mani.

<<Martha.>>

<<Dimmi, Grace.>>

<<Tu cosa ci vedi nei miei occhi?>>

<<Bellezza, Grace. Tanta tanta bellezza.>>

***

E così la mezzanotte è passata. La festeggio da sola, alzando un calice in aria dopo aver salutato Martha, che per la sua età sentiva il bisogno di rientrare a casa a riposare.

Mi ha detto di aver passato un bel pomeriggio con Farrell e Happy, un ragazzino della Casa Famiglia che non riesco a capire come sia arrivato da lui. Avrei tanto voluto essere dei loro, invece, ancora una volta nella mia vita, ho fatto la scelta sbagliata. Ma sarò ancora in tempo per tornare sui miei passi?

Decido di celebrare i primi minuti di questo Natale pubblicando un post con una nuova pagina di diario virtuale, mentre accarezzo il Signor Poppy che sonnecchia sul bracciolo della poltrona e Jonas mi saltella sulla testa.

<<Ci siamo rimessi in forma, eh?>> Gli chiedo, prendendolo tra le mani a coppa e dandogli un bacio sul musino. E mi addormento così, in loro compagnia, lanciando di tanto in tanto, mentre le palpebre si fanno più pesanti e la neve scende copiosa sulle strade illuminate, un'occhiata alla statuetta del Cristo di Rio, che ho messo al centro del tavolo.

Sogno mio padre che mi allunga una mano per invitarmi a pattinare. La prendo ma non è con lui che vuole che scenda in pista: c'è un ragazzo più giovane ad aspettarmi che mi sorride in un angolo.

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora