49. Grace

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Il respiro caldo di Farrell, i suoi occhi dritti nei miei e le sue parole. Io per lui sono luce. E come si fa ad essere luce per qualcuno quando dentro di sé ci si accorge che regna solo il buio totale?

Davanti alle sue dolci parole che mi colpiscono dentro, mi ritrovo a scuotere la testa, di nuovo con le lacrime agli occhi, cercando di ignorare le palpitazioni del mio cuore.

<<No, Farrell>> continuo a scuotere la testa mentre le sue mani sono di nuovo sulle mie braccia come poco fa, ma invece di circondarle le stringono salde, come a volermi proteggere dalle ombre che sento e non riesco a vedere.

<<Cos'hai? Cosa senti?>> mi chiede <<Perché fai così adesso?>>

<<Io non posso essere luce.>> sussurro, posandogli le mani sulle spalle e giocando col colletto della sua giacca. <<Dentro di me ho scoperto tanti posti dove quella nemmeno riesce ad arrivare.>>

I suoi occhi nocciola sotto le lucine di Natale sono color dell'oro e il suo sorriso sembra ancora più tenero nella penombra. <<Forse non potrai essere luce per te, ma lo sei stata per me>> mi dice e a quelle parole mi sento mancare. La tensione tra di noi aumenta e si potrebbe tagliare con una lama sottile. <<Se me lo lascerai fare, forse io potrò essere la tua luce.>>

Il mio cuore dà forfait e poi accade: le nostre bocche si incontrano e ci perdiamo nel tepore di un bacio.

Le sue labbra sono morbide quando toccano le mie, un po' tremanti, e sembrano portare dietro con sé parole mai pronunciate e la promessa della presenza. Sanno della fame di amore che non mi ero accorta di avere, delle sue giacche profumate, e le sento fredde sotto le mie che continuano a cercarle e farsi cercare.

Quel bacio sembra racchiudere l'eternità in un fuggevole istante che viene interrotto da un enorme tonfo.

Il Signor Poppy ha appena fatto cadere il mio albero di Natale.

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora