Gereck continua a raccontare di una volta in cui si sono tutti, di comune accordo, nascosti per fare uno scherzo alla dirigente, ma non ha la mia piena attenzione. Pur senza voltarmi, perché so che in questo momento mi sta guardando, io sto pensando a lei, la ragazza all'altra parte di questa strana tavola rotonda che sta insegnando alle due ragazzine più grandi e a Xavier a cucire le decorazioni di stoffa che metteremo sull'albero.
Se non fosse stato per lei, probabilmente ora non sarei stato coinvolto in tutto questo, non avrei conosciuto questi bambini meravigliosi, non avrei percepito questo strano e sconosciuto senso di stare a casa. Anche se nessuno di loro ha più la propria, l'amore e il rispetto che provano l'uno per l'altro sono diventati le nuove coperte sotto cui infilarsi la sera, prima della nanna.
Mi chiedo che espressione abbia lei, invece, quando la notte va a letto, sola come me ma in compagnia del suo Signor Poppy. Qual è il suo ultimo pensiero del giorno? A cosa pensa? Ha paura del buio o anche quando il sole è ormai calato lei riesce a vedere tutta la luce che emana?
All'inizio credevo fosse il fuoco vivace del caminetto sfrigolante ad accenderle il volto, ma poi ho realizzato che quell'aura di meraviglia intorno a lei ce la vedo sempre.
Alzo lo sguardo e i miei occhi si incontrano nei suoi: come immaginavo, mi stava guardando. Lei distoglie subito lo sguardo imbarazzata e quel gesto mi fa avvampare. Sento improvvisamente tutto il caldo del camino che prima non percepivo.
<<Xiao Xin>> le dico dolce, alzandomi in piedi e prendendola in braccio con me per farla sedere sulla sedia, <<tu resta qui ché mi faccio un giro per vedere i disegni dei tuoi compagni.>>
<<Io non mi chiamo così!>> dice la nanerottola, facendo il broncio. Con i nomi sono sempre stato una frana.
Guardo gli altri ragazzini ma nessuno di loro sembra volermi dare un aiuto. Fa loro ridere la situazione, non è così? Mi provoca uno strano senso di soddisfazione il sapere di poterli rendere felici anche solo per un istante.
<<Xiao Ping?>>
<<No!>> risponde, con la fronte corrucciata e gli occhietti nascosti dietro le guance enormi. Gli altri ridacchiano, ma lei fa sul serio!
<<Emh... Xiao Cin Cin!>> Si solleva una risata ancora più fragorosa e la bambina va su tutte le furie.
<<Xiao Min Leen>> dice poi una voce a me ormai così tanto familiare, mentre due mani delicate si posano sulle piccole spalle della cinesina permalosa. Per un attimo provo il desiderio di sentirle sulle mie. <<Vieni qui, ti insegno a cucire.>> le dice Grace.
Mentre se la porta via e Ilary prende il suo posto, l'occhio mi cade sul disegno di Happy.
Sul suo piccolo cartoncino ha disegnato quelli che suppongo essere lui e Coco sulla pista del Rockefeller Center, che riconosco solo per la sorta di statua che ha disegnato sullo sfondo. Con loro è presente una terza persona e, dall'altra parte del foglio, ci sono altri due omini disegnati: il primo è più basso e ha i capelli biondi, mentre il secondo li ha scuri.
Mi viene inevitabilmente da sorridere.
<<Caspita, sono davvero così bello?>> gli chiedo, e lui trasalisce, non essendosi accorto prima della mia presenza. <<Come hai fatto a capire che eri tu?>> mi chiede.
<<Non so>> cerco di trattenere una risata. <<Forse i capelli>> dico poi, indicando lo scarabocchio scuro che ho sulla testa. <<Ma quel giorno ti assicuro che erano più ordinati.>>
Ride anche lui. I suoi occhi sono così grandi e scuri e sembrano non volersi staccare dai miei.
<<Cioccolatino, perché continui a fissarmi in quel modo?>>
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A Natale mi innamoro
ChickLit(IL 3 DICEMBRE ONLINE E IN LIBRERIA) Nel periodo Natalizio New York è in festa: ogni cosa è illuminata, le vie pullulano di vita e tutti sono felici. Tutti tranne Farrell Douglas, dirigente impiegato della Gray's Accounting Company, che odia questo...