72. Farrell

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<<No, prenda quella via!>> continuo a indicare a questo razza di tassista la strada da prendere per arrivare prima all'aeroporto, ma dovrebbe farlo da solo, non sotto mia indicazione, cazzo.

La mia auto si è fermata per strada perché, non uscendo di casa da un po', mi ero dimenticato di fare il rifornimento di benzina, poi abbiamo perso dieci minuti per sistemare in auto Coco, che l'idiota al mio fianco aveva proposto di caricare nel portabagagli con tutta la carrozzella. La gente è davvero matta.

Ora è completamente incollato al sedile con una doppia cintura per impedire che la strada dissestata possa farlo saltare e fargli male in qualche modo. Happy gli è affianco, gli tiene la mano e si assicura, con uno sguardo ogni tanto, che stia bene ma, come me, ha gli occhi puntati sulla strada e incita l'autista a premere l'acceleratore.

<<Sembra un rally!>> dice, facendomi ridere.

<<Sì, bravo, è proprio un rally,>> concordo, per poi sbattere i pugni con le ginocchia e rimproverare l'uomo.

<<Le do il doppio dei soldi, non c'è bisogno che si fermi a ogni fottuta striscia pedonale e che scelga la strada più lunga per farmi pagare di più>> lo informo, avvicinando le mani al suo volante.

<<Non mi tocchi, ragazzino>> sbotta lui, che ormai sembra aver perso del tutto la pazienza.

<<Giri a destra>> insisto e lui lo fa. I soldi comprano tutto.

<<All'aeroporto dobbiamo andare, ha capito?>> urlo ancora, alzando la testa verso l'alto, pregano iddio di fare in tempo, ma mancano letteralmente sette minuti al decollo. <<A-e-ro-por-to.>>

Non so come faccia a non scaricarmi fuori dalla vettura in corsa. <<Io a lei devo averla già vista, non c'è altra spiegazione.>> mi dice, mentre entro con il cellulare sul blog di PhilosoGracer per vedere se ci sono storie o nuovi aggiornamenti.

<Aha>> gli faccio cenno di sì senza ascoltarlo davvero, mentre Happy viene spiaccicato contro il finestrino dopo una curva. <<Forte!>> lo sento dire divertito. <<Più veloce!>>

<<Lei è quello della prigione!>> afferma l'autista.

<<Che?>>

<<Farrell, sei stato in prigione?>> mi chiede il bambino affacciandosi dai sedili posteriori e io gli tiro uno schiaffetto sulla fronte.

<<Sì, eh, lei era quello che aspettava quella ragazza pazza che mi ha fatto arrivare fino al carcere di Sing Sing e non voleva pagarmi>> dice sicuro. <<Pazza quella e pazzo lei. Siete davvero fatti l'uno per l'altra.>>

Finalmente arriviamo, rimettiamo in velocità Coco sulla carrozzella mentre consegno a Happy i contanti da lasciare all'uomo sul sedile del conducente mentre ci urla dietro di non averlo pagato.

<<Rally in carrozzella?>> mi chiede il cioccolatino, mentre si dichiara pronto a correre, e io faccio cenno di sì.

Lascio che sia lui a guidarmi mentre spingo Coco fino al gate dove, a quanto pare, attendono l'aereo tutti quelli che sono diretti a Seattle. Li vedo tutti seduti lì, completamente calmi. L'imbarco ancora non ha avuto luogo e io mi fermo per bruciare tutta l'aria rimasta incastrata nei polmoni. Sono senza respiro, distrutto, ma forse è servito a qualcosa.

Mi guardo intorno. Potrei essere circondato da miliardi di persone ma riuscirei a vedere lei ovunque. Ha una luce particolare che richiama i miei occhi su di sé, che la rende unica e speciale.

<<La vedi da qualche parte?>> chiede Happy, dando la manina all'amico mentre analizza la folla come me.

<<No>> ammetto <<Forse è in bagno.>>

A Natale mi innamoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora