Capitolo 16

57 4 1
                                    

VANESSA'S POV

"E tu che ci fai qui?" domando con un filo di voce. Non lui, non adesso.
"Papà?"
"Fammi entrare." ringhia con tono rude. Dall'ultima volta che l'ho visto è cambiato molto. Sarà passato un anno circa. I suoi capelli marroni sono unti e sporchi; la barba é tagliata barbaramente e i vestiti non sono in belle condizioni.
Una volta all'anno viene a casa mia per darmi quanto basta per pagare le spese della casa e comprarmi da mangiare, ma ogni volta che si presenta detrae una discreta quantità di soldi dai miei perchè lui con il suo lavoro in fabbrica non guadagna molto, e calcolando che una parte della sua paga va a me... beh, io sono costretta a rinunciare sempre a qualche spicciolo in più.
Fortunatamente sono sempre riuscita a cavarmela in un modo o nell'altro... aspettando qualche regalo di Natale o festività varie da alcuni parenti lontani e così via...
Ma di sicuro non ho mai chiesto niente a Rose o a nessun altro. Voglio cavarmela da sola e poi non ne ho il coraggio.
Ma non sono i soldi che mi preoccupano...
Ogni maledettissima volta é ubriaco fradicio e qualche pugno non tarda mai ad arrivare. Per questo ho sempre paura quando mi si presenta davanti. Ho paura delle sue mani e di quello che potrebbero fare.
Anche queste ultime notti ho avuto qualche incubo, ma fortunatamente di meno. Forse grazie alla nuova presenza di Harry nella mia vita.
Titubante guardo la sua mano. Stringe una busta bianca e io tendo la mano per averla.
"Eh, no! Prima mi fai entrare." Il mio battito cardiaco accellera e io mi sento scoppiare. Non voglio farlo entrare in casa mia. Ogni volta è sempre la stessa storia.
"No. Desidero avere i miei soldi e basta." Non ho rapporti con lui e non lo voglio qui, quindi non vedo il motivo di usare una terminologia e un comportamento adeguato che le ragazze utilizzano per rivolgersi al loro padre.
I suoi muscoli si irrigidiscono e spintonandomi contro il muro di casa entra.
Io lascio la porta aperta per precauzione e non mi siedo, a differenza di lui che si accomoda maleducatamente sul divano.
I battiti cardiaci non diminuiscono e a tratti immagini di lui che mi picchia all'età di quattro-cinque anni mi perforano la mente.
"Allora? Che hai fatto fino ad adesso? Ti sei trovata un lavoro decente o fai la battona? Lo sai che non posso darti tutti i soldi..." dice con una risata di scherno. É ubriaco anche oggi ed evidentemente più del solito.
"No, non ho trovato ancora nessun lavoro." Mi ferisce pensare che lui sia mio padre; è un colpo al cuore vederlo in questo stato e che mi parla in questo modo.
Ride ancora alzandosi e avvicinandosi a me con passo svelto. Mi sferra uno schiaffo in pieno viso facendomi barcollare e poi un altro. Io non oppongono mai resistenza, piuttosto cerco di fuggire. Lui è più alto e forte di me e se mi ribellassi non trarrei nessun vantaggio.
Così strappo velocemente la busta con i soldi dalle sue mani.
Inizio a correre verso la porta intenta a fuggire dalle sue grinfie, ma quando la sto per varcare, la sua grande mano mi strattona il braccio costringendomi a rientrare. "Tu non vai da nessuna parte!" grida tirandomi un terzo schiaffo, poi un altro.
Senza rendermene conto sono a terra sanguinante per i pugni e gli schiaffi. Ho dolori in tutte le parti del corpo. Con i suoi grandi scarponi mi tira forti calci nello stomaco. Che dolore...
Piango e mi lamento, ma nessuno può sentirmi. Quanto vorrei che Harry fosse qui... anzi no! Se lui fosse qui le prenderebbe e non voglio.
Improvvisamente sento un forte dolore alla testa. Ho sbattuto contro lo spigolo di un mobiletto intarsiato in legno. Con le dita mi tocco il punto del capo dolorante e sento l'umidità del sangue.
Lui continua a pestarmi di botte e i dolori continuano a perseguitarmi.
Ho la vista appannata e l'ultima cosa che vedo è la sagoma di Harry comparire in casa dalla porta e gridare il mio nome.

******

Bip bip bip bip...

Sbatto le palpebre più volte e mi scopro ad osservare un soffitto bianco. Sposto lo sguardo su ciò che mi circonda. Mi trovo su un letto morbido e bianco. Sono circondata da monitor e macchinari che producono fastidiosissimi rumori.
Sono in un ospedale! Ma come è potuto accadere?!
Poi ricordo. Subito immagini di mio padre che mi picchiava mi tornano alla mente. Poi é arrivato Harry. Harry... chissà dov'è. Magari me lo sono solo sognato. Magari lui non è mai venuto da me nel mentre che c'era anche mio padre. Ma allora chi mi ha portata qui? E da quanto sono qui? Ore, giorni?
Sul mio corpo noto numerose fasciature e cerotti. Intorno alla testa sento un massiccio bendaggio che mi avvolge il capo.
Sul mio polso sinistro vedo un ago che mi perfora la pelle. Esso è collegato a un sottilissimo cavo trasparente; a sua volta comunicante con un macchinario affiancato al mio letto e contenente una specie di borraccina d'acqua che sgocciola all'interno del cavo.
Il cavo è l'ago sono stati fissati alla mia mano attraverso una benda.
Di fronte a me si cela una porta bianca poco distante dal mio letto. Bianco, bianco, bianco... è tutto completamente bianco!
Che fantasia...
La porta si apre e compare una giovane donna bionda. Si avvicina a passo veloce verso di me provocando uno scalpiccio fastidioso dovuto ai tacchi. Ha un enorme sorrido stampato in faccia. "Ah, ti sei svegliata allora signorina Wiles! Io mi chiamo Dorothy e sono la tua infermiera. Io mi occuperò di te nei prossimi giorni durante i quali starai qui, per cui molto piacere di conoscerti!" Allunga la sua esile mano verso di me e io la stringo debolmente.
"Sai, era proprio ora che ti svegliassi. Sono due giorni che sei qui dentro e il ragazzo riccio qui fuori non ne poteva più di aspettare!" ride soddisfatta. Mi sembra molto simpatica... aspetta! Il ragazzo riccio di cui parla deve essere Harry! Sfodero un grande sorriso e lei intuisce che desidero con tutto il cuore vederlo. Senza dire una parola, sgambetta sorridente verso la porta chiudendola dietro di se.
Poco dopo compare il mio splendido ragazzo. Mi corre incontro abbracciandomi con cautela per non farmi male. Ricambio l'abbraccio e ci baciamo. "Non sai quanto ho sofferto quando ti ho vista lì stesa per terra a casa tua... mi sono sentito morire." Mi bacia più volte e quasi piango per la felicità. Pensavo di non rivederlo. Pensavo che se fosse arrivato anche lui mio padre gli avrebbe fatto del male. Mi guarda con i suoi smeraldi che luccicano. Ha la voce tremolante e questo mi spezza il cuore. Gli prendo il viso tra le mani.
"Ora sono qui. Sei stato tu a salvarmi?" Annuisce sorridendo dolcemente. Lo amo, lo amerò per sempre. "Sai, per un momento quando ero lì a terra e ti ho visto, ho pensato che fosse un'allucinazione vederti. Mi hai salvata."
Lo bacio desiderosa di sentire le sue labbra rosee e morbide.
Delle lacrime mi rigano il volto e così anche a lui. "Ti amo." sussurro.
"Anche io, non puoi capire quanto." Ci abbracciamo e rimaniamo così per infiniti istanti, istanti che a mio parere potrebbero non finire mai.

Ciaooooo!! Com'è il nuovo capitolo? Vi piace? Io quasi ho pianto mentre lo scrivevo e voi?
Questo è un capitolo molto duro da mandare giù e abbiamo sentimenti contrastanti in varie situazioni. Ma... che fine avrà fatto il padre di Vanessa? Per scoprire continuate a seguire la storia!
Votate e commentate. Mi farebbe piacere. Un bacione!!! Vane#

Quanto si sta bene in pantaloncini corti_ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora