Capitolo 29

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VANESSA'S POV

Sono passati due giorni da quando Harry mi ha parlato davanti all'armadietto. La cosa mi ha fatto felice e in quel momento il mio desiderio sarebbe stato saltargli addosso, ma non ho potuto.
Io voglio stare con lui, ma ho paura... non voglio che sia così protettivo. Insomma, anche io posso avere una vita, no?
Dovresti perdonarlo. Tutti devono avere una seconda chance.
Hai ragione. Non posso assolutamente dire il contrario. Devo farmi forza e parlargli... almeno come amici, per ora.
In questo momento sono a casa a studiare per recuperare quel votaccio. Avendo sempre studiato non sarà un problema riprendere solo qualche pagina in più. Ho intenzione di recuperare nello scritto di dopodomani.
Purtroppo sono altri i problemi che mi assillano...
Vado in cucina e bevo tutto d'un sorso un bicchier d'acqua.
Che faccio? Gli scrivo? Oppure aspetto domani a scuola? O le vacanze?
Ma dai, perchè non aspetti di avere 80 anni, no?
Uffa, sempre tra i piedi.
Che male c'è scusa? Mica state insieme. Lo potete considerare come un rapporto di friendz... amicizia! Intendevo dire amicizia!
Certo, come no. E secondo te se gli scrivo lui lo interpreterà come un gesto di amicizia? Dopo che ci siamo lasciati?
Sì. Le persone posso rimanere amiche, anche dopo una rottura. Non mi aspettavo che fossi così all'antica, Vane.
Beh, di certo il mondo in cui viviamo non ci dà il buon esempio.
Non trovare scuse...
Sì, sì...ok.
Ritorno al tavolo cosparso di libri, fascicoli, appunti e schede di storia.
Mi siedo e inizio a tamburellare le dita della mano destra sul legno. Un ticchettio continuo. A pochi centimetri da me c'è il cellulare. Inizio a fissarlo assiduamente sentendo rimbombare nella mia mente le ultime frasi che ci siamo detti l'ultima volta che ci siamo telefonati... il giorno della nostra rottura.
Dopo ben dieci minuti di contemplazione del mio lato extra- premonitorio, afferro il cellulare bianco e lo sblocco velocemente.

A: Harry

"Hey"

Con mia grande sorpresa la risposta non tarda ad arrivare. Non fraintendetemi, ma pensavo avesse di meglio da fare che stare attaccato al cellulare. È anche vero che io non so cosa faccia continuamente ogni giorno... ma sta di fatto che in questi giorni mi è capitato parecchie volte di imbattermi in pensieri che riguardavano Harry e qualche biondona rifatta nella stessa stanza, subito dopo che avevamo rotto.
So che è stupido, ma non ho potuto fare a meno di pensarlo.
Comunque, come ho detto, la risposta non è tardata ad arrivare.

"Hey... tutto ok?"

"Sì, diciamo... Posso chiederti una cosa?"

Genio, e adesso che cavolo gli chiedo? Di adare a cacciare scoiattoli insieme?

"Certo."

Ok, ce la puoi fare. Hai affrontato cose peggiori. Molto peggiori. E poi cosa vuoi che dica invitare il tuo ex a fare qualcosa insieme?

"Sai, mi chiedevo se tu... beh se tu avessi voglia di venire al cinema con me stasera. Cioè, sempre che hai voglia."

Inviato. Fatto. Ormai è andata.

"Certo che voglio venire. Ti passo a prendere alle otto."

"Ok"

Wooooow. Ce l'ho fatta. Gli ho chiesto di uscire. No, gli ho chiesto di venire al cinema con me, è diverso. Cerco di mantenere calma l'emozione massaggiandomi le tempie che ormai esplodono.
Arriverà alle otto. Guardo l'orologio appeso al muro davanti a me: le cinque e cinque. Ok, ho ancora un bel po' di tempo a disposizione. Mi rimetto a studiare a capofitto e in meno di un'ora ricordo bene i concetti. Riguardo l'orologio: le cinque meno dieci.
Mi afferro i capelli mossi con le mani e li stringo leggermente. Avrò fatto la cosa giusta?
Cioè, prima io lo lascio, poi gli chiedo di andare al cinema insieme... non penserà che non ho le idee chiare?
Tesoro, se non lo facevi tu, l'avrebbe fatto lui.
E chi te lo dice?
Oh, andiamo! Non hai visto che ti sbavava dietro quando parlavate all'armadietto? Non che in classe non lo faccia. In realtà in ogni posto in cui vi trovate lui cerca di attaccar bottone, ma tu fai la fredda.
Io non faccio... va bene, un pochino sì.
Quindi secondo me hai fatto bene a prendere questa decisione.
Tiro un sospiro, sciogliendo la presa dei capelli e inziando a riordinare il tavolo pieno di libri, appunti e penne.
Dopo un quarto d'ora sono sotto la doccia e non guardando l'orologio mi trattengo un po' di più del solito.
Mi lavo i capelli massaggiando con cura il balsamo e pensando a cosa dire a Harry una volta che si sarà presentato alla mia porta con una scia di fascino impressionante dietro di se.
Uscita dalla doccia con i miei grandi dilemmi mentali, mi lascio cadere sul letto, abbandonandomi a quello che ho intenzione di spacciare per un breve pisolino prima del mio appuntamento.

******

Apro gli occhi di scatto. Oddio! Che ore sono?!
Getto l'ennesima occhiata all'orologio che si intravede da camera mia: 19.30
Che cosa?! Così tardi? Ma quanto cavolo ho dormito?!
Mi devo ancora vestire e truccare! Per non parlare di quanto dovrò stare davanti allo specchio solo per testare quanto il mio viso esprima agitazione.
Mi catapulto con un salto dal letto all'armadio. Spalanco le ante -non curandomi di calcolare quanto abbia dormito- e afferro un top a fiori viola scuro. "Troppo freddo per una cosa del genere."
Lo riappendo e al suo posto tiro fuori l'abito che meno avrei desiderato indossare quella sera. Un brivido mi percorre il corpo solo al pensiero si quella giornata. L'abito color crema di Harry. Passo delicatamente l'indice sui ricami in pizzo nero. Ricordo ancora quanto era entusiasta di quell'abito, e di quanto lo fossi io.
Odio portare vestiti eleganti, ma per lui quel giorno ho fatto un'eccezione.
Una lacrima solitaria mi riga il volto... in ricordo di quei giorni.
Tirando su col naso, mi ricompongo rimettendolo nell'armadio. "Decisamente troppo inadatto."
Mi convinco a voler indossare solo qualcosa di molto semplice. Comodo. Non è una serata elegante, solo un appuntamento -se lo è davvero- per un film. Niente di eclatante...
Opto per una felpa grigia con la scritta bianca "ROCKY BALBOA".
Subito dopo prendo un paio di jeans strappati. Completo l'outfit con i miei soliti stivaletti rovinati neri.
Mi vesto e corro in bagno a truccarmi. Un po' di matita, mascara e voilà! Il miracolo!
In seguito mi pettino e lasciando i capelli sciolti, chiudo tutte le finestre della casa.
Riguardo l'orologio: le otto in punto.
A minuti Harry dovrebbe arrivare. E che farò una volta con lui?
Bella domanda. Una delle poche a cui ho paura di dare una risposta.
Mentre sono avvolta nei miei pensieri, sento suonare il campanello. Eccolo, è arrivato. È il momento di affrontare ciò che ho creato. Una serata con Harry... che genio che sono.
Prendo il telefono e le chiavi appoggiati sul tavolo e mi avvio verso la porta.

Quanto si sta bene in pantaloncini corti_ Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora