Gira il viso verso il sole e le ombre cadranno dietro di te (proverbio Maori)
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Seduto a un tavolino del bar vicino all'ospedale, Katsuki osservava con tristezza il suo telefono. Izuku aveva chiesto ai medici di interrompere ogni visita, compresa quella della madre. Perché? Cosa stava succedendo?
Aveva provato a chiedere a Inko, ma anche lei era rimasta spiazzata da tale richiesta. Purtroppo, essendo maggiorenne e pienamente capace di intendere e volere, Izuku aveva il diritto di fare quella scelta, anche se per Katsuki era del tutto incomprensibile.
Si domandava se l'infermiera a cui ogni giorno affidava il regalo per Izuku glielo avesse realmente consegnato. Non stava cercando di arrendersi, ma il dolore era insopportabile: giorno dopo giorno, Katsuki assisteva al cambiamento di Izuku nei confronti di tutti.
La tentazione di chiamarlo o di scrivergli era forte, ma sapeva di dover mantenere la parola data.
Delle voci familiari lo distolsero dai suoi pensieri, facendogli alzare lo sguardo. Erano Toru, Takashi, Takuya e un altro ragazzo di cui non riusciva a ricordare il nome.
Quando si accorsero della sua presenza, presero le loro ordinazioni e, senza nemmeno chiedere, si sedettero al suo tavolo.
- Pensi di venire qui ogni giorno fino a quando non verrà dimesso? - Chiese Takuya, mentre sorseggiava il suo caffè.
Gli occhi di Katsuki erano leggermente socchiusi, riflettendo una malinconia profonda mentre scrutava la sua tazza, perso nei pensieri.
Dopo aver espirato lentamente, il biondo alzò lo sguardo verso Takuya, rivelando una determinazione che sfidava la stanchezza e l'amarezza che lo attanagliavano.
- Anche tutte le notti, se fosse necessario - Rispose Katsuki, la voce ferma nonostante il peso del suo spirito.
- Se ti consola, non ha voluto più vedere nemmeno noi - Intervenne Takashi, mentre si asciugava la bocca con un tovagliolino, cercando di infondere un po' di conforto. - Non sappiamo cosa stia succedendo, ma sa che noi ci saremo sempre.
La sua voce era un velo di speranza in un momento di incertezze, un richiamo all'amicizia che resiste anche nei momenti più bui.
- Allora, cosa ci fate qui? - Chiese Katsuki, visibilmente perplesso.
I ragazzi si scambiarono sguardi incerti per qualche secondo, indecisi se rivelare il loro piano.
- Beh, vedi... di solito in ospedale si entra dall'ingresso principale, ma abbiamo pensato di... insomma, trovare un'entrata alternativa per arrivare alla sua stanza.- Spiegò il ragazzo.
Katsuki spalancò gli occhi, incredulo.
- E una volta lì, pensate davvero che non vi caccerà via? - Chiese, sollevando un sopracciglio.
Sho scoppiò in una risata.
- Ah, beh, lui ci proverà, conoscendolo... ma noi abbiamo anche i nostri assi nella manica per farlo stare zitto e ascoltare. - Rispose Sho, strizzando l'occhio.
Katsuki si sentiva sempre più preoccupato, angosciato. Quella sembrava una famiglia di sbandati fuori di testa, altroché.
- Ragazzi! Indovinate chi mi sta chiamando? - Esclamò Takuya, mostrando il telefono con un sorriso.
Era Izuku. Una fitta di ansia attanagliò lo stomaco di Katsuki. L
- Metti in vivavoce. - Propose Toru, sperando di ascoltare la conversazione.
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PER COLPA DI UN'ONDA
FanfictionIzuku è uno dei migliori surfisti del Giappone e si allena di continuo per poter arrivare a realizzare il suo più grande sogno, vincere la Championship Tour. solo cinquantaquattro surfisti verranno selezionati e si sfideranno in cinque tappe, alle...