Twentysecond;

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Fortunatamente, nel lettino rosa di Gemma, Harry non ebbe incubi.

Si sveglió la mattina, e trovó Louis gia in piedi e vestito, che aveva preparato la colazione.

I ricci erano una massa inguardabile, senza fine.

Infatti, quando Louis lo vide, si morse il labbro per non ridere.

-Zitto.- borbottò, mettendosi seduto e iniziando a mangiare.

-Allora.- la voce di Louis tremava appena. -Come hai dor...scusa non ce la faccio- esclamò scoppiando a ridere.

Harry rise, stropicciadosi gli occhi.

-Finito di prendermi in giro?- chiese, prima di versare altri cereali nella tazza.

-Si, scusa.- Ma c'era ancora una punta di divertimento nei suoi occhi.

-Come hai dormito?- chiese, riuscendo a non ridere.

-Quel letto é minuscolo, ma abbastanza bene.- alzó le spalle.

Prese il telefono e guardò l'ora.

-É tardissimo, ci vediamo dopo.- se ne andò scuotendogli i ricci e scoppiando di nuovo a ridere.

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Harry aprì di più gli occhi quando la prof. mostró un disegno alla lavagna.

-Ma tu ci stai capendo qualcosa?- chiese al suo compagno di banco.

L'altro lo guardó disperato.

Almeno non era l'unico.

-Styles!- lo richiamò l'insegnante di Fisica.

Fece finta di seguire per le altre due ore, piangendo internamente.

Quando andarono a pranzo, si sedette con Nick e Niall.

-Harry, come è andata la prima notte con Louis?- chiese, malizioso, il biondo.

-Niall!- Squittì il riccio arrossendo.

-Uuuh, qualcosa é successo quindi- si aggiunse Nick.

-No che non é successo nulla. Abbiamo parlato, poi cenato e parlato di nuovo. Nient'altro.- Spiegò.

Cambiò discorso, chiedendo a Niall della ragazza

L'irlandese arrossì. -É così dolce...- i suoi occhi si illuminarono appena.

Si ritrovarono ad ascoltare Niall parlare di Avril.

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Tornò a casa dopo gli allenamenti.

Il coach era piuttosto arrabbiato con lui, ma non lo espulse, era troppo importante per la squadra.

Arrivó da Gemma che era stata cambiata, e dormiva tranquillamente.

-Quando sono arrivato piangeva...- Louis comparve all'improvviso dietro il ragazzo.

-Oh, grazie.- sorrise dolcemente.

Louis ricambió il sorriso.

-Come é andata scuola?- chiese, una volta che uscirono dalla stanza.

-Uno schifo. Tre ore di Matematica, di cui due di Fisica, e le altre due di Inglese- Batté la testa sul tavolo.

-Ti aiuto?- chiese Louis, sedendosi accanto a lui.

Harry si sentiva strano a stare vicino a Louis, che sapeva della sua cotta.

-S-se vuoi.- balbettò imbarazzato.

Louis afferrò gli appunti di
Harry.

-Questo é quello che ha disegnato il professore sulla lavagna. Tu ci capisci qualcosa?- chiese sbuffando.

-Si, ma perché le so queste cose. Ha preso una laurea online questo tizio?- Disegnò uno schema su un foglio vuoto, spiegando mano mano i passaggi al riccio.

-Perché non vieni tu ad insegnare alla mia scuola?- scherzò il ragazzo.

-Perché purtroppo ci sono dentro anche io. Altri quattro anni di questo strazio.- Sbatté la testa sul tavolo, facendo ridacchiare Harry.

-Si bravo, ridi. Ci passerai anche tu!- Louis cominció a solleticargli la pancia, facendolo scoppiare a ridere.

-No! La pancia no!- esclamò Harry tra le risate.

Il riccio venne buttato sul divano, e Louis si mise sopra di lui, continuando a muovere le mani sulla pancia.

-Basta Louis!- protestó con le lacrime agli occhi.

Il liscio fermó i movimenti, osservando Harry. Aveva gli occhi chiusi e il battito leggermente accellerato.

Le labbra erano leggermente socchiuse, proprio vicino alle sue.

E per quanto ci provasse, non riuscì a smettere di guardarle.

Fortunatamente, Louis si accorse di ció che stava per fare, e si allontanó.

Ma quelle labbra, le desiderava.

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Twitter- GottakiIlurmind

Tutor || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora