Thirthy;

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Quando Anne tornó, Louis e Harry si spostarono in camera del riccio.

Si erano seduti, Harry sulle gambe di Louis, e le mani del liscio erano subito finite sulle guancie del piccolo, attaccando le loro labbra.

Si fermavano giusto per riprendere fiato, ma a nessuno dei due dispiaceva.

Le mani di Harry erano arpionate al collo del liscio spingendo la sua testa verso la propria.

Entrambi bramavano quel momento da tempo, era giusto che se lo godessero.

Nel loro bacio c'era dolcezza, ma anche passione.

Era un girovagare di lingue, ognuna a cercare il posto giusto.

-Lou?- ansimó Harry, alla ricerca di fiato.

Il liscio si staccó, sfiorando con la mano la sua guancia.

-Si?- chiese, osservando le labbra gonfie del piccolo.

-Domani c'é scuola...- sussurró, abbassando gli occhi. (Si Harry. Ti capisco. *sparisce*)

-Vuoi dormire?- chiede, alzandogli il viso, il liscio.

Harry annuì.

Probabilmente il giorno dopo sarebbe tutto sparito, ma aveva davvero davvero sonno. (Ti capisco Harry, di nuovo. *sparisce,di nuovo*)

-Va bene. Notte Haz.- Le loro labbra si toccrono in modo casto, prima che Harry si alzasse, e uscisse dala stanza.

Poi peró decise che si sarebbe goduto quel momento fino alla fine, così rientró, e si infiló tra le coperte, accanto a Louis, che sorrise.

Baciò la tempia ad Harry, per poi avvolgergli il corpo con le braccia.

-

-Lou, lasciamii- borbottó Harry, cercando di sfuggire alla presa del castano.

-Non andrai a scuola oggi.- borbottò assonnato, stringedo ancora di più Harry.

-Se lo avessi saputo abrei dormito nel letto di Gemma.- si lamentó.

-È per questo che non te l'ho detto.- Louis rise, baciandogli una guancia.

-Ora dormi che ho sonno-

-

Quando alla fine, dopo tre ore si alzarono.

E andarono a finire sul divano.

Avrebbero passato tutto il giorno insieme, coccolandosi e baciandosi.

-Louis?- Harry lo chiama, porgendogli il the.

-Si?- Afferró la tazza, prendendone un sorso.

-Dovrei fare un regalo di compleanno a Phoebe e Daisy?- Il liscio rise.

Gli lasciò un bacio sulla fronte.

-No. Gli diró che abbiamo fatto il regalo insieme.- Harry lo guardó.

-Allora ti dó i soldi.- Louis sbuffò.

-Harry sto vivendo a casa vostra, e tu vuoi anche pagarmi?- Il riccio sorrise e lo abbracciò.

-Uffa.- borbottó.

-Haz io non... so se ne vuoi parlare. Ma, perché hai...- Il piccolo lo bloccó.

-Non dirlo, ti prego. Me ne vergogno tanto. Mi odio per questo.- Il liscio lo bació.

-Non te ne vergognare, tu sei perfetto, okay?- Harry abbassó gli occhi.

-Mio padre.- disse solamente.

-Non ho mai visto tuo padre.- Louis era un po' confuso.

Harry rise tristemente. -Neanche Gemma. Ed é colpa mia.- Si morse il labbro e chiuse gli occhi.

-Hey Harry va bene, non parlarne se non vuoi, va bene, sul serio.- Prese il suo volto tra le mani, baciandogli le guance.

-Era omofobo. Se n'è andato.- Continuó, invece.

-Ci ha abbandonato. É  colpa mia.- Harry stava ormai quasi piangendo.

-No cazzo Harry non é colpa tua, okay? Vieni qui.- Lo attiró tra le sue braccia, e i pensieri sul padre sparirono.

Come poteva tutto ció essere sbagliato? Come poteva essere un errore ció che provava per Louis?

-

Ho cambiato perché non mi piaceva. In effetti lo avevo scritto dopo il pranzo a casa di mia nonna e dopo ciò non ho energie.

Twitter- GottakiIlurmind

Tutor || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora