Twentythird;

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Per una settimana andó tutto bene.

Nessun incubo per Harry, e Louis teneva le distanze, almeno fisicamente.

Harry un po' se ne accorse, ma si diede dello stupido.

La routine era, uscivano di casa insieme, Louis andava all'università, Harry al liceo.

Il liscio tornava verso mezzogiorno, si occupava di Gemma, studiava per un'oretta.

Preparava il pranzo, e allora tornava Harry. Mangiavano insieme, poi Louis aiutava il riccio con i compiti.

Poi o uscivano per affari propri, o guardavano un film.

Ma quel giorno, Harry aveva litigato con Niall.

Avevano, fortunatamente, chiarito in fretta, ma ci era rimasto parecchio.

Fu così, che quella notte ebbe un incubo.

Quando si sveglió, stava tremando.

Ma riuscì a controllarsi, più o meno.

Si alzó per andare in cucina, a bere un bicchiere d'acqua.

Camminó tremante fino alle credenza, da cui afferró un bicchiere.

Aprì l'acqua del rubinetto e riempì il bicchiere.

Piccoli flash riempivano la sua mente, ma li scacciava subito.

Ma continuava a tremare.

Cosí, il bicchiere cadde dalle sue grandi mani.

Si fracassò sul pavimento, con un rumore sordo.

Troppo familiare ad Harry.

Piccole schegge si infilarono nella carne del suo piede, ma se ne fregó, doveva sedersi.

Un piccolo ricordi colpì la sua mente.

(Qui stavo tipo ascoltando "Shouldn't come back di Demi Lovato, se volete ascoltatela)

Il padre era in piedi, davanti a lui. Era evidentemente ubriaco.

-Che fai lì, coso?- chiese, osservando Harry appoggiato alla porta.

-Voglio solo assicurarmi che tu stia bene...- Aveva quindici anni, e non immaginava nemmeno fino a dove potesse arrivare la cattiveria umana.

L'uomo rise, malvagiamente.

-Tu? Vuori aiutare me?- continuó, a ridere, fino a che la sua faccia passò ad una smorfia di disgusto, per poi passare alla rabbia.

Afferró una delle bottiglie, vuote, di vetro verde, accanto a lui.

La scaglió ferocemente verso il ragazzo, che fortunatamente si spostó.

-Papà che stai...- venne interrotto.

-Io non sono tuo padre! Non ho creato un essere come... come TE!- Afferró un altra bottiglia, che questa volta colpì l'orecchio di Harry.

Il sangue coló sul collo del ragazzo, che non se ne curò.

-Non capisco... che ho fatto di male?- cominció a piangere.

Anne arrivò di corsa, con ancora il pancione.

E pensare che tre settimane prima erano tutti così felici per l'arrivo di Gemma.

-Des!- La donna corse verso il marito, che fortunatamente non la colpì.

Il ricordò svanì. Harry si svegliò dal suo stato di trance sul pavimento, sudato, piangente, e tra le braccia di qualcuno.

Di Louis.

Aveva sentito il rumore del bicchiere, e di malavoglia si era alzato.

Ma quando aveva visto Harry in quelle condizioni era corso, letteralmente.

Aveva gli occhi sbarrati e continuava a piangere, sussurrandó qualche 'papà' ogni tanto.

Lo aveva stretto a sé, sentendo il suo cuore battere velocissimo.

Erano così da un ventina di minuti quando finalmente Harry cominció a calmarsi.

Le lacrime diminuirono, i respiri si fecero più regolari.

Louis passó i suoi pollici sulle guance del riccio, asciugando le ultime lacrime scese.

-G-grazie Louis.- sussurró con voce roca.

Louis gli bació delicatamente il naso.

-Non dirlo nemmeno.- rispose tranquillamente.

-Domani non vai a scuola. E io non vado all'università.- affermó convinto.

Harry sbarró gli occhi. -No, Louis vai. So stare da solo.-

Il liscio lo aiutó ad alzarsi.

-Era una affermazione.-

Insieme entrarono in camera di Gemma.

Si misero seduti, in silenzio, fino a che Louis non prese la mano di Harry.

L'altra si posizionó sulla sua guancia.

Erano vicini, terribilmente vicini.

E Louis non poté non notare quanto Harry fosse dannatamente bello.

Quei riccioli ribelli che gli finivano sugli occhi.

Gli occhi, verdi come due smeraldi, che in questo momento erano rossi e lucidi.

Le sue guance, che contenevano due strafantastiche fossette.

Le labbra rosee e carnose, che in questo momento accoglievano le sue.

-

Il bacio Larry, aww.

Anyway, sono in vacanza quindi non so quanto posteró... i capitoli sono gia pronti, per cui ce la dovrei fare, ma potrei... dimenticarmi.

Twitter- GottakiIlurmind

Tutor || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora