Capitolo 2

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Senza nemmeno avere il tempo di accorgermene, la prima settimana a Londra era volata. Zia Rose ed Aiden mi avevano portata in giro praticamente ogni giorno, e ora conoscevo Londra quasi fosse da sempre la mia città.

La sera tornavamo sempre sfiniti dalle lunghe passeggiate che zia Rose mi costringeva a fare, infatti il più delle volte mi dimenticavo di telefonare a mio padre, cosa che lui non mancava di farmi notare il giorno dopo.

Comunque, dovevo ammettere che mi stava piacendo; Londra era tranquilla rispetto alla caotica Miami, l'avrei addirittura preferita alla mia città natale se solo non avesse piovuto sempre.

Mi piaceva la pioggia, mi faceva rilassare e riflettere, ma troppa pioggia mi snervava.

La sera prima del mio primo giorno nella nuova scuola decisi di chiamare la mia migliore amica Julie.

Julie l'avevo conosciuta quando Margot era appena morta e mamma se n'era appena andata di casa, ed era stata la mia ancora per molti anni. Al liceo ci eravamo allontanate, ed io ero rimasta davvero sola, ma da qualche mese aveva riallacciato i rapporti con me.

Aveva preso male la mia decisione di partire per Londra, ma si era rassegnata e io le avevo promesso che ci saremmo sentite spesso.

«Hey Juls» esclamai non appena la voce di Julie rispose dall'altro lato della cornetta.

«Sarah?»

«Proprio io» confermai con un sospiro.

La mia amica parve preoccupata. «Ti sento giù di morale. Tutto bene?»
Sospirai di nuovo. «È tutto ok, davvero, mia zia e Aiden sono due angeli, ma...mi manca un po' l'America» confessai. Finalmente potevo dirlo a qualcuno.

«Oh, torna qui ti prego!» mi implorò Julie.

Sorrisi. «Sai che non posso, voglio trovare la vera me stessa e Miami mi ricorda troppe cose tristi.»

«Sarah, sono passati anni...»
«Quello che è successo resterà per sempre. Io ho perso una famiglia, capisci? Miami mi ricorda mia madre e Margot e la mia famiglia quando era unita. Non volevo restarci più.»
Julie preferì cambiare argomento. «E la scuola?»

Deglutii. «Comincia domani. Vado all'East London.»
Julie parve leggermi nel pensiero, perché subito disse: «ti troverai bene, vedrai. Basta che non mi dimentichi eh!» scherzò.
«No, non lo farò. Ora vado, qui è tardi e domani devo svegliarmi presto.»
«Tienimi aggiornata, piccola. Ti voglio bene.»
Sorrisi. «Anche io, Juls. Anche io» e poi riattaccai.

Julie mi mancava molto e avrei voluto fosse qui con me anche solo per un po'. Avevo una terribile paura di restare sola, di non farmi nuovi amici. E il giorno dopo avrei dovuto dare il meglio di me stessa per farmi apprezzare dagli altri.

Il mattino dopo feci colazione in silenzio. Ero tesa, quasi come se dovessi svolgere un esame, e alle domande di mia zia rispondevo a monosillabi.

Dopo la colazione corsi a vestirmi, e per l'occasione scelsi un jeans leggermente attillato e la t-shirt più carina che avevo. Dopodiché mi truccai con un filo di matita e mascara e raccolsi i capelli in una treccia morbida e fui pronta a scendere.

Aiden mi aspettava nella sua macchina: avevamo stabilito che mi avrebbe accompagnato lui a scuola e io avevo insistito di tornare a piedi almeno al ritorno.

«Allora, come ti senti?» mi chiese, appena fummo soli nella sua macchina.
«Mmm» mugolai.

Aiden mi guardò. «Ti troverai bene, sono tutti gentili.» Non risposi, il cuore che batteva a mille.

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