Capitolo 44

5.2K 221 9
                                    

Sarah

<<Finalmente soli>> annunciò Matt con voce roca, richiudendosi la porta alle spalle.

<<Matt, qualunque cosa tu voglia dirmi, sappi che non mi importa più...>> esordii, ma fui interrotta dalla risata raggelante di quello che fino a qualche mese fa consideravo un ragazzo perfetto sotto tutti i punti di vista.

<<Credi davvero che io voglia parlarti, piccola ingenua?>> disse Matt.

E che cazzo stiamo a fare qui allora?

<<No>> continuò, avvicinandosi <<non voglio parlare. Non ora.>>

<<Cosa vuoi fare allora?>> chiesi con tono di sfida.
Qualunque cosa volesse, doveva fare alla svelta: Dave sarebbe rientrato presto in sala e avrebbe scoperto la mia assenza. E allora sì che sarebbero stati guai.

<<Voglio prendermi ciò che non mi hai concesso quando stavamo insieme>> sussurrò Matt, facendomi raggelare all'improvviso. <<Voglio te.>>

Merda, no. Ma quanto poteva essere malato quel ragazzo?

Matt si avvicinò ancor di più e mi spinse contro la parete, poi comincio a lasciare una scia di baci sul collo.

<<No, Matt...>> tentai di spingerlo via. In fondo era anche ubriaco, forse era per questo che aveva oltrepassato il limite.

<<Zitta!>> urlò Matt appioppandomi uno schiaffo sulla guancia. I miei occhi lacrimarono per il colpo subito. <<Quello stronzo non deve avere ciò che a me è stato negato, mai!>>

Le gambe mi cedettero e mi ritrovai seduta sul pavimento, a coprirmi con una mano la guancia dolorante, e con l'altra a tentare di contrastare Matt.

<<Matt, fermati, sei solo ubriaco!>> urlai fuori di me.

Matt si interruppe per un attimo, e così potei approfittarne di massaggiarmi il collo, dove mi aveva lasciato un succhiotto.

<<Solo ubriaco?>> disse. <<No, Sarah, non sono solo ubriaco. Io ti voglio davvero, e se tu non vuoi tornare da me, ti avrò con la forza!>>

Cominciai a piangere mentre Matt continuava la sua opera sul collo per poi passare al viso e alle braccia.
Contemporaneamente cominciò a sfilarmi il vestito, e quando rimasi in intimo, fece una faccia soddisfatta.

<<Lo sapevo che avevi un bel corpicino>> ghignò, per poi avventarsi sul mio addome.

Con una mano tentò di slacciare il reggiseno mentre con l'altra tentava di infilarla nelle mutandine, ma riuscii a riacquistare un po' di forza di spirito e lo contrastai.

La seconda sberla mi arrivò in faccia, e il dolore, bruciante e asfissiante, mi mozzò il fiato.

Dave, dove sei? Perché non vieni a salvarmi?

Matt sembrò leggermi nel pensiero perché sorrise, il sorriso del predatore che ha l'esclusiva della sua preda. <<Il tuo ragazzo non verrà>> disse.

Si abbassò i pantaloni e rimase in boxer, poi continuò a palparmi attraverso il tessuto delle mutande.

<<Basta, ti prego, basta!>> urlai, piangendo. <<Farò tutto quello che vuoi, ma ti prego, smettila!>>

<<Sai benissimo cosa voglio da te...>>

<<LASCIALA STARE!>>

Mi voltai verso l'urlo. La porta si era spalancata e sulla soglia si stagliava il profilo indistinguibile di Dave: era livido in volto e stringeva i pugni convulsamente.

ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora