David
Uno, due, tre. Sbam.
Uno, due, tre.<<Okay, può bastare.>>
La voce del mister mi induce a interrompere l'esercizio.
Vorrei ripetere all'infinito queste serie di affondi.Volevo riversare la mia frustrazione, sfogarmi su qualcosa e ho ottenuto un posto in una palestra di Londra.
Devo ammettere comunque che, nonostante la palestra, non riesco a trovare ancora quel briciolo di serenità, quella pace che viene dopo la tempesta.
Io l'ho avuta per un periodo la pace, ma, da stronzo che sono, me la sono lasciata sfuggire.
Mi avvio tutto sudato verso gli spogliatoi maschili, e come sempre, vengo accerchiato da un gruppo di ragazze in canotta e leggings che hanno tutta l'aria di voler essere portate a letto. Da me.
<<Levatevi>> dico, piuttosto bruscamente, e quelle di risentono: ma che se ne andassero pure a fanculo!
Io non cerco ragazze, non cerco l'amore.
Io l'amore l'ho già trovato a dire il vero.
E l'ho perso.Recupero dal mio borsone un asciugamano e vado a farmi una doccia veloce: a casa non ho mai il tempo di farla, e sinceramente preferirei restare in quel luogo il meno possibile.
Anche lì le cose non vanno per niente bene.
<<Ci vediamo domani mattina, allora>> mi saluta il preparatore atletico, sorridendomi gentilmente.
Ricambio il sorriso. <<Domani mattina sono a scuola, Bob.>>
Bob è quel genere di persona che sembra essere nato apposta per tipi complicati come me.Ti sta semplicemente vicino senza chiederti nulla.
E infatti lui non sa niente di me, io non gliel'ho voluto dire.
Non perché non mi fidassi, ma perché parlarne mi avrebbe fatto ancora più male.Esco dalla palestra e salgo sul mio scooter; quello stronzo di Roy si è preso la macchina oggi, e io mi sono dovuto accontentare del motorino.
Guidando verso casa, decido di cambiare strada: c'è prima un luogo dove vorrei andare.
Le villette di Chelsea sfilano velocemente ai miei lati, finché non trovo quella che cerco: la graziosa casa tutta bianca, lì dove abita il mio angelo.
Le imposte delle finestre sono aperte al piano superiore, e c'è una macchina parcheggiata nel vialetto: segno che gli Smith sono in casa, e con loro, molto probabilmente, lei.
Ma che dico probabilmente?
Lei deve esserci. Non ho preso in considerazione la possibilità che sia rimasta in America, ma la conosco fin troppo bene, è troppo orgogliosa per scappare.Mi imbambolo davanti a quella casa fino all'imbrunire, quando le prime luci in strada vengono accese e la casa si illumina.
Il mio cuore perde un battito: la finestra del piano superiore, leggermente aperta, ora è illuminata, lasciando intravedere un'ombra.
Una piccola ombra, fragile come la persona a cui appartiene, va avanti e indietro per la stanza.
Mi incanto a guardare il riflesso della ragazza che amo, riconoscendola nei piccoli dettagli: nel modo in cui si pettina i capelli, quando sorride e quando una piccola ruga le increspa la fronte, segno che è pensierosa.
Sta sorridendo a qualcosa, forse sta messaggiando con Malika, la sua migliore amica.
Ma se non fosse Malika? Se fosse un ragazzo che le sta scrivendo in questo momento?
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Obsession
RomanceSarah e Dave, 17 e 18 anni, due mondi apparentemente lontani, che si scontreranno inevitabilmente. Riuscirà la chimica che c'è tra di loro a vincere su tutto? #1 - Teens (08/08/18)