Dopo pranzo, quell'alone di serenità che ci aveva accompagnati fino a poco prima, scomparve.
Roy doveva andare al lavoro, Susan si ritirò in camera sua per studiare, e i gemelli nella loro per giocare alla play station.
Io e Dave salimmo in camera sua, tutta in ordine dopo la notte precedente, e per un istante credetti che avremmo rifatto l'amore.
Infatti cominciammo a baciarci dapprima teneramente, poi Dave approfondì il bacio e nel mentre mi trovai di nuovo stesa sul letto, come la mattina.
Un deja-vu che avrei potuto ripetere all'infinito, tanto sarebbe stato sempre perfetto ed estatico come la prima volta.
Ma presto Dave si staccò da me. <<Vieni>> mi disse, prendendomi per mano e facendomi alzare. <<Ho intenzione di farti conoscere una persona.>>
Conoscere una persona a quell'ora della domenica?!
<<Chi è?>> chiesi, incuriosita.
Dave sorrise enigmatico. <<Una sorpresa.>>Mi sistemai bene i capelli, che Dave mi aveva scompigliato poco prima e lo seguii al piano di sotto, fino al box auto, dove c'erano tre motorini.
Dave salì sul suo e mi tese una mano per farmi salire dietro di lui; come al solito, mi strinsi attorno ai suoi fianchi, rabbrividendo per il freddo e per il piacere di stare a stretto contatto con lui.
<<Non mi stringere così o rischio di saltarti addosso>> ammiccò Dave, dando vita al motore.
Sfrecciammo per alcune strade di Londra che non avevo mai visto e intanto mi chiedevo chi volesse farmi conoscere e perché sembrava tenerci così tanto.
Alla periferia di Londra, cominciò a rallentare, fino a fermarsi completamente davanti ad una struttura immensa e imponente.
Senza dire una parola, mi prese per mano e si avviò verso l'ingresso di quel palazzo, e man mano che ci avvicinavamo all'entrata, potei riconoscere che struttura fosse.
Infatti, una scritta sovrastava il portone di ingresso, vergata a lettere cubitali e grigie:
CASA DI CURA E COMPLESSO OSPEDALIERO "QUEEN MARY".Dunque era sua madre che voleva farmi conoscere.
Quella casa di cura era la casa dove era ricoverata sua madre.Strinsi ancor più forte la mano di Dave, e lui guardò avanti con determinazione, poi entrammo.
L'interno era tutto bianco. Bianche le pareti, bianche le piastrelle, bianca la scalinata che si apriva davanti a noi, bianche le divise delle infermiere.
Era troppo spazioso, troppo ordinato e silenzioso.
Ma il silenzio era solo apparente, perché io avvertivo, dentro di me, le urla mute che lanciavano i ricoverati.Urla di dolore, di sofferenza, di supplica.
Urla di chi aveva perso tutto, anche la voglia di vivere.La tristezza mi piombò addosso in quel luogo freddo e dall'aria austera, e sentii il mio cuore raffreddarsi.
Come era possibile che ci vivessero delle persone?Dave si avvicinò al bancone, dove erano sedute alcune infermiere che scrivevano qualcosa, e si schiarì la gola.
<<Desidero andare a trovare mia madre>> dichiarò, rivolgendosi ad una donna di mezz'età, dall'aria composta e severa.
La donna alzò lo sguardo e ci penetrò con i suoi freddi occhi azzurri.
<<L'orario di visite comincia fra mezz'ora>> annunciò, impassibile.<<Ma so che a mia madre fa piacere ricevermi prima, per passare un po' più di tempo con me>> proseguì Dave imperterrito.
La signora sorrise falsamente. <<Tua madre è la signora Grant, dico bene? Non dovrebbe ricevere visite in teoria, non dopo essere scappata.>>
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Obsession
RomanceSarah e Dave, 17 e 18 anni, due mondi apparentemente lontani, che si scontreranno inevitabilmente. Riuscirà la chimica che c'è tra di loro a vincere su tutto? #1 - Teens (08/08/18)