Capitolo 1~Anniversario

238 20 6
                                    

Era il 1 di Febbraio. Un anno. Un anno che non uscivo. Un anno che ero a Londra. Un anno che ero rinchiusa qui, in questa casa. Era passato un anno dal mio rapimento. Era ormai un anno che non avevo più la mia vita.

Molly:"Sarah, muoviti con quella roba." Disse acida come sempre la quarantenne che mi aveva rapita insieme a suo marito.

Mi affrettai a condire per bene la pasta per poi portare i due piatti in tavola.

Appoggiai i due pezzi di ceramica sulla soffice tovaglia bianca di valore e poi mi allontanai.

Molly:"non ho finito, Sarah." Disse calcando per bene il mio nome.

Gia, ormai neanche più quello mi apperteneva.

Mi fermai di scatto e mi girai.

Molly:"Orazio sta per tornare dal lavoro e voglio che trovi qualcosa di cucinato per cena. Io questa sera sono stata invitata ad una festa e pertanto voglio che lucidi le mie decoltè numero 13." Mi disse distrattamente mentre continuava a leggere una delle sue solite riviste di gossip che io tanto odiavo.

Io:"si signora Kooper." Risposi come dovevo.

Girai i tacchi e mi avviai in cucina.

**

Erano le 3:30pm e avevo appena finito di cucinare del pollo per Orazio.

Entrai in salotto e notai che Molly non era lì.

Così decisi di sparecchiare. Lavai i piatti, le posate e il bicchiere.

Ripiegai ordinatamente la tovaglia e la riposi nel cassetto dell'impotenente struttura in ciliegio della cucina.

Spazzai e lavai il pavimento.

Per me era un giorno davvero orribile. Non volevo stare qui. Non volevo fare la sguattera come stavo facendo da ormai un anno. Rivolevo indietro la mia vita.

Non che fosse stata meglio la mia vecchia vita. Ma era normale e tranquilla. Andavo bene a scuola e avevo due genitori fantastici che mi amavano.

Poco più di due mesi fa, sentii al telegiornale che avevano riunciato ormai a cercarmi e che mi avevano dato per morta. Non so cosa sia accaduto relamente, ma stetti comunque male nel sapere che i miei non vollero continuare ad indagare sul mio caso.

Certo, Londra era lontana da New York, ma non si sarebbero dovuti arrendere così...

Salii nella mia stanza: la soffitta.

Era tutta grigia, avevo solo una piccola scrivania con una sedia, un letto, una piccola finestra e un piccolo armadio.

Quella finestra era la mia vita. Passavo ore a guardare fuori, tutte quelle luci così belle e vive, tutte quelle persone che potevano permettersi di essere libere e poter scegliere nella loro vita.

Decisi di mangiare quel poco che mi era stato concesso dai Kooper.

Mi sedetti sulla vecchia e scricchiolante sedia di legno e iniziai a mangiare la mia piccola ciotola di riso. Gia, solo riso dato che ieri avevo dimenticato di pulire una finestra del salone.
Questo sarebbe stato il mio unico pasto per oggi. E mi erano stati concessi solo tre bicchieri d'acqua in tutta la giornata.

Per evitare altre punizioni, scesi al secondo piano e bussai alla porta della camera da letto di Molly e Orazio.

Molly:"entra." Gridò con tono freddo. La glacialità di quella donna era davvero qualcosa di orribilmente irritante.

Era gia pronta nonostante fossero solo le 5:00pm.

Era una bella donna, ma ciò che aveva dentro la rendeva davvero brutta agli occhi di chi la conoscesse realmente.

I suoi capelli biondo platino tiniti erano raccolti in uno chignon, indossava un tubino rosso fuoco con una profonda scollatura sulla schiena e sul seno. Una collana d'oro abbinata agli orecchini molto vistosi e pendenti. Gli occhi truccati di grigio scuro e le labbra di un rosso fuoco come il vestito.

Molly:"avanti mocciosa, lucidami le scarpe." Sputò continuando a truccare i suoi occhi davanti allo specchio d'argento della sua stanza.

Aprii l'armadio delle scarpe e osseravi i ripiani in cui vi giaceva un cartellino bianco con su scritto a caratteri color oro 'decoltè'.

Cercai sul ripiano di cristallo la coppia di scarpe numero 13.

Quando le trovai, le presi e le poggiai sul pavimento.

Riuchiusi nuovamente le ante dell'armadio e poi scesi al piano di sotto. Entrai nel bagno di servizio e frugai nei mobili finichè non travi ciò che mi serviva.

Lucidai le scarpe di Molly, le posai sulle mattonelle e poi mi lavai le mani.

Ripresi le decoltè e le portai di sopra.

Le mie Converse nere ormai erano vecchie e consumate. I miei jeans grigi stavano iniziando ad usurarsi sulle ginocchia e la mia felpa bianca preferita stava iniziando a lasciarmi.

Avevo bisogno anch'io di nuovi vestiti, ma dovevo arrangiarmi con quel che avevo. Di certo non volevo avere punizioni come frustate o tagli vari da parte di Orazio e Molly.

Molly:"ce ne hai messo di tempo piccola puttana." Ormai ero abituata ai svariati modi in cui Molly e Orazio si riferivano a me.

Mi dava tremendamente fastidio, soprattutto se pensavo al fatto che tra poco più di un mese avrei compiuto gli anni. Chiedevo soltanto quel pcoo di rispetto nei confronti della piccola me che era rimasta. Gia, perchè ormai non avevo più nulla di mio.

Porsi le acarpe a Molly che le calzò abilmente.

Molly:"cosa cazzo guardi ragazzina? Fuori da qui!" Urlò contro di me.

Ubbidii senza dire una parola e uscii dalla stanza della strega.

Mi rifugiai in soffitta. Qui c'era sempre tanta polvere. Dovevo pulire per la seconda volta in questa settimana. Ma non avevo di certo intenzione di vivere nella polvere.

Così, con pazienza, iniziai a pulire la stanza da cima a fondo.

------

So che non è un granchè, ma vi assicuro che i prossimi capitoli saranno molto più interessanti.
Quindi, continuate a leggere!!

PURPLE ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora