HARRY'S POV
Pensavo davvero che sarebbe stato facile reprimere i miei sentimenti, ciò che provavo per Madison. Ma a quanto pare -ancora una volta- avevo sottovalutato tutto ciò che stava crescendo in me.
Liam:"eravate davvero carini mentre dormivate su quel divano." Ghignò e per poco non mi venne voglia di prenderlo a schiaffi per il tono serio che aveva usato nella sua precedente affermazione.
Liam:"ti sei davvero innamorato del tuo angelo, amico." Affermò.
Soltanto pochi istanti dopo mi accorsi che aveva chiamato angelo la mia Madison.
Stavo per urlargli contro di non permettersi più in alcun modo di chiamarla così, quando ragionani di non averla mai chiamata 'angelo' davanti a lui.
Io:"no, non dirmelo Liam..."
Liam:"si invece Harry. Lo hai detto, due volte, nel sonno."
Mi passai una mano nei capelli frustrato.
Non poteva essere. Non può essere che l'ho chiamata angelo due volte nel sonno.
Liam:"Harry, tu la ami?" Mi chiese questa volta al massimo della serietà Liam.
Io:"io...è complicato Liam. Dannazione." Imprecai strofinandomi i palmi delle mani sulla faccia.
Sospirai rumorosamente.
Io:"lei vuole ritornare a New York con i soldi che sta guadagnando facendo le serate al locale di quel Niall. E se davvero tornerà lì, io non potrò fare più nulla. Voglio che nessuno dei due soffra Liam, soprattutto lei che ne ha gia avuta abbastanza. Ma è difficile cazzo, è fottutamente difficile tenersi tutto dentro."
Liam:"non posso dire di capirti Harry, io non ci sono mai capitato in situazioni del genere. Ma posso solo consigliarti, da buon amico, di fare ciò credi sia più giusto, per entrambi. Solo...non temi di scoppiare da un momento all'altro?"
Aveva ragione, aveva fottutamente ragione. Sarei potuto scoppiare all'improvviso, senza nessun preavviso e avrei potuto fare qualche schiocchezza in preda alle emozioni. E non potevo permettermi un errore simile.
Non sarò io a porre altri ostacoli sul suo cammino, non sarò io la causa di altre sofferenze.
Io voglio essere la causa del suo sorriso, di quella luce che si accende nei suoi occhi...
Voglio farla stare bene, non farla soffrire per qualcosa che nessuno dei due potrà mai ottenere.
Se lei aveva deciso che sarebbe ritornata a New York qualche settimana dopo i suoi diciotto anni, allora non sarei stato io a condizionare la sua vita.
È gia stata privata di fin troppe cose fino ad ora. E io ne ero talmente innamorato che non volevo altro che la sua felicità. La mia sarebbe arrivata dopo, in seguito alla sua.
Io:"no! Farò in modo che non succeda Liam. Quello che provo lo terrò per me." Dissi alzandomi.
Liam:"Harry...solo...pensaci bene, ok? Le soluzioni ci sono e lo sai."
Io:"e ci sono anche le conseguenze però Liam. Non potrei mai andarmene a New York di punto in bianco. Ne tantomeno costringerla a rimanere qui. Non lo farò se è quello che stai pensando." Dissi poggiando la tazza nel lavandino.
Liam:"sai amico, si dice che ci si rende conto del valore delle cose o delle persone solo quando stai per perderle. Quindi, prima che sia troppo tardi, pensa ad una soluzione e in fretta. O scoppierai all'improvviso senza neanche accorgertene Harry. E lì si che soffrirete entrambi. Quindi, fa attenzione." Mi raccomandò prima che potessi lasciare la cucina per andare a prepararmi.
Liam aveva ragione, come sempre. Ma io cosa avrei dovuto fare?
Adesso ogni scelta sembra essere quelle più giusta, ma anche la più sbagliata.
Cosa devo fare?
MADISON'S POV
Dovevo andare alle prove con i ragszzi al locale, dovevo sbrigarmi. Me n'ero dimenticata.
Infilai il maglioncino color panna, i jeans neri stretti e le converse e scesi al piano di sotto trovando i ragazzi con il solito loto out-fit da lavoro.
Liam:"noi andiamo, ci vediamo a pranzo." Mi sorrise aprendo la porta.
Cavolo, stava piovendo e io dovevo andare alle prove con la band. Niall mi aveva appena mandato un messaggio.
Harry:"a dopo angelo." Disse Harry baciandomi dolcemente una guancia.
Amo quando mi chiama angelo. Mi vengono sempre quei brividi...
Arrossii e li salutai entrambi.
Mi diressi in cucina: feci i piatti e lavai il pavimento.
Controllai il cellulare.
Niall:"tra dieci minuti iniziano le prove. Ti aspettiamo :)"
Mi affrettai ad infilare il giubboto e a prendere un ombrello.
Non dissi nulla ai ragazzi su dove dovevo andare perchè sapevo che mi avrebbero costretta ad accettare un loro passaggio. Ma io non volevo, non volevo facessero tardi a lavoro per colpa mia. Quindi, mi arrangiai.
Chiusi la serratura e decisi di raggiungere il locale in autobus anche se era molto vicino. Non volevo bagnarmi
Aspettai solo qualche minuto alla fermata sotto casa, prima che uno dei tipici bus rossi di Londra si fermasse.
Salii con una certa fretta e mi sedetti nel primi posto libero.
Sospirai, ero stata fortunata.
"Hey!" Mi salutò qualcuno, la persona davanti a me.
Sollevai lo sguardo e incontrai gli occhi marroni di Cameron.
Sorrisi e mi alzai prendendo posto accanto a lui.
Io:"hey Cam, come stai?"
Cameron:"bene e tu?"
Io:"bene." Sorrisi e lui ricambiò.
Cameron:"pensavo abitassi qui vicino."
Io:"infatti, però ho preso il bus perchè volevo evitare di farmi zuppa come la prima volta che sono entrata nel locale." Ridemmo entrambi.
Io:"e tu invece? Sei lontano dal bar?"
Cameron:"abbastanza e con la mia macchina facciamo a turno io e mio padre." Sospira.
Io:"capisco. Valentine?" Chiesi volendo cambiare argomento.
Non volevo che pensasse fossi una di quelle ragazzine invadenti che non aspettano altro che confessi i fatti tuoi per poi dirli al mondo intero.
Io non sono mai stata così, ne mai lo sarò.
Cameron:"non viene oggi, ha l'influenza. Ieri sera l'ha riaccompagnata Liam a casa visto che erano usciti e lei non si era sentita bene."
Giusto, ieri sera Liam era rimasto al Candy Coffee.
Harry occupa davvero troppo spazio nella mia testa. Pensai.
Io:"povernia, spero che stia meglio adesso." Dissi mentre entambi scendevamo dall'autobus.
Cameron:"diciamo che potrebbe stare meglio." Mi sorrise tenendo aperta la porta per me.
Lo ringraziai e poi salutai tutti gli altri.
Che le prove abbiano inizio.