MADISON'S POV
Niall:"Maddy, vieni alle prove alle 11a.m?"
Io:"si, il tempo di preparami e sono da voi."
Salii in camera mia e aprii l'armadio prendendo un maglione lungo bordeaux monospalla, leggins neri e Dottor Martens.
Uscii in corridoio e passai accanto alla porta di Harry.
Rimasi ferma per un minuto lì davanti aspettando che accadesse qualcosa, qualcosa che non sarebbe mai successo.
Si udiva solo silenzio e nient'altro. Nulla più rumoroso, straziante e assordante dell'assoluto silenzio.
Scossi di nuovo la testa sospirando pesantemente.
Entrai in bagno e mi feci una doccia e uno shampoo cercando di rilassarmi il più possibile.
Una volta che fui asciugata e vestita, lavai i denti.
Uscii dal bagno dopo essermi truccata con un filo di mascara e del correttore, non mi andava di mettere altro, preferivo rimanere neutra quella mattina.
Stavo per scendere le scale, quando mi ricordai di tutte le volte che ero uscita senza avvisare nessuno. Le conseguenze non erano state affatto piacevoli ne tantomeno divertenti.
Così, riluttante, mi avvicinai alla porta di Harry.
Rimasi con la mano sospesa a mezz'aria, indecisa sul dafarsi.
Non ero davvero pronta a rivedere i suoi occhi, mi si sarebbe spezzato ancora di più il cuore.
Bussai prendendo coraggio, ma dall'altra parte non vi fu risposta.
Così, entrai cautamente e silenziosamente, con il cuore che batteva a mille.
Mi avvicinai alla figura stravaccata e attorcigliata tra le lenzuola bianche e candide come il suo profumo.
Si era tolto la maglietta gettandola dall'altra parte della stanza e aveva le braccia posate disordinatamente accanto al suo corpo possente e muscoloso.
Ammirai per un attimo il suo torace perfetto e decorato di inchiostro che entava in perfetto contrasto con la pelle leggermente abbronzata che tanto amavo.
I miei occhi percossero ogni centimentro della sua pelle fino ad arrivare al suo viso angelico incorniciato da una chioma non troppo lunga di ricci ammassati disordinatamente su vari punti indefiniti della federa del cuscino.
Le sue labbra a forma di cuore si completavano l'un l'atra e il loro colore era qualcosa di surreale.
La sua mascella ben definita lo rendeva attraente e uomo, e il suo naso leggermente pronunciato era perfetto per i baci all'eschimese che tanto desideravo.
Le sue ciglia sfioravano impercettibilmente i suoi zigomi perfetti e ben delineati.Tuttavia, la lucentezza delle sue guance attirò inaspettatamente la mia attenzione.
Mi avvicinai ancora a lui accovacciandomi per arrivare davanti al suo viso.
Stava piangendo.
Per quale motivo stava piangendo?
Stava dormendo non è vero? E allora perchè piangeva? Un incubo?
Prima che un'altra lacrima potesse cadere sulle lenzuola, la raccolsi delicatamente con le mie dita.
Avevo paura di svegliarlo.
Il mio cuore si distrusse nel vederlo così. Avrei voluto aiutarlo, avrei voluto davvero comprendere il motivo di quelle lacrime, ma sapevo gia che non mi avrebbe mai concesso di conoscerlo.
Harry era un ragazzo molto aperto a modo suo, amichevole, gentile, generoso, intelligente e dolce. Ma c'era anche una parte di lui che avevo riscontrato più volte: la riservatezza e il mistero.
Harry, anche se lo conoscevo bene, non potevo affermare di conoscerlo come le mie tasche.
C'era sempre qualcosa di lui che non conoscevo. Era una continua scoperta per me, qualcosa di ancora inesplorato. Ed ero sicura che lui mi stesse nascondendo qualcosa, qualcosa dalla quale cercava di fuggire ogni volta che era con me.Ma la domanda era: cosa?
Sosporai mentalmente.
Harry mi causava tanti di quei grattacapi...e probabilmente non sarei mai stata in grado di risolvere quel suo lato enigmatico.
Mi alzai lentamente e mi avvicinai all'armadio. Presi una coperta blu abbastanza pesante e coprii il corpo doromiente della persona che amavo di più al mondo. Non volevo di certo che si ammalasse.
Afferrai la maniglia di metallo e guardai un ultima volta Harry, quasi per assicurarmi che nessuno me lo stesse portando via.
Ma lui non era, non è, e non potrà mai essere mio.
Richiusi molto lentamente la porta e scesi frettolosamente al piano di sotto.
Scrissi un veloce messaggio su un bigliettino e lo lasciai sul tavolo.
Sapevo che quando sarei tornata ne avrei sentite delle belle perchè fino a questa mattina presto stavo male e anche perchè questa notte le medicine non erano bastate.
Ma avevo davvero bisogno di distrarmi, uscire e schiarirmi le idee. E un pò d'aria fresca non mi avrebbe fatto poi così tanto male.
Infilai il mio solito berretto nero, il giubbotto e uscii.
Respirai, come sempre, l'intensa aria caotica di Londra.
Quel giorno perfortuna, il destino aveva deciso di darmi una mano, almeno con il clima. Non faceva particolarmente freddo e ogni tanto qualche raggio di sole sfiorava la mia pelle provocandomi sollievo dopo qualche piccola raffica di vento invernale.Non potevo dire che il cielo fosse particolarmente grigio, ma si sa, le nuovole inglesi non mancavano mai.
Tra il cercare di evitare donne e uomini vestiti di tutto punto che andavano di fretta e adolescenti concentrati sui loro cellulari, arrivai al locale di Niall tutta intera.
L'intenso odore di cappuccino e caffè era da sempre stata la cosa che preferivo di quel posto, ciò che mi attirò anche la prima volta che entrai qui.
Se solo ripensavo a come avevo conosciuto la mia band, sorridevo spontaneamente.
Cameron:"hey, tutto ok? Mi ha davvero fatto preoccupare il comportamento di ieri di Harry. È successo qualcosa?" Chiese quando mi avvicinai al bancone per salutarlo come sempre.
Io:"no, non preoccuparti. Avevo solo il cellulare spento ed ero uscita a fare un giro." Sorrisi falsamente, non ero di buon umore, anche se non lo meritava. In fondo era un bravo ragazzo oltre ad essere un buon amico.
Luke:"oh eccoti!" Esclamò Luke facendomi voltare verso di lui.
Gli occhi azzurri di quel ragazzo erano qualcosa di stupendo.
Ma mai paragonabili alla bellezza di quelli di Harry.
Scacciai velocemente quei pensieri dalla mia testa.
Dovevo distrarmi, dovevo pensare ad altro anche se era difficile.
Era difficile non pensare al motivo delle sue lacrime e del suo dolore. Ed era maledettamente difficile non pensare al fatto che non avevo mai desiderato qualcuno o qualcosa così tanto in tutta la mia vita.