MADISON'S POV
Tensione.
Ecco cosa potrebbe essere visto ad occhio nudo in questa stanza.
Un quinto in comodo potrebbe anche solo vedere ad occhio nudo una grande scia di tensione che si era venuta a creare nel piccolo salotto di Liam.Io e Justin eravamo seduti su un divano, con sguardo rivolto entrambi sul pavimento. E Harry e Liam seduti sull'altro, che attendevano con non molta pazienza delle spiegazioni da mio cugino.
Effettivamente anch'io stavo per perderla, la pazienza.Dopo minuti di estenuante e lungo silenzio, mio cugino emise un sospiro staccando la schiena dalla pelle del divano e raddrizzandosi sul posto.
Justin:"quando...quando i miei genitori mi chiamarono dicendo che eri scomparsa nel nulla mi spaventai a morte. Presi il primo aereo per New York fiondandomi a casa tua. I tuoi genitori erano sconvolti. Non passava ora in cui uno dei due non iniziava a piangere e a disperarsi. Tuo padre chiamava ogni centoventi minuti la polizia, ma di te nessuna traccia. Passai un mese a New York, ma poi l'università dove avevo fatto domanda mi contattò dicendomi che ero riuscito ad entrare. Tornai in Francia spinto sia dai miei che dai tuoi genitori. Proseguii con gli studi ma nelfrattempo cercai di raccogliere quante più informazioni per ritrovarti. Poi, un giorno, mamma e papà mi chiamarono e mi dissero che i tuoi avevano fatto chiudere il caso. Io, incredulo, mi catapultai dritto a New York qualche giorno dopo. Ma...non trovai ciò che mi aspettavo di trovare." Concluse lasciando il suo discorso incompleto.
Il mio cuore prese a battere velocemente e sentivo gia gli occhi pizzicarmi immaginandomi gia il finale.
Non volevo continuare a pensare e a ricordare ciò che stavo reprimendo da settimane. Non lo avrei sopportato. Non avrei sopportato di sentire ancora di più la mancanza dei miei genitori.
Justin:"io...non sapevo assolutamente cosa fare. Ricordo solo che la polizia mi urlava contro di andarmene e di stare indietro. Di non entrare in cucina e di farmi gli affari miei. M-mi dispiace Madison...io..." Prese un profondo respiro mentre io mi alzai di scatto dal divano avvicinandomi frettolosamente alla finestra.
Dovevo trattenere le lacrime, dovevo essere forte. L'ho sempre promesso a mia madre fin da quando ero piccola. Mi diceva sempre che noi donne siamo nate per essere forti, che noi dobbiamo rappresentare quel tipo di forza che gli uomini non riescono a sostenere.
Eppure io mi sentivo così fuoriposto e debole lì, vicino a quella finestra con il mondo e la crudele realtà sbattuti in faccia.
Io:"c-come m-mi hai trovata?" Balbettai sforzandomi di non versare lacrime.
Non dovevo farlo, non davanti a loro per giunta. Lo avevo pur sempre promesso a mia madre.
Justin:"non mi sono dato pace e mi sono impegnato per trovare tue tracce, ma niente. Finchè un giorno su internet uscì la notizia che tanto aspettavo. Grazie ad alcune conoscenze sono riuscito a trovarti e a scoprire che Liam James Payne aveva preso in custodia la tua tutela."
Harry:"perchè l'hai contattata come uno sconosciuto?" Intervenne Harry con tono calmo, forse fin troppo.
La sua voce era così roca e profonda...la amavo, tanto.
Lui riuscirebbe a tranquillizzarmi anche solo facendomi ascoltare il suono roco e melodioso della sua voce.
Justin:"dovevo prima assicurarmi che stesse bene, che non fosse tutta una copertura di quei due figli di puttana che l'avevano rapita. Così, se avessi dovuto aiutarla, l'avrei potuto fare." Rispose mentre io continuavo ad osservare la caoticità della bella Londra attraverso i vetri della finestra cercando di distrarmi e non piangere.