Capitolo 33~Sconosciuto

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CHIEDO SCUSA per avervi fatto attendere due settimane, ma davvero frequentando un linguistico non è facile trovare un buco di tempo. Per fortuna tra qualche giorno inizieranno le vacanze di Natale e ne sono sollevata. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Lasciate tanti tanti commenti per fammi sapere.

Buona lettura :)

Prossimo aggiornamento: domenica prossima. (Promesso)

BUON NATALE A TUTTI!

**********

MADISON'S POV

Quando scesi al piano di sotto, non c'era nessuno in casa. Ne Liam, ne Harry.

Tuttavia, ne fui davvero sollevata.

Presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e controllai se avevo messaggi.

Forse speravo in qualcuno di Harry...

Ma scartai subito queslla possibilità non appena lessi il nome di Niall sullo schermo e anche un numero sconosciuto.

Strano.

Lessi prima quello di Niall.

Niall:"hey Maddy! Vedi che le prove sono state cancellate. Purtroppo abbiamo una chitarra rotta e spero davvero di riuscire a trovare una soluzione entro stasera. Ti farò sapere."

Io:"ok, non preoccuparti Niall. Se ti serve una mano, non esitare a chiamarmi."

Inviai il messaggio dopo averlo riletto per bene.

Poi aprii quello con il numero sconosciuto.

Sonosciuto:"ieri sera eri bellissima mentre cantavi quella canzone. Ricordo che anche quando eri piccola amavi cantare usando le spazzole come microfoni, eri buffa e stonata."

Mi accigliai.

Chi poteva essere?

Di sicuro qualcuno che mi conosceva da molto tempo e anche bene. Ma chi?

Il cellulare vibrò di nuovo.

Sconosciuto:"perchè non vai alle prove da Niall? Avete una chitarra rotta? Come farete? Non voglio smettere di sentirti cantare."

Mi aveva anche sentita cantare ieri sera.

Ma come faceva a sapere che non potevo andare alle prove perchè avevamo una chitarra rotta?

Stavo iniziando a spaventarmi.

Forse era qualcuno che voleva farmi uno scherzo...

Così ignorai i messaggi e bloccai il cellulare mettendomelo in tasca.

Presi un bel respiro.

Cos'avrei potuto fare adesso?

Bhe, di studiare non ne avevo voglia...

Mi avvicinai alla grande finestra del salotto e notai che fuori -stranamente- non era molto nuvoloso. Quindi, non avrebbe piovuto.

Decisi di andare a fare un giro.

Infilai il giubbotto, un berretto e presi le chiavi. Uscii chiudendo la porta.

Inspirai l'aria londinese per bene prima di cominciare a camminare.

Non avevo mai visto tutta Londra, ma sapevo che se mi fossi allontanata mi sarei persa.

Quindi, mi limitai ad entare in un parco che avevo gia adocchiato da qualche giorno.

Il traffico e i rumori prodotti dalle auto non erano di certo rilassanti, ma il clima vivace mi piaceva ugulamente.

Attraversai con particolare attenzione e poi varcai la soglia del parco.

Era bellissimo. Mi trasmetteva una pace immensa. Era come se quel caos che c'era in strada fosse stato inghiottito dalla tranquillità e dalla bellezza di questo posto. Inghiottito dagli alberi, dagli uccelli, dal piccolo laghetto e dalle poche papere che lo abitavano.

C'era anche qualche corvo, ma lo ignorai.

Avevo sempre avuto paura dei corvi fin da bambina, ma non so il perchè.

Tuttavia, non permisi che uno stupido uccellaccio potesse rovinarmi la giornata. Sempre che potesse andare peggio.

Mi accomodai sulla panchina e al contatto gelido del tessuto dei miei jeans sul metallo freddo, rabbrividii.

Mi strinsi di più nel mio giubbotto quando una raffica di vento mi scompigliò i capelli.

Sentii il cellulare vibrare ancora, così lo presi e controllai i messaggi.

Sconosciuto. Ancora?

Sconosciuto:"avresti dovuto metterti una sciarpa sai? Se hai freddo perchè non torni a casa di quel tipo...come si chiama?"

Istintivamente staccai gli occhi dal cellulare in cerca della possibile identità del numero sconsciuto, ma nessuno poteva essere accusato.

C'erano solo coppiette di adulti o anziani abbracciati sulle panchine.

Una coppietta di ragazzi poco più piccoli di me era seduta su una delle tante panchine, abbracciati.
Lui la stava stringendo a se e le baciava ripetutamente i capelli e poi le labbra. Lei sorrideva, tanto. Sorrideva talmente tanto che pensai che le sue guance le facessero davvero male. E quando il ragazzo iniziò a farle il solletico risero insieme.

Sorrisi anch'io a quella sscena che stavo guardando di soppiatto.

Sentii gli occhi pizzicare senza un motivo preciso, o forse c'era un motivo.

Mi sentivo sempre e costantemente vuota, sola.

Avevo Liam, la band...e Harry.

Ma mi sentivo sola. Soprattutto senza Harry.

Mi mancava terribilmente parlare con lui, essere abbracciata da lui -nonostante fosse solo da poche ore che non parlvamo-.

Questa mattina quando mi aveva detto che fossi solo una sorella per lui, mi sono sentita malissimo, il mio cuore mi faceva male.

Forse era questo ciò che volevo da Harry...non volevo essere sua sorella. Io volevo essere di più.

Volevo che mi stringesse nel modo in cui quel ragazzo stava stringendo la sua fidanzata. Volevo stare con lui così come eravamo stati stanotte. Volevo svegliarmi con lui al mio fianco ogni mattina.

E solo adesso lo stavo ammettendo, solo adesso stavo ammettendo di essermi innamorata di Harry.

Il cellulare vibrò di nuovo e lo presi scocciata.

Sconosciuto:"perchè piangi?"

Aggrottai le sopracciglia e mi asciugai immediatamente le lacrime. Non mi ero accorta di star piangendo.

Mi guardai di nuovo intorno, niente. Non c'era nessuno.

Stavo iniziando a pensare che fosse davvero uno scherzo.

Dovevo verificare, mi stavo spaventando.

E se fossero Molly e Orazio?

PURPLE ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora