Capitolo 11~Indizi

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Le alzai il busto e la feci sedere tra le mie gambe.

Strisi le mie ginocchia alle sue per farla rimanere seduta correttamente e darmi l'opportunità di toglierle la maglietta.

Presi i lembi dell'indumento, ma le sue mani mi bloccarono.

Io:"non ho inetnzione di farti nulla Sarah. Voglio solo aiutarti." Sussurrai dolcemente.

Allentó la presa e le sfilai la maglietta.

Mi presi qualche secondo per osservarla.

Aveva tre cicatrici sulla schiena. Tre. Invisibili, ma c'erano. Ed era davvero troppo magra.

Che le era successo? E come sel'era procurati quei segni?

Stava trmando, dovevo vestirla. Avrei indagato dopo.

Presi la felpa e gliela infilai, ma questa volta notai qualcosa sul suo polso sinistro.

Un'ancora tatuata, una piccola e semplice ancora. Piccola e semplice come lei.

Mi chiedo cosa significhi.

Troppi pezzi del puzzle e nessun disegno.

Sarah:"h-ho freddo Harry." Disse lasciandosi andare all'idietro sul mio petto.

L'accoccolai a me stringendola al mio corpo per cercare di riscaldarla.

La cosa più intelligente sarebbe stata quella di metterla nel mio letto, sotto le coperte. Ma io voglio stringerla a me, non so ma è come se ne sentissi un disperato bisogno. È come se sentissi il disperato bisogno di averla qui, accanto a me e sapere che sta bene.

La sua guancia era ancora segnata dalla ferita che non si era ancora rimarginata.

Azzardai a sfiorarle la guancia tagliata delictamente.

Misi un mio braccio sulla sua pancia per non farla scivolare, quando sussultò.

Io:"cosa c'è?" Sussurrai.

Sarah:"niente." Sussurrò a sua volta stringendo di poco la sua presa sul mio ginocchio e facendo una smorfia di dolore.

Non le crebbi affatto.

Era incredibile di come fosse piccola la sua mano rispetto al mio ginocchio però.

Alzai la felpa fin sotto il suo seno e ciò che vidi fu un enorme livido violaceo esattamente sul suo stomaco.

Spalancai occhi e bocca.

Io:"chi è stato?" Chiesi ancora shoccato.

Nessuna risposta.

Io:"Dimmi. Subito. Chi. È. Stato." Ringhai a denti stretti. Non volevo metterle di certo paura, ma mi faceva male vederla in quello stato.

Sarah:"Orazio." Singhiozzò stringendosi di più a me.

L'adagiai sulle mie lenzuola e poi la coprii col piumone. Questa ragazza era fin troppo leggera per la sua età.

Io:"vado a prenderti qualcosa." Scesi al piano di sotto.

Dovevo prendere dell'altra medicina -in caso di bisogno-, dell'acqua e del cibo. Ero più che sicuro che non mangiasse da giorni. Era magra e debole, troppo per i miei gusti.

Presi un pò di cibo e la pillola.

Salii di sopra e le diedi la tachipirina.

Nascosi il cibo nell'armadio e poi mi sedetti nella mia parte di letto per osservarla.

Io:"il taglio e le cicatrici." Dissi solamente.

Io:"chi è stato?" Susurrai.

Sarah:"Orazio il taglio. E Molly le cicatrici. Sono stata frustata, Harry..." Pianse in silenzio.

Io:"me la pagheranno." Dissi alzandomi.

Sarah:"no Harry! Ti prego...non dire niente o mi uccideranno." Mi supplicò tentando di alzarsi, ma con scarsi risultati.

I suoi occhi scoppiavano di paura e di dolore.

Io:"sta giu. Da quanto tempo avevi la febbre?" Dissi avvicinandomi a rimettendola giu.

Sarah:"non lo so Harry, penso dalla scorsa notte. Ma ti prego non dire nulla a Molly e Orazio." Sussurrò tossendo.

Molly:"Harry!" Urlò la cazzo di voce di Molly. Quanto cazzo la odio.

Sarah:"preferisco morire nella mia stanza per mezzo della febbre che essere uccisa da Molly." Mi supplicò. Ma io non l'avrei mai ascoltata. Non avrei mai permesso che le venisse fatto ancora del male.
Non lo sopportavo.

Io:"scordatelo. E adesso sta lì." Dissi forse un pò troppo freddo. Ma ero incazzato.

Uscii dalla mia stanza chiudendo la porta alle mie spalle e non facendo entrare Molly.

Molly:"hai visto Sarah?!" Mi chiese in panico. Vero panico. Chissà perchè...Molly era comoletamente finta. Non solo fuori, ma anche dentro.

Io:"è in camera mia. Ha la febbre molto alta ed è molto debole. Nella sua stanza fa troppo freddo, la finestra è rotta e non ha come riscaldarsi." Sbottai incazzato, ma cercai di contenermi.

Molly:"oh Harry, tel'ho detto che quella ragazza è solo una tossico-dipendente alcolizzata e per giunta sta diventando anche pazza." Sbottò.

Non potevo sopportarla. L'avrei strozzata lì.

Io:"come dice lei Molly. Ma Sarah rimarrà nella mia stanza finchè non si sentirá meglio. O c'è qualcos'altro che dovrei sapere?" Chiesi volendo metterla di proposito in difficoltà.

Molly:"sai gia tutto Harry. Tienitela pure." Disse fredda scendendo al piano di sotto.

Che puttana. Ovvio che me la tenevo!

Rientrai in camera mia chiudendo la porta a chiave e rimandendocela dietro.

Quei due psicopatici non dovevano assolutamente entrare.

Dovevo mettermi in contatto con Liam e far arrivare qui suo padre per investigare meglio sulla questione. avevo intenzione di sporgere denucia verso i Kooper per maltrattamento, sfruttamento e violenza minorile.

Mi avvicinai a Sarah lentamente e mi sedetti al suo fianco.

Aprì gli occhi.

Mi era venuta un'idea.

Io:"quand'è il tuo compleanno?"

Mi guardò in un modo strano, ma tuttavia potevo anche capirla.

Sarah:"21 Marzo 1995. Perchè?"

Io:"sei nata in America?"

Sarah:"...si. Ma perchè?"

Io:"niente di importante. Adesso riposati." Le accarezzai lentamente la guancia ferita e poi mi alzai.

Accesi il mio portatile.

Era Americana dalla nascita, come pensavo. Era nata il 21 Marzo del 1995.

Digitai la sua data di nascita e la nazionalità su google e poi attesi che la pagina si caricasse.

Mi uscirono varie e lunghe liste dei nati il 21 Marzo 1995 in America. Ne erano abbastanza. Ma io l'avrei trovata. Avrei trovato informazioni su di lei. Perchè se glielo avessi chiesto, non mi avrebbe mai risposto.

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