Io:"vedi Liam, c'è qualcosa di strano in quella famiglia." Dissi sedendomi sulla sedia nera in pelle che giaceva dietro la scrivania.
Era comoda.Liam:"che intendi con 'famiglia'?" Si sedette di fronte a me, dall'altro lato della scrivania.
Dovevo investigare. Dovevo scoprire cosa stava succedendo. Perchè era fottutamente evidente che in quella casa ci fosse qualcosa che non andava.
Liam:"pensavo che non avessero intenzione di avere figli..." Ragionò.
Io:"lo pensavo anch'io. Ma sapevi che avevano preso in affidamento da due anni una ragazza?"
Liam:"oh davvero? Quanti anni ha?" Chiese. Quindi neanche lui lo sapeva...
Avrei dovuto chiedere a mio padre se sapeva qualcosa. Era strano che non mi avessero detto nulla. Adesso che ci penso.
Io:"il prossimo mese ne compirà diciotto." Dissi alquanto perplesso.
Liam:"capisco." Disse controllando qualcosa sul suo cellulare.
Liam:"amico, questa è la stampante, questo è il computer. I bagni sono nel secondo corridoio a destra e i distributori in quello di sinistra. Devo andare, qualsiasi problema, vienimi a chiamare nell'ufficio numero tredici." Disse varcando la porta e non dandomi neanche il tempo di rispondere.
Dovevo togliermi dalla testa lo sguardo triste della ragazza adottata dai Kooper e mettermi a lavoro.
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Bussai impaziente alla porta dell'ufficio di mio padre.
Era raro che lavorasse qui e non in Spagna com'era suo solito fare.
Ma mi ritenni ugualmente fortunato nel sapere che era qui per questa settimana, dato che dovevo iniziare a lavorare.
Sentii un consenso da parte di mio padre ed entrai.
Papà:"Harry! Figlilo! Ti ho cercato dappertutto stamattina. Dov'eri?" Mi chiese mettendo il tappo alla penna che aveva in mano e invitandomi a sedere.
Papà:"posso offrirti del caffè?" Chiese porgendomi un bicchiere e non dandomi opportunità di risponderlo.
Io:"si magari. Grazie." Accettai volentieri bevendone un sorso.
Io:"questa mattina ero con Liam." Aggiunsi sorseggiando il liquido caldo e amaro.
Papà:"oh, capisco, sicuramente avrà fatto un ottimo lavoro. Come ti stai trovando da Molly e Orazio?"
Io:"bene. Papà, tu sapevi che avessero adottato una ragazza da due anni?" Chiesi posando il bicchiere sulla scrivania.
Papà:"hanno adottato una ragazza?" Chiese sgranando gli occhi.
Annuii.
Papà:"oh no. Non lo sapevo. Perchè non l'hanno detto? E quanti anni ha la ragazza?" Chiese.
Io:"quasi diciotto anni." Dissi.
Nenache mio padre lo sapeva. Strano. Lui e Orazio sono sempre stati grandi amici.
Dovevo assolutamente indagare.
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Erano le 4:08pm. E in casa non c'era nessuno.
Ne Molly ne Orazio. E...Sarah? Bho. Quella ragazza è così strana.
Salii in camera mia e sentii dei singhiozzi. Provenivano dalla soffitta. Quindi dalla camera di Sarah.
Mi avvicinai meglio per sentire le sue imprecazioni.
"La mia vita non serve a nulla."
"Sono completamente inutile."
"Addio."
Cosa?! Che cazzo stava dicendo?
Poi un rumore, come una finestra che striscia.
Devo entrare.
SARAH/MADISON'S POV
Non ne potevo più. La mia esistenza era destinata alla sofferenza e io non ne potevo più. Non potevo più riuscire a sopportare tutto ciò che avevo intorno. Il mio cuore implorava pietà e il mio corpo stava per mollare.
Presi tutte le forze che mi erano rimaste e mi alzai trascinandomi fino alla finestra.
Spostai di poco il mio letto con grande fatica.
Le lacrime iniziarono a scendere dal mio viso.
Imprecai ricordando a me stessa quanto la mia vita fosse inutile.
Sarei morta lentamente, soffrendo e vivendo sempre peggio ogni ora, ogni minuto, ogni secondo in ogni giorno della mia vita. Tanto valeva mettere fine alla mia inutile esistenza una volta e per tutte.
Tanto la polizia mi credeva morta. Che senso aveva continuare a vivere e a sperare? Sperare in qualcosa che non esiste, sperare di essere salvata...da chi poi? Dall'aria?Risi amaramente di me stessa.
Aprii la finestra con un gesto netto facendole fare rumore.
Io possedevo un corpo piccolo, sarei di sicuro riuscita a passarci per la finestra.
Mi guardai indietro per un ultima volta concentrondo tutta la mia sofferenza e il mio odio verso quella vita che volevo semplicemente lasciarmi alle spalle.
Nell'esatto momento in cui misi un piede sul davanzale, la porta della mia stanza venne aperta violentemente rivelando la figura alta e slanciata di Harry.
Harry. Io non sapevo nulla di quel ragazzo ne lui sapeva niente di me. Forse, in un'altra vita mi sarebbe piaciuto poterlo conoscere meglio, mi sarebbe piaciuto poter diventare sua amica.
Come aveva fatto ad entrare?
Ma adesso, adesso niente aveva più senso, la mia vita non ne aveva e mai ne ebbe.
Harry non perse un attimo a correre verso di me.
Mi sbrigai a mettere anche l'altro piede sul davanzale.
Nell'esatto istante in cui io ne misi uno fuori, due possenti braccia mi circondarono la vita e mi tirarono all'indietro.
Io:"LASCIAMI! NON VOGLIO PIÙ VIVERE! LASCIAMI!" Urlai scalciando e agitando tutto il mio corpo sperando di strattonarmi.
Harry:"STAI FOTTUTAMENTE IMPAZZENDO?!" Urlò tirandomi dentro.
Mi accorsi delle mie lacrime solo quando mi posò sul pavimento.
Lui si abbassò davanti a me osservandomi con preoccupazione e con attenzione.
Aspettai qualche secondo di silenzio, per poi rialzarmi con uno scatto e raggiungere la finestra.
Ma Harry fu più veloce di me e mi tirò all'indietro facendomi cadere sul pavimento freddo sotto di lui per bloccarmi.
Chiusi gli occhi continuando a piangere. Rimasi lì, immobile senza muovere un muscolo. Riuscivo solo a sentire il candido profumo di Harry che invadeva le narici.
HARRY'S POV
La fermai giusto in tempo anche per la seconda volta. Perchè lo stava facendo? Per quale fottuto motivo stava tentando di uccidersi?!
Lei era rimasta ferma, sotto il mio corpo senza muovere un solo muscolo. Se non fosse stato per le lacrime che continuavano a bagnare il suo viso, avrei pensato di essere arrivato tardi sul serio e che lei fosse morta.
Nonstante tutto, rimase ancora lì, inerme senza respirare.
Senza respirare?!
Io:"NON FARE LA STUPIDA E RESPIRA!" Le ordinai.
Stava iniziando a farsi rossa, probabilmente perchè stava trattenendo il fiato.
Io:"PORCAMERDA! RESPIRA!" Urlai.
Le presi il viso e iniziai a scuoterla.
Dio mio, non voleva respirare.
Io:"NON FARE CAZZATE! CAZZO! RESPIRA!" Urlai più forte, ma contiuava a trattenere il respiro.
Quando inizia a vedere il suo viso cambiare totalmente colore, agii.