HARRY'S POV
Non avevo dormito tutta la notte. Non ci ero riuscito. In nessun modo.
Continuavo solo a pensare alla conversazione di ieri sera con Madison.
Lei vuole tornare a New York.
Vuole andare via da me.
Vuole lasciarmi.
Erano pensieri stupidi, ragionavo come se fosse mia e come se fosse ciò che mi dava la forza di alzarmi ogni giorno, quel motivo, quel pretesto per sorridere anche senza un perchè, ma sorridere. Lei era questo. Il mio sole, le mie stelle, le mie nuovole, il mio universo, il mio angelo.
Ma era sbagliato. Fottutamente sbagliato. Io non dovevo pensare di lei in questo modo, per tanti motivi.
Il primo era che aveva avuto una vita abbastanza complicata e non avrebbe mai pensato alle relazioni adesso.
Un altro era che aveva ragione. La miglior soluzione per il suo benessere era ritornare a New York. Lì aveva una casa, aveva più probabilità di trovare un lavoro e continuare gli studi allo stesso tempo. Poteva recuperare il diploma e poi inziare il college con qualche anno di ritardo.
La sua vita e il suo futuro non includevano anche un certo Harry Styles. E dovevo accettarlo.
Non sapevo perchè volessi far parte del suo futuro, non sapevo neanche in che ruolo sarei voluto stare sinceramente. Forse avrei voluto essere uno dei più importanti nel copione. Ma scartai l'idea che la regista avesse accolto la mia richiesta.
Non riconoscevo più me stesso. E in questo momento mi stava facendo un bell'esame di coscienza. Ma laggiù, non c'era niente che non funzionava. Era tutto al proprio posto.
Esaminai la mia testa e mi disse che dovevo semplicemente smetterla di pensare ai miei stupidi complessi sentimentalmente confusionari per una ragazza che non avrei mai potuto avere.
E magari, potevo anche ceracre di ascoltare Liam, che solo buttandomi una gomma sulla testa riuscì a farmi lasciare il pianeta Madison, per teletrasportarmi sulla Terra. Nella fottuta realtá. Una realtà che non avrei potuto cambiare, in nessun modo.
Liam:"e che cazzo Harry!" Liam non era il tipo da parolacce. Le diceva solo quando si incazzava. E a quanto pare era furioso.
Io:"che vuoi?!" Sbottai.
Liam:"ma cazzo! Ti stavo dettando le informazioni dei documenti dei nuovi clienti da trenta minuti e tu hai scritto al massimo solo i loro nomi!" Sbraitò dimenandosi sulla sedia davanti la scrivania del mio ufficio.
Io:"scusami, stavo pensando." Risposi semplicemente, riportando lo sguardo sullo schermo.
Nella casella del nome e del cognome avevo scritto Madison Beer.
Io:"cazzo." Sussurrai tra me e me.
Liam:"è più grave del previsto amico." Mi disse sporgendosi in avanti per dare una sbirciatina al monitor.
Mi passai una mano tra i capelli tirandoli. Ero frustrato. Non poteva essere che i miei pensieri fossero sempre e solo pieni di...lei. Semplicemente lei. Con il suo sorriso mozzafiato e con quegli occhioni che dal castano passavano al verde e viceversa.
Ed ecco che ero di nuovo a pensare a lei. Devo fottutamente smetterla.
Liam:"ti interessa?"
Io:"chi?"
Liam:"Maddy."
Io:"no." Risposi fermo sulla mia decisione.
Liam:"mi sembrava stessi pensando a lei..." Accennò al monitor.
Io:"si stavo pensando a lei, ok? Ma non nel senso che credi tu. È come una sorella minore per me, così come lo è anche per te." Ci tenni ad essere chiaro nell'utlima frase con Liam.
Rise.
Liam:"non te la rubo, non preoccuparti." Mi disse ghignando.
Mi irritava.
Io:"se la vuoi, te la regalo." Dissi, ma non fui molto convincente.
Infatti Liam scoppiò in una fragorosa risata. Era talmente rumoroso che pensai lo avessero sentito fino all'ufficio di mio padre, dove ora c'era uno dei suoi vice che lascia sempre nelle sue banche in sua assenza.
Liam:"ma se ieri sera le stavi col fiato sul collo? Pensi che non abbia visto cos'hai fatto mentre lei parlava col barista Harry?" Rise ancora.
Liam:"ti dico solo una cosa Harry. Se ti interessa per davvero, allora non fartela scappare. Ma se non provi nulla se non fratellanza nei suoi confronti, lasciala in pace. È appena uscita da una brutta esperienza e ha anche perso i genitori. Ha bisogno di svagarsi e di distrarsi. Non mettertici anche tu." Mi disse, questa volta serio.
Aveva ragione, non potevo aggiungermi anch'io. Non volevo far parte della lista dei suoi problemi, che erano gia fin troppi per lei. Ma era più forte di me, era qualcosa che andava oltre la mia volontá perchè anche quella ormai era andata a puttane. Era come se stessi perdendo il controllo di me stesso e non potevo permettermelo.
Mi aggiustai il colletto della camicia e mi sistemai meglio sulla sedia. Assunsi uno sguardo serio e concentrato, degno del mio lavoro, e poi guardai Liam che guardava me.
Io:"detta." Dissi soltanto.
Liam mi capì immediatamente e annuì.
Dovevo solo reprimere dei setimenti e dei pensieri, ed io con gli anni avevo imparato a nasconderli alla perfezione. Ed è ciò che farò.