Prologo

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Disclaimer: La storia non è mia, io la traduco soltanto. L'originale è stata scritta da @x17Black, quindi tutti i diritti vanno a lei, che comunque mi ha dato il permesso di tradurla.

Tre mesi prima

Apro la porta lentamente, incontrando il buio più totale. Quando entro, inciampo nei miei piedi; finendo per colpire un vaso che si trova su un tavolino lì vicino.

"Merda," borbottò tra me e me guardandolo cadere e rompersi in mille pezzi sul pavimento di legno. I pezzi si mischiano, e io mi passo una mano sugli occhi per far andare via la stanchezza.

Improvvisamente, una luce illumina la stanza e il mio mal di testa aumenta. Mia madre è in piedi sulla porta della sua camera con il terrore negli occhi e una mazza da baseball tra le mani.

"Harry?" Abbassa l'oggetto, accorgendosi di me. L'emozione nei suoi occhi si trasforma da paura a rabbia nel giro di pochi secondi, ma non mi importa di come si sente.

"Cavolo, Harry! Sai che ore sono? Pensavo che qualcuno stesse cercando di entrare in casa!" La sua voce si altera verso la fine, quando si accorge di una cosa e si avvicina a me.

Mi afferra la mandibola e la abbassa verso di lei, per guardare nei miei occhi rossi. Sposto lo sguardo e guardo il vaso rotto per terra invece della donna arrabbiata di fronte a me. "Sei fatto? Harry, guardami!" La guardo stringendo gli occhi sperando che la situazione migliori. I suoi occhi si muovono tra i miei, prima che la sua mano lasci la mia faccia come se il solo tocco le bruciasse la pelle.

"Sai cosa? Sono stanca." Abbassa le braccia lungo i fianchi. "Non posso farcela con te che torni a casa ogni santa notte in questo modo, Harry. Non posso stare sveglia fino alle due, tre, a volte anche quattro di mattina a preoccuparmi per la vita di mio figlio." Scuote la testa lentamente, mentre parla, "Questa era l'ultima goccia. Hai troppi problemi in testa, e i-io non posso farcela."

Mia madre si porta le mani in faccia e prova a nascondere le lacrime che cominciano a formarsi nei suoi occhi. "Non mi lasci scelta, dovrò mandarti a The Disciplinary Project." Con un ultimo sguardo di disapprovazione, si volta e ritorna in camera sua, trascinando con se la mazza.

Mia madre si ferma e esita sulla porta, le sue dita afferrano lo stipite. I suoi occhi sono fissi sul pavimento. Immagino sia troppo arrabbiata per guardarmi.

"Chi lo sa," sussurra. "Magari dopo sei mesi imparerai a crescere e a comportarti da uomo."



Nuova traduzione, spero vi piaccia :)

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