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Melanie.

Harry mi porta al suo letto e appoggia le sue mani sulle mie spalle, prima di farmi sedere. Si siede accanto a me e si sfrega le mani sulle gambe nervosamente. Il silenzio si può tagliare con un coltello. Harry si schiarisce la gola, prima di parlare. "Durante le vacanze, quando c'era la tua famiglia, sono andato ad una festa e c'era anche Gabriella. Mi dispiace, Mel. Non volevo che finisse così," la voce che di solito era forte, si trasforma in un sussurro; i suoi occhi si spostano sul pavimento e la sua testa si abbassa per la vergogna.

Tutto dentro di me comincia a rompersi, mentre immagini di Gabriella mi compaiono nella mente. "Oh mio Dio," la mia voce si spezza e io mi alzo in piedi. Il suo sorriso falso mi sorride, nascondendomi la verità. Comincio a collegare i pezzi del puzzle e tutto diventa chiaro: l'agitazione di Gabby quando era con me, lo stupido succhiotto sul suo collo- proprio dove si trovano sempre i miei, e l'intensa conversazione tra loro due quando i miei parenti se ne stavano andando.

"Oh mio Dio," ripeto. "Come... come hai potuto?" le lacrime cominciano a scendermi lungo le guance, colpisco la sua mano, quando prova a raggiungermi.

"Melanie, mi dispiace così tanto." Proprio quando penso che non possa andare peggio di così, il suo ritorno a notte fonda mi ritorna in mente. È stato a Capodanno, la notte in cui Dean mi aveva picchiata.

"Quando è successo? A Capodanno?" la poca speranza che custodisco nel mio cuore diminuisce quando lui annuisce lentamente. Si alza e cammina verso di me, porgendomi le mani.

"Quindi mi stai dicendo che quando io avevo così disperatamente bisogno di te nella mia vita, mentre Dean mi stava picchiando, tu ti stavi scopando mia cugina? Ma che cavolo, Harry?" grido. La rabbia mi pervade, facendomi spingere il suo petto. Inciampa ma rimane in piedi; il dolore si palesa nei suoi occhi ma a me non importa niente. In realtà ritiro tutto. Dovrebbe provare dolore, molto più di quello che sto provando io.

"Piccola, io-"

"No, non chiamarmi 'piccola'!" lo interrompo. "Ero spaventata a morte e avevo bisogno di te, Harry. Speravo che fossi tu quello a salvarmi, che saresti stato tu a rispondere al telefono. Avevo bisogno di te molto più di lei!" urlo. Mia madre e la probabilità che possa sentire tutto sono l'ultimo dei miei pensieri al momento.

"In mia difesa, è stata lei a provarci con me, Mel. Lei mi ha persuaso e mi dispiace, okay?" la sua voce comincia ad alzarsi, imitando la mai.

Una risata mi scoppia dal petto. La sua fronte si corruga, facendomi ridere ancora di più mentre mi asciugo le lacrime. Non sto ridendo perché trovo la situazione divertente. Sto ridendo perché sta provando ad accusare qualcuno della mia famiglia, per un errore che ha commesso lui. "Ti aspetti davvero che io ci creda? È mia cugina, Harry. Non me lo farebbe mai. Gabriella non è crudele come te."

Lui fissa il pavimento, troppo umiliato per rispondere. Rimango in silenzio per un momento, troppo sconvolta per parlare. Il suono dei nostri respiri riempiono l'aria, mentre milioni di domande mi passano per la mente.

"Hai almeno pensato a me in tutto questo? Dov'ero io nella tua mente, quando è successo?"

"Tu eri lì."

Aggrotto la fronte per le sue parole, la confusione supera la rabbia. "Cosa?"

"Ho immaginato che lei fossi tu, okay?" ammette debolmente e il mio cuore si spezza ancora di più. "L'ho rimpiazzata con te. Mi sono ubriacato. Ho bevuto finché la sua faccia non era la tua, finché lei non era te." Harry fa un passo avanti e prende una ciocca dei miei capelli, rigirandosela tra le dita. "Quando ho baciato il suo collo, non profumava di vaniglia e fragola; non profumava di te." Le sue dita accarezzano le mie braccia, mi arrabbio con me stessa quando compaiono dei brividi per il suo tocco. Anche nei momenti peggiori, Harry ha ancora questo effetto su di me e lo odio. Fisso il muro dietro di lui, mentre lui continua con il suo discorso di tortura. "La sua pelle non era morbida come la tua, non era calda come la tua. Non c'era nessun sentimento nei suoi baci. Il fuoco che solo tu riesci a scaturire non c'era. Volevo sentire qualcosa. Volevo sentire quel calore. Ecco perché ho immaginato che ci fossi tu sotto di me, invece di lei. Lei non è te, Melanie. Nessuno è come te."

Troubled. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora