Melanie.
Dean: possiamo parlare?
Lascio cadere il telefono sul bancone e mi strofino le mani tremanti. Non riesco a pensare chiaramente, immagini di pugni volanti e abbaglianti della macchina mi passano per la mente. È come se fosse di fronte a me in questo momento, muovendosi e chiamandomi. Immediatamente corro fuori dal bagno per scappare da lui e trovare Harry, ma quando ritorno in camera, la trovo vuota.
"Non provare a scappare, piccola. Ti cercherò e ti troverò sempre, non importa dove ti trovi." Con le mani mi copro le orecchie, provando a bloccare al voce di Dean. I miei polsi cominciano a bruciare e a far male, un ricordo di come anche quando penso di essere sola, lui è ancora con me.
Sono ufficialmente impazzita.
"Melanie! Vieni qui, subito!" la voce di mio padre riscuote la casa, facendomi tirare i capelli per la frustrazione. La mia mente è invasa dalla pressione di Dean e del suo assalto e ora mio padre con la sua severità. Probabilmente qualcosa non è stato pulito a dovere o- o qualcosa non è stato fatto come dice lui. Non sono mentalmente in grado di sopportare il suo abuso verbale in questo momento.
"Melanie!" grida ancora.
"Arrivo," mormoro, anche se non può sentirmi. Posso esser lasciata in pace per due minuti? I miei piedi mi trascinano giù dalle scale, superando una Maggie spaventata. Si aggrappa a sua sorella maggiore e Gabriella mi guarda preoccupata, prima di alzarsi dal divano. Cammina velocemente su per le scale, portando la bambina di tre anni con sé.
Faccio un respiro profondo, aprendo la porta della cucina.
"Sì, signore?" chiedo con calma. Si gira, sentendomi entrare e il mio stomaco si contorce quando mi accorgo della rabbia nei suoi occhi. Con i piedi colpisce l'antina del mobile, creando rumore. Indietreggio e finisco contro il tavolo della cucina.
"C'è un motivo per cui ho dovuto dare io da mangiare agli animali oggi?" chiede. Riesco letteralmente a sentire il veleno della sua voce finire nella mia pelle, lasciandomi paralizzata dalla paura. Appoggia il cestino vuoto vicino ai suoi piedi e si toglie i guanti uno ad uno.
"M-mi dispiace. Ho dormito fino a tardi, non ho scuse," balbetto. Come ho potuto essere così stupida? Credo che l'essermi svegliata di fianco ad Harry mi abbia completamente fatto dimenticare dei miei compiti.
"Il tuo sonno è più importante dei tuoi compiti? Incredibile cazzo, Melanie. Hai solo un compito, e sei troppo egoista per farlo. Stupida," sputa, e riesco a sentire le mie mani ricominciare a tremare.
"Ho detto che mi dispiace," mi difendo a bassa voce. "Ho avuto una lunga nottata, e dev'essermi sfuggito di mente.
"Quindi mi stai dicendo che gli animali devono soffrire senza cibo e acqua perché tu eri troppo occupata con i tuoi amici?" mi accusa.
"No, non l'ho detto. Ho semplicemente detto che ho avuto una lunga nottata e che mi sono dimenticata," dico, cercando di rimanere calma. Dopo una sfida di sguardi tra noi due, comincia a parlare.
"Sei in punizione per una settimana. Niente Abbey, niente telefono, niente televisione. E Maggie non si sente bene, quindi mentre noi tutti usciamo a mangiare stasera, tu starai a casa a prenderti cura di lei. Capito?" la mia fronte si aggrotta per le sue parole e io incrocio le braccia. È così ingiusto. Mi sono dimenticata una volta e questo è quello che succede.
Ecco perché penso sempre ai miei doveri, Harry.
Gli do il mio telefono e mi volto per andarmene. Non c'è motivo di litigare, so che finirò per perdere con una punizione peggiore. Quando mi volto per andarmene, due tizi muniti di videocamera entrano in cucina, spingendomi di lato.
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Troubled. [Italian]
FanfictionNon penso tu sappia chi sei veramente, finché non perdi te stessa. Non conosci il dolore, finché la persona per cui daresti la vita, toglie la sicura della granata, lasciandoti da sola in un campo di battaglia. Non conosci l'amore, finché la fonte d...