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Melanie.

Il mio naso si arriccia mentre colpisco la persona che sta toccando i miei capelli. È difficile aprire gli occhi e mi brucia la gola. La stanza è avvolta dall'oscurità; capisco subito che non sono a casa. Scatto seduta, ma una mano mi spinge di nuovo sdraiata. Comincio a preoccuparmi, ma poi sento la voce di mia madre.

"Melanie, Mel... va tutto bene. Stai bene."

Mi rilasso leggermente e mi appoggio ai cuscini. Ora riesco a vedere la mia vestaglia floreale e le sbarre sul mio lettino.

"Sono in ospedale? Aspetta, cosa è successo? Perché sono qui?"

"Hai avuto un attacco d'asma, mentre stavi portando i nostri ospiti a fare un giro."

Scuoto la testa all'improbabilità di un attacco d'asma.

"Mamma, non ho un attacco d'asma da quando avevo, tipo, nove anni." Mi accarezza la testa e sorride. Sono scioccata dal vedere mio padre, Louis, Hannah, e Harry tutti seduti sulle sedie dell'ospedale. Aspetta, Harry. Mi osserva con la stessa intensità con cui...

Poi, all'improvviso, tutto mi tornò chiaro.

Louis emette un gemito di lamento, quando vomito tutto quello che ho nello stomaco, nel cestino. I miei capelli vengono tirati indietro, mentre vomito per un imbarazzante momento. Tutto quello che sento è sollievo e disgusto, quando mi asciugo la bocca con il retro della mano. Mia madre mi accarezza la schiena e improvvisamente mi sento esausta.

"Okay, Melanie Kerrey, giusto?" un dottore entra nella stanza e accende la lampada. Annuisco, mentre lui sfoglia il mio fascicolo.

"Qui dice che hai avuto un potente attacco d'asma, causato dal fumo," si ferma per guardarmi. "Melanie, non hai fumato, vero?"

"N-no, assolutamente," deglutisco, quando vedo mio padre fissare Harry.

"Oh, scusatemi. È difficile leggere quando è buio." Il dottore avvicina il fascicolo ai suoi occhi e rilegge, "Fumo passivo."

Mio padre stringe i pugni.

"Vedi, Melanie, quando hai l'asma, il percorso che fa l'aria per arrivare ai polmoni, è più facilmente irritabile- con il fumo, per esempio. Quando si è esposti a grandi quantità di questo irritante, il sistema immunitario..." non sono più concentrata sulla sua voce, invece osservo mio padre. Sembra che sia pronto per scattare da un momento all'altro- la sua rabbia era tutta rivolta verso Harry.

Vengo rilasciata dopo mezz'ora ed è un intenso tragitto verso casa. Quasi non mi accorgo neanche delle telecamere, nonostante sia passato solo un giorno.

Oh mio Dio, un giorno? La quantità di gioia che sento per i prossimi mesi è insormontabile.

"Un giorno... non siete riusciti a resistere per un cavolo di giorno?" dice mio padre, appena usciamo dalla macchina. "Per una volta nelle vostre vite depresse, potete evitare di essere un gruppo di drogati? Tu," il mio cuore si ferma, quando indica Harry, "vieni qua."

"Papà, non è stato lui. Harry-"

"Stanne fuori Melanie!" Harry mi guarda velocemente prima di tornare a guardare mio padre. Rimango in silenzio e le mie labbra cominciano a tremare dalla paura. Anche se Harry non si è comportato bene con me, non posso lasciare che venga incolpato per questo. Non era lui a fumare, quindi perché dovrebbe prendersi la colpa?

"Ma, signore-"

"È colpa mia," mi interrompe Louis. Tutto si ferma per un momento.

Mio padre lo osserva prima di annuire.

"Voglio che tu venga di sotto alle quattro- non un secondo più tardi. Ora, tutti nelle vostre camere. Non voglio sentir volare una mosca."

"Sì signore," mormoro, avviandomi per prima. Chiudo la porta prima che uno di loro provi a parlarmi- sempre che vogliano.

Gli eventi del giorno mi lasciano stanca e confusa. Mi asciugo una lacrima, scappata per sbaglio, spegnendo la luce e infilandomi nel letto. Mio padre può essere un uomo crudele a volte. So che ci sono persone che soffrono di più di me, ma la mia vita non è stata facile. Quando si arrabbia, si sfoga su di me. Mi ha fatto male- più volte- ma non mi ha mai fatto male. Il peggio che ha mai fatto fisicamente- oltre picchiarmi- è stato spintonarmi, immagino. Quello è successo durante le vacanze di natale un paio di anni fa. Siamo andati a nord per le vacanze, per visitare la sua famiglia.

La vibrazione continua a svegliarmi; è mio padre. La luce del cellulare illumina la stanza. Tutti stanno dormendo. Non ci presto molta attenzione, mettendo il silenzioso e ritorno a dormire. Quando chiudo gli occhi, il mio telefono vibra per la seconda volta. È un messaggio.

Papà: Vieni ad aprire la porta.

Sorrido di fronte alla sua pigrizia, pensando che voglia che gli apra la porta della camera.

Io: Puoi aprirtela da solo.

Non ci mette molto a rispondere.

Papà: No, sono chiuso fuori. Vieni ad aprire questa cavolo di porta!

Una risata mi scappa dalle labbra, quando giro l'angolo per vederlo tremare dietro la porta. Giro la chiave e la apro, cosicché possa entrare al caldo.

"Hey, scusa i-" vengo interrotta da una spinta alla spalla. Il mio sorriso viene rimpiazzato da uno sguardo scioccato.

Mi ha appena toccato?

"Pensavi fosse divertente?"

Un'altra spinta.

Inciampo e cado per terra. Le mie braccia tremanti mi trascinano all'indietro e le lacrime mi scorrono sulle guance.

"James!" grida mia madre, avvicinandosi. Le luci si accendono e presto tutti sono nella stanza.

Mi asciugo le lacrime con le mani. Quel giorno è nel passato, ma sembra così reale. Mi giro sul mio fianco e guardo il buio. Il cielo che si vede dai piccoli buchi nella persiana, mi tiene occupata, mentre la mia mente comincia a vagare per qualche minuto- questa volta verso un'altra direzione.

Cosa intendeva prima Harry?

Dimmi, ti hanno mai toccato?

Sospiro e il suo profumo mi riempie ancora. Non ho idea di cosa sarebbe successo se i miei polmoni non avessero smesso di funzionare. E se Hannah e Louis non fossero stati lì? Mi avrebbe baciato? Non c'erano dubbi che sotto i tatuaggi e i piercing, fosse attraente. Ogni volta che mi perdo nei suoi occhi, non posso far altro che essere gelosa. Erano color smeraldo e così belli. Tutti di lui mi attirava: il suo aspetto, i suoi capelli, e il suo corpo. Come poteva qualcuno così muscoloso essere così magro? La sua mandibola era così affilata; non mi sorprenderei se tagliasse il vetro.

Era stato scolpito da Dio in persona, e non c'erano dubbi che avesse fatto ingelosire tutti gli altri angeli.

Per non parlare di quelle mani-

Mi alzo dal letto quando comincio a sentire le farfalle nello stomaco. La mia finestra cigola quando si apre. Prendo la coperta del mio letto e la faccio passare dalla finestra, prima di uscire. L'aria è abbastanza fresca per abbassare la mia temperatura corporea, mi rilasso avvolgendomi nella coperta. Venivo sempre sul tetto da bambina, ma da quando mi ero slogata la caviglia, ho sempre avuto paura. Era il mio posto preferito. Capisco che possa sembrare un cliché, ma è vero, e apparentemente non sono l'unica che ha bisogno di allontanarsi dalla realtà.

"È occupato questo posto?"


:):)

Chi è emozionato di sapere cosa succede??

Troubled. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora