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Harry.

So che non dovrei andarmene, con i suoi genitori giusto dietro l'angolo, ma devo. No, ho bisogno di andarmene ed essere me stesso. Riesco a sopportare una determinata dose di socializzazione con le stesse persone, prima di perdere la testa. Ho anche bisogno di pensare per un po', anche se non sono solo. Ho bisogno di prendere le mie distanze dalla cugina di Melanie, e da Melanie stessa. Lei rievoca questa emozione dentro di me, un'emozione che ho paura di provare. Un'emozione che non voglio sentire. In vita mia non mi sono mai svegliato accanto a qualcuno, sentendomi così rilassato e felice. Di solito faccio fatica a dormire e comunque è un sonno vuoto. Mi dà fastidio e mi costringe a rimanere sveglio la maggior parte della notte; sembra sempre che manchi qualcosa.

Ma oggi, l'essermi svegliato con Melanie tra le braccia... è stato qualcosa che voglio ripetere per il resto della mia esistenza.

"Harry, stai bene amico?" il suono del mio nome mi strappa via dai miei pensieri.

"Sì," dico, tossendo.

Nick mi guarda con un'espressione confusa, ma io distolgo semplicemente lo sguardo e guardo le persone attorno a noi.

Nel corso del mese e mezzo che ho passato qui, sono sorprendentemente riuscito a farmi un gruppo di amici, credo. All'inizio erano un po' intimiditi da me, ma alla fine sono arrivati alla conclusione che avevano bisogno di me per attirare l'attenzione femminile. Quindi, mi hanno accolto nel loro gruppo, ed eccomi qui con una mora al mio fianco e una disgustosa quantità di polvere bianca di fronte a me.

"Okay, beh, è il tuo turno." Mi passa la banconota da cento dollari arrotolata con un sorriso. Me la passo tra le dita e ci metto un po' a decidere se voglio veramente o no. Credo di non aver voglia di attività rischiose stasera.

"Sono a posto così," rispondo.

"Allora è il mio turno," la bionda, Carly, dice, prendendo l'oggetto dalle mie mani e avvicinandosi al tavolo. I genitori di Nick sono fuori per la notte, lasciandogli la responsabilità della casa. Questo è il posto in cui sono stato spesso nell'ultima settimana. Non sono feste, ma ci sono decisamente più persone di una solita serata tra amici. Sono sorpreso, davvero. Pensavo che i ragazzi di una piccola cittadina di campagna fossero tutti scuola e chiesa, non che dessero feste e si drogassero. Non sono poi così diversi dai coglioni che frequentavo a Londra.

Sono consapevole del fatto che la ragazza di fianco a me stia muovendo la sua mano lungo il mio fianco. Credo che il suo nome sia Rebecca, ma non ne sono sicuro, e non mi importa scoprirlo. Qualcuno gioisce quando Carly alza la testa, sorridendo. Un paio di occhi castani mi guardano, ma io me li immagino blu invece.

Cavolo, non riesco nemmeno ad uscire per un'ora, senza lei per la testa.

Sostituisco la faccia della mora con quella di Melanie. Nonostante sia incazzato con lei per le sue domande fastidiose, voglio solo averla qui, tra le mie braccia. O sotto di me, mentre ci rotoliamo tra le coperte, tutte e due vanno più che bene.

"Okay, chi vuole giocare a Succhia e Soffia?" Dylan batte le mani e la gente esulta. Roteo gli occhi per la proposta. Sembra sempre che ogni volta che io venga qui, vogliano giocare a questi stupidi giochi che portano sempre ad un interazione tra sessi opposti. Se vogliono farsi qualcuno, non devono creare queste distrazioni. A cosa servono le mani se no?

"Abbiamo bisogno di più ragazze per giocare," dice Nick alzandosi e andando a cercare quello che ci serve. Rimango seduto a guardare il resto dei loro amici parlare di cose inutili. Noto le mani di Carly cominciare a tremare e i suoi occhi muoversi da un corpo all'altro. È completamente fatta. Poco dopo, tre ragazze entrano nella stanza con Nick che sorride soddisfatto. Riconosco una delle ragazze, credo che sia nella mia classe di educazione fisica. Tiene in mano il bicchiere rosso timidamente, sistemandosi gli occhiali. Cosa ci fa qua? Si capisce che non è a suo agio con la situazione per il modo in cui rimane in silenzio, a differenza della altre ragazze. Nick cammina nel centro del nostro cerchio e solleva il tavolino, creando più spazio.

Troubled. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora