Harry.
La musica rimbomba nel locale, e io mi ritrovo a sorridere tra me e me, quando mi accorgo di quante ragazze stanno provando ad attirare la mia attenzione. Ballano con degli sconosciuti, limonano con i loro ragazzi di fronte a me, e mi passano davanti, voltandosi per controllare che abbiano attirato la mia attenzione. Patetiche. Bevo il mio drink in silenzio, cercando di non ascoltare il mio migliore amico, Matt, che sta parlando di qualcosa successo ieri.
Perché finisco sempre qui quando vengo cacciato di casa? In realtà, mi correggo. Finisco sempre sotto casa di Matt e poi finiamo qui. Non capisco come questo posto possa essere il suo preferito. Il cibo fa schifo, le ragazze sono troppo facili, e i drink sono terribili. Preferirei essere a letto in questo momento, ma non posso, perché mia madre ha deciso che mi sto comportano in modo 'irrispettoso' e mi ha cacciato di casa per la notte.
Il liquido caldo mi scende in gola con facilità, mescolo quello che rimane sul fondo del bicchiere. Dice che è stanca del fatto che sto sempre fuori fino a tardi e che vengo in questi posti, eppure mi caccia di casa e si arrabbia. Non ha molto senso per me.
Vengo tirato via dai miei pensieri, quando sento qualcuno toccarmi la spalla. Mi volto e vedo una ragazza mora che avevo notato prima nella mischia. So che sono nei guai quando vedo la scintilla nei suoi occhi. Muove le sue unghie lungo il mio braccio e mi sorride.
"Sembri annoiato, perché non vieni a ballare con me?" la puzza di alcol nel suo alito e così forte che mi ritrovo costretto a trattenere il respiro mentre lei parla. Sento Matt ridere alla sicurezza della ragazza e lo guardo mentre prende il suo drink. Alza il bicchiere verso di me, annuendo e sorridendo, prima di alzarsi e andarsene.
Stronzo.
"Non mi piace quando mi toccano," dico spostando le sue mani da me. Lei non sembra cogliere il mio fastidio e continua a tracciare delle linee immaginarie con le sue dita. Una persona normale le direbbe di andare a farsi fottere e le sbatterebbe via le mani, ma so da un po' di tempo che io non sono una persona normale. Sospiro, prima di girarmi verso di lei. Non sento niente comunque, perché non divertirmi, finché dura?
"Beh, non sembra dispiacerti," sussurra. La sua mano comincia ad accarezzarmi la pelle, mentre l'altra finisce dietro il mio collo, rigirandosi tra le dita i miei capelli. Porto le mie mani sui suoi piccoli fianchi e l'avvicino a me. Le sue parole non hanno nessun'effetto su di me, mentre lei continua i movimenti, cominciando a farmi pentire della mia decisione.
Prima di cambiare idea completamente, finisco la mia birra l'afferro per il polso, trascinandola fuori dal locale con me.
***
"Harry."
Qualcuno mi scuote la spalla, e io sposto la mano.
"Harry," ripete la persona.
"Cosa cavolo vuoi? Cazzo, lasciami stare ed esci," abbaio, nascondendo la testa nei cuscini. Cazzo, lasciami dormire per due minuti. Questa ragazza sta cominciando a farmi incazzare. Non solo non è brava a letto, ma è anche rimasta a dormire e ora decide di svegliarmi all'alba? Che cazzo di problemi ha?
Sento un sospiro prima che la voce ricominci a parlare. "Harry, hai bisogno di preparare le valige. C'è stato un cambio di programmi e partirai domani."
Preparare? Di cosa sta-
Aspetta.
"Mi hai detto che partivo tra tre giorni!" mi alzo velocemente e incontro lo sguardo deluso di mia madre. Velocemente attiro a me le coperte per coprire il mio corpo nudo, e lei tossisce prima di guardare altrove.
"Vestiti per favore, ne parleremo giù," dice. Il peso alla fine del mio letto sparisce, quando se ne va.
La rabbia comincia a scorrere nelle mie vene. Cosa cavolo sta succedendo? Ovviamente sapevo di questo stupido arrangiamento; avevo programmato di lasciare la città per evitarlo, ma chiaramente quella opzione era andata a farsi fottere. Afferro la mia maglietta nera dal pavimento e me la infilo, camminando nel corridoio, fino alla cucina. Prendo una sedia dal tavolo rotto e mi siedo. L'appartamento fa schifo, e non mi piace il fatto che siamo così al verde che non possiamo permetterci un tavolo decente.
"Vuoi del tè?" mia madre si gira con una tazza fumante in mano. I suoi occhi sono circondati da occhiaie, e so che è stanca per colpa mia. Dovrei almeno cercare di capirla, ma non lo faccio. Non è da me.
"No," dico freddamente. "Quello che voglio, è sapere cosa succederà nei prossimi giorni." Si siede di fronte a me e avvolge le dita attorno alla tazza per carpire un po' del calore, nell'appartamento congelato.
"I produttori hanno fatto un errore di stampa nella lettera che ci hanno mandato," comincia. "Hanno scritto male il giorno della partenza."
Roteo gli occhi.
"Produttori?" scuoto la testa. "Che stronzata-"
"Modera il linguaggio," mi ricorda con uno sguardo severo. Aggrotto la fronte e mi mordo il piercing al labbro, per evitare di gridarle contro. Non voglio che ci siano telecamere che mi seguono ovunque vada e mi riprendano mentre piscio o altro. Mi piace la mia privacy, e di certo questo è superare il limite.
"Voglio sapere dove starò, le persone che saranno con me, e il nome della famiglia," chiedo. Mia madre sembra sollevata, dalle domande che sto facendo.
"Cosa c'è?" scatto, lasciando che la mia rabbia prenda il sopravvento.
"Sono solo felice che tu abbia deciso di collaborare."
"Chi ha detto che ho deciso di collaborare? Non voglio fare questa cosa. Tutto ciò che voglio sono informazioni di base, che tu avresti già dovuto darmi." Le mie mani finiscono tra i miei capelli, afferrandoli e tirandoli per liberarmi dallo stress.
"A quanto mi hanno detto, starai con la famiglia Kerrey in America. Vivono in Alabama in una cittadina di nome Summerdale. Viaggerai con altri due ragazzini, ma non so i loro nomi." Osserva la mia reazione oltre il bordo della sua tazza
Roteo gli occhi al suo uso della parola 'ragazzini'. Non sa che avrò 19 anni tra un paio di mesi?
"Smettila di alzare gli occhi al cielo," dice, dopo aver mandato giù il suo tè. "Finirai per farli cadere dalla testa."
"Vado in America?" ignoro le sue parole. Non me ne frega un cazzo dove starò, ma ho sempre voluto andare negli Stati Uniti.
"Sì. Vuoi sapere qualcosa della famiglia?" i suoi occhi cadono sulle mie mani nervose.
"No, esco." Mi alzo e cammino fino all'ingresso dove mi infilo gli stivali.
"Harry, aspetta!" grida lei, ma ho già chiuso la porta. Mi infilo la giacca per coprirmi le braccia ed evitare il freddo di Londra. Porto una sigaretta tra le mia labbra, e riparo la fiamma dal vento, mentre l'accendo. Sperando che la nicotina calmi la mia mente, ispiro profondamente e comincio a camminare verso chissà dove.
Sono molto felice che la storia vi stia piacendo :) continuate a votare e commentare, mi raccomando!! Secondo voi, cosa succederà?
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Troubled. [Italian]
FanfictionNon penso tu sappia chi sei veramente, finché non perdi te stessa. Non conosci il dolore, finché la persona per cui daresti la vita, toglie la sicura della granata, lasciandoti da sola in un campo di battaglia. Non conosci l'amore, finché la fonte d...