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Melanie.

"Allora, ti piace stare qui?" chiede Harry, non riesco a fermare la risata che mi fuoriesce dalle labbra. La sua domanda era così normale, comparata alle nostre solite conversazioni. O finiamo per urlaci contro o uno dei due finisce spinto contro il muro.

"Non potrei mai vivere in città, se è questo che stai chiedendo," dico, togliendomi lo sporco da sotto le unghie. Dovrei andare a farmele sistemare. Magari Hannah potrebbe venire con me? O Louis? Mi viene da ridere al pensiero di me e Louis a farci fare le unghie insieme.

"Non era quello che intendevo, ma io non potrei mai vivere in un piccolo paesino," risponde, tirando un sacco di fianco a me. Si capisce che è stanco per il modo in cui i suoi movimenti sono diventati più lenti. Mi alzo in piedi e mi pulisco i pantaloni, prima di andare da lui per aiutarlo. Mi sorride, mentre afferro un sacco. "Quello che intendevo era se ti piaceva vivere con genitori severi."

Harry me lo aveva già chiesto, credo. Quando erano appena arrivati, circa un mese fa.

Wow, sono arrivati un mese fa? Sembra ieri.

"Ehm, sì, credo. Non in questo momento però," dico, riferendomi alla punizione che mi è stata assegnata. Abbiamo quasi finito, ne dovrebbero mancare dieci.

"Perché non riusciresti a vivere in città? È molto meglio, e non c'è puzza di cacca di mucca ventiquattro ore al giorno." Arriccia il naso per l'odore, facendomi ridere.

"Scusami, ma a me piace l'odore di concime."

"Dì 'merda' e basta. Sempre meglio di quello che hai appena detto," mi informa.

"Io non dico parolacce," gli ricordo.

"Solo quando ti incazzi con me."

"È successo solo una volta, ed è stato perché mi hai davvero fatta arrabbiare." Lo guardo e lui sorride.

"Oh andiamo. Devi ammetterlo, è stato davvero divertente. Mi congratulo ancora con me stesso per quella volta." Ride al ricordo. Ancora non capisco perché sia così fiero di aver rovinato il mio appuntamento con Dean.

"No, non lo è stato. Stavo tremando per quanto ero incavolata con te." Quando le parole mi escono dalla bocca, lui sobbalza e si immobilizza.

"Cosa c'è?" anche le mie azioni si fermano.

"Hai appena detto 'incavolata'."

Roteo gli occhi e le sue risate riempiono il silenzio. La situazione non è nemmeno così divertente, ma non posso fare a meno di unirmi a lui quando tira indietro la testa nel modo più adorabile possibile.

"Non credo che 'incavolata' sia una parolaccia," gli dico. Lui scrolla le spalle, con il sorriso ancora sul volto. Credeteci o no, mi sto davvero divertendo con lui. Non ci stiamo gridando contro, e sono sempre più a mio agio con lui.

"Cosa vuoi fare al college?" sento un improvviso coraggio e cambio argomento. Il suo sorriso scompare, e sento la sua guardia alzarsi.

"Cosa?" spingo.

"Non mi piace parlare di me."

"È solo una domanda, Harry. Hai chiesto di me, e ora ti sto chiedendo di te. Perché non vuoi dirmi niente?" perfetto, ecco che ci risiamo. Sapevo che sarebbe stata questione di tempo prima che tornasse sé stesso.

"Perché no, okay?" sbotta.

Perché mi chiude fuori? Ho fatto qualcosa di male? Troppe domande mi vagano per la mente, troppe domande alle quali non riceverò risposta. Non parla, continua a tirare sacchi sulla pila dietro di noi. Dopo pochi minuti, so che non mi risponderà affatto.

Troubled. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora