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Melanie.

"Buon giorno tesoro," dice mia madre, sentendo il rumore dei miei passi sul pavimento, entrando in cucina. È seduta a tavola con il giornale in una mano e una tazza di caffè nell'altra. Oltre alla sua voce e al suono dei miei passi, c'è silenzio. La casa dorme ancora eccetto me e lei, e il suono delle antine degli scaffali che apro sembrano interrompere la pace. Prendo una tazza e i miei cereali preferiti, prima di prendere il latte dal frigorifero.

"Tesoro?" chiedo, con la schiena rivolta verso di lei, mente lo verso nella tazza. Mescolo il contenuto e mi siedo sul bancone.

"Cosa c'è? Sto prendendo da loro," risponde, voltando la pagina. Alzo gli occhi al cielo e mangio i cereali. Sapevo che i ragazzi stavano cominciando a piacerle.

I miei occhi si muovono sulla finestra della cucina, prima di ritornare al buio della casa. Mentre mangio, mi sposto i capelli sulla spalla e ripasso a mente le cose che devo fare prima della fine della giornata. Dopo un paio di minuti, penso alla storia che mi ha raccontato Louis ieri sera e delle povere persone coinvolte.

Ci ha raccontato che quando era piccolo ha ricreato una scena dal suo film preferito, I Goonies. Louis ha detto che una volta al cinema aveva portato un barattolo di vomito finto e lo aveva rovesciato dalla balconata, come fanno nel film, solo che quella volto solo Louis aveva vomitato perché il vomito sembrava così vero, che non ce l'ha fatta a resistere. Poi è stato cacciato.

"Oh Melanie, prima che mi dimentichi," dice improvvisamente mia madre, tirandomi fuori dalla mia trance. "Ho bisogno che tu prepari dei biscotti o una torta per quel banchetto di stasera. Lo faresti per me?"

Mi lamento e poso la tazza vuota nel lavandino e apro il rubinetto. "Non devo venire anche io, vero?" chiedo, mentre lavo i piatti sporchi impilati nel lavandino.

"No, solo io e tuo padre." Si alza e si avvicina, prima di mettere la sua tazza sotto il getto dell'acqua. Mi accarezza la spalla con un sorriso, prima di voltarsi e andarsene.

Torta... torta. Non c'era qualcosa che dovevo ricordarmi?

"Parlando di torta," dico improvvisamente, provando a fermarla quando mi ricordo l'argomento.

Non sembrare troppo entusiasta, mi fermo. Sii casuale. Non farle sospettare niente. Dopo tutto, questa non è una gran cosa. È solo una festa per il suo compleanno. Lo facciamo per tutti... tranne per il fatto che non ne abbiamo organizzata per Louis...

Mi schiarisco la gola. "Ehm... tra poco è il compleanno di Harry."

"Ah?" le sue sopracciglia si inarcano e un sorriso furbo le compare sul volto. Le mie guance si infiammano e io faccio di tutto pur di mantenere le mie guance il quanto più possibile pallide.

"Facciamo qualcosa di speciale?" la mia voce trema mentre provo a mantenere il mio entusiasmo sotto controllo. "Fa diciannove anni e sai... pensavo che potremmo fare qualcosa di carino per lui." Mi attacco all'angolo del bancone e maledico la mia storiella e tutti i segni che indicano quello che sto cercando di nascondere.

"C'è qualche ragione in particolare?" il tono della sua voce mi prende alla sprovvista- non è né accusatorio né duro, come mi aspettavo. Questo mi fa alzare lo sguardo fino ai suoi occhi. Il panico comincia a fiorire dentro di me quando vedo la verità tornarmi in faccia.

È chiaro che lei sappia cosa sta succedendo tra me e Harry.

Devo andarmene da qui.

"Ehm, no. Ciao," esco di corsa e mormoro qualcosa sul dare da mangiare agli animali. Le mia dita spostano i capelli dalla mia fronte, per liberarmi di un po' di stress, mentre la porta sbatte per la mia uscita. Un milione di pensieri si fanno largo nella mia mente, mentre processo quello che è appena successo. Anche se ci sono mille domande che combattono per avere risposte, una si ingrandisce nella mia mente ed esige una risposta.

Troubled. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora