Confused

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-SPAZIO AUTRICE
Zalve a tutti. Ho fatto lo spazio autrice prima del capitolo perché bo mi andava di farlo prima. Siccome nessuno ha commentato l'avviso precedente dandomi delle idee ho deciso di continuare la storia come avevo in mente.
Non arriveremo mai a 7 voti nell'avviso e prima o poi devo aggiornare. Anche se sono triste perché nessuno ha commentato :c.
Apparte le discussioni interessanti tra me e @another_bibliophile.
Non fraintendetemi, amo ognuna delle 4.24k e dei 190 voti, però mi avrebbe fatto piacere se aveste commentato.

Vi lascio al capitolo anche se è abbastanza una cacca dato che l'ho scritto di fretta ben due volte perché mi si era cancellato. Che odio.

A presto
A.♡♡

***

POV's Lucrezia
Mi stacco violentemente dalle labbra di Pietro e cerco di rincorrere Luca anche se la mia gamba non del tutto guarita non aiuta.
Mentre mi alzo mi volto verso Pietro e gli lancio un'occhiata arrabbiata anche se sento le lacrime già pizzicare agli occhi.
《Luca!》urlo《Luca ti prego aspetta!》
《Senti non voglio sprecare altro tempo con te. Tu.. tu mi piacevi Lu. Tanto. Invece a te piace ancora Pietro. Te lo si legge negli occhi.》

Credo di non aver mai visto Luca così... sincero?
Vorrei rispondergli che ha ragione. Che odio Pietro ma mi piace ancora. E che mi piace anche lui.
Pensavo fosse impossibile che potessero piacere due persone contemporaneamente invece mi rimangio tutto. È uno schifo quando ti piacciono due persone. Soprattutto quando è ricambiato da entrambi.

Sono passati due giorni, di Pietro non ho avuto più notizie, una chiamata, un messaggio, niente. Luca non mi rivolge più la parola. E quello che mi fa più male è che tra 5 giorni uscirà da questo carcere schifoso pieno di tristezza e probabilmente non lo rivedrò mai più.
Al solo pensiero mi vengono i brividi e le lacrime continuano a sgorgare come fiumi da due giorni.

Non ho detto niente nemmeno ad Alice da prima della festa.
Sara, l'infermiera del mio reparto entra in camera con un sorriso smagliante. Forse è la prima volta che non le vedo un sorriso forzato su quella faccia di gomma da Barbie.
《Lucrezia ho buone notizie. Tra una settimana sarai dimessa. La tua gamba sta guarendo persino più in fretta di quanto pensassimo, nonostante la doppia frattura scomposta.》
Per la prima volta dopo due giorni sono veramente felice. Tra una settimana sarò sotto l'ombrellone, in spiaggia, a leggere uno dei miei amati libri e stare in acqua per giornate intere.
Per l'attimo in cui mi viene data la notizia riesco finalmente a non pensare a Pietro, Luca e..... il fatto che al mare sono sempre in roulotte con il primo.
Chiamo subito mia mamma, forse riesco a convincerla ad andare con il camper di mio zio.
《Pronto mamma》risponde dopo due squilli.
《Tutto bene tesoro?》
《Sisi anzi tra una settimana sono fuori!》cerco di non urlare o fare uno dei miei soliti gridolini quando sono emozionata.
《Oh ma è fantastico amore così andiamo finalmente al mare. Dopo tutto è solo inizio luglio.》
《Si mamma.. proprio di questo ti volevo parlare. Dopo quello che è successo... ecco.. non me la sento di condividere la roulotte con Pietro.》
《Ma come...? Mi ha detto Patrizia, sua mamma, che tra voi era tornato tutto normale》

ERA TORNATO TUTTO CHE?

《Mamma ti devo lasciare ci sentiamo più tardi ora devo andare.》

Pietro era così gonfio di orgoglio di orgoglio da dire a sua mamma che lo avevo perdonato e stavamo di nuovo insieme.
Mi alzo dal lettino, la gamba fa sempre meno male e riesco a camminare senza stampelle anche se zoppico ancora un po'.

《Cloe la vita è una. Vivila.》 dico alla mia compagna di stanza ancora in coma.

Vado in corridoio, dove non c'è nessuno. Accendo il telefono e mi rendo conto che sono le due di notte. Apro la porta della camera di Luca, non sta dormendo, è sveglio a guardare il telefono con le cuffie nelle orecchie e la musica talmente alta che la sento dalla soglia.
Gli prendo istintivamente il viso tra le mani. Dopodiché non solo le farfalle, un intero zoo si ribella nella mia pancia facendomi provare una sensazione stupenda. È sorpreso almeno quanto lo sono io per il gesto che ho appena fatto.
《È questo quello che vuoi?》 mi chiede allontanandosi.
Annuisco quasi impercettibilmente con la testa e mi fiondo nuovamente sulle sue labbra.
Mi sdraio accanto a lui sul lettino e passiamo la notte insieme.

Imposto la sveglia alle 6 della mattina. È l'ultima che passerò con lui, una piccola fitta mi colpisce tra lo stomaco e il cuore.
Corro in camera sua fregandomene del casino che ho fatto mentre alzavo dal lettino, buttando praticamente di tutto sul pavimento.
È accanto alla piccola brandina, che finisce di mettere le ultime cose in valigia. Mi avvicino a lui e lo guardo mettere via la roba senza aprire bocca.
《Non mi piacciono i saluti quindi è meglio se dici qualcosa.》mi dice senza distogliere lo sguardo dal borsone di fronte a lui.
《Non è così semplice.》
《Ehi abitiamo a un'ora e poco più di distanza, non è poi così tanto. Ci sentiremo tutti i giorni.》

Non sarà lo stesso, vorrei rispondere ma sto zitta e non riesco a trattenermi, mi abbandono tra le sue braccia.

《Ehi guardami. Ci rivedremo. Te lo prometto, chiaro?》
Annuisco e lo abbraccio più forte che posso. Mi prende le mani, se le porta al petto e mi bacia.

Per l'ultima volta.


Amo il mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora