Live-Capitolo 3

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-Elizabeth ti senti bene?- Mi chiese il signor Curt.
Io balbettai qualcosa simile a un 'sì' continuando a spostare lo sguardo da padre a figlio.
Se Colin avesse detto qualcosa, se si fosse lamentato dei miei modi sarebbe successo un macello. Sicuramente suo padre si sarebbe lamentato con il mio e mia madre lo sarebbe venuta a sapere, in tal caso sarei finita davvero nei guai...
-Stavo giusto informando Elizabeth che passerà i giorni dal primo di luglio a 17 nella nostra casa al mare con tutti gli altri figli dei colleghi tuoi papà- disse Colin con un fastidioso ghigno disegnato sul volto.
-Come?- sussurrai io ma non abbastanza forte da far in modo che uno di loro due mi sentisse.
-Si- acconsentì il padre -Non è un idea fantastica? Pensa, ne stavo discutendo poco prima con tuo padre e lui ne è entusiasta!-.
-Fantastico- dissi io con falso entusiasmo.
-Beh, io ora torno di là, a dopo ragazzi- concluse lui.
Colin salutò suo padre e anch'io.
Entrambi lo seguimmo con lo sguardo, lui per consuetudine immaginai, io per vergogna.
Appena si fu allontanato strizzai gli occhi e quando li riaprì li puntai nei suoi -Mi dispiace- dissi con l'amaro in bocca per quelle parole.
-Non preoccuparti, immagino non sia colpa tua se sei ignorante, bambolina- chiarì lui mettendo le mani nelle tasche dei jeans. Durante quel movimento i muscoli delle sue braccia si tesero e io rimasi lì a fissarli, sospetto con un espressione non molto intelligente sul volto perché sentì una risata soffocata per poi vedere le braccia tendersi ancor di più come fosse sotto sforzo.
-Non chiamarmi cos...aspetta, cosa?- dissi riprendendomi dal mio stato imbambolato -Ma chi cazzo ti credi di essere? Come cazzo ti permetti di chiamarmi così!?-
Lui mi interruppe ridendo -Ma allora vedi che sei ignorante? Ignorante è il participio passato del verbo ignorare, cioè colui che ignora. Tu ignori il modo corretto di comportanti con chi non conosci e non è colpa tua perché evidentemente non ti è stato insegnato con sufficiente- fece una pausa come a cercare la parola giusta -enfasi- concluse.
Ero troppo shockata per rispondere così feci la prima cosa che mi venne in mente. Gli tirai uno schiaffo.
Lui rimase immobile a parte per la sua mano destra che bloccò il mio colpo. Schioccò due volte la lingua contro il palato scuotendo leggermente la testa come si fa coi bambini -No bambolina, non si fa- poi mi diede un bacio al centro del palmo della mia mano destra -Qualcuno dovrebbe davvero insegnarti un po' di buone maniere-.
Io rimasi immobile, sentivo il battito del mio cuore fin nelle orecchie.
Di scatto tolsi li polso dalla sua presa e iniziai a massaggiarlo con la mano sinistra, il suo tocco mi bruciava la pelle -Stronzo-.
-Non ci siamo- disse lui.
Un attimo dopo era dietro di me, mi aveva afferrato i capelli facendomi inclinare la testa all'indietro -Una signorina non dovrebbe dire certe cose- mi sgridò lui, sentivo il suo alito caldo nel punto sensibile dietro l'orecchio.
Lo sentì strofinare il naso contro di me, poi sentì una leggera fitta di dolore. Mi aveva appena mordicchiato il lobo -Devi sapere bambolina che se c'è una cosa che non sopporto, quella è la maleducazione, perciò vedi di fare la brava- in un attimo mi lascio i capelli e iniziò ad allontanarsi da me -e non ci saranno problemi-.
Il mio primo pensiero quando finalmente ripresi a respirare vedendolo tornare alla festa fu cazzo.
Ma stranamente, per la prima volta non riuscì a dirlo a voce alta...
Quando finalmente tornai alla festa mi diressi da Cami e la trovai a parlare con Naomi, un altra ragazza del gruppo, di colore, capelli neri tutti legati in treccine lunghe fino al sedere, molto carina.
-Ciao Naomi, Cami- dissi
-Ciao Liz, che fine hai fatto?- mi chiese Cami.
-Si, scusa sono stata...impegnata... Senti ma che cos'è questa storia dell'uno luglio?- le chiesi.
-Ah allora l'hai saputo!- sorrise -La famiglia Curt ci ha invitati a passare 2 settimane nella loro casa al mare, nel sud della California! Non è fantastico? Ne hanno 2 a circa venti minuti di distanza l'una dall'altra! Così noi ragazzi ne useremo una e gli adulti l'altra- Concluse Cami.
-Si, e pensa, hanno addirittura delle domestiche così non dovremo fare altro che divertirci!- aggiunse Naomi
-Io non sono sicura di venire...- dissi.
-Perché?- mi chiesero in coro le due
Perché non ho voglia di stare con il loro perfetto figlio!
Un immagine del dio greco alto biondo occhi azzurri incontrato poco prima mi attraversò la mente. La scacciai subito.
-Perché avevo intenzione di passare del tempo con Alex e Edward- dissi invece.
-Oh di questo non preoccuparti, ho già parlato io con Nathaniel e ha detto che possiamo portare chi vogliamo! Io credo porterò Steve il mio ragazzo- mi rispose lei eccitata.
Io iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di una plausibile scusa per non andare e proprio mentre pensavo di far finta di avere il ciclo in quei giorni lo vidi.
Colin era seduto su una poltroncina a bere una bottiglietta d'acqua con i suoi amici.
Ma allora deve essere minorenne pensai considerato che tutti i ragazzi con lui bevevano birra è un paio di loro dei cicchetti.
Quando il suo sguardo incontrò il mio lui sorrise divertito e credo fosse compiaciuto se non ricordo male.
Lui fece un sorso d'acqua e si leccò le labbra senza mai staccare gli occhi dai miei.
Io alzai il dito medio mimando un "fanculo" e lui in tutta risposta alzò il mignolo mimando un "che finezza".
Io lo mandai di nuovo a fare in culo, già ero una ragazza piena di inventiva!
Il suo sguardo si fece serio e si alzò dalla sedia scusandosi con gli altri. Finalmente ebbi l'opportunità di osservarlo meglio: indossava delle Nike nere come i Jeans e un camicia bianca di cui aveva arrotolato le maniche e slacciato i primi 2 bottoni.
Come prima avevo avuto modo di notare era molto alto e il triplo di me di stazza. Aveva i muscoli delle braccia e delle spalle molto ben definiti che si contraevano e si rilassavano sotto la camicia mentre camminava ma le tre caratteristiche migliori erano senz'altro i suoi occhi azzurri, il suo sorriso è porca puttana i suoi capelli biondi tagliati più corti sui lati.
Solo dopo averlo scansionato ben 2 volte mi accorsi che non stava affatto sorridendo e che il suo viso era corrucciato, contratto dalla rabbia.
Perché diavolo era arrabbiato ti chiederai. Beh me lo sono chiesta anch'io! Ma poi mi ricordai di ciò che mi aveva detto in piscina. Lui non sopportava la maleducazione.
Meeeeerda.
Essendo io, modestia a parte, una ragazza astuta, coraggiosa e intelligente feci ciò che andava fatto. Scappai.
Hey! Non guardarmi così! L'avrebbe fatto chiunque.
Scappai in giardino e mi nascosi al buio dietro un albero. Mi appoggiai a tronco respirando lentamente.
Quando mi voltai non vidi nessuno e lentamente mi affacciai sempre di più finché non riuscì a vedere tutta la strada che avevo appena percorso. Non c'era nessuno. Da quella parte proveniva la musica presente alla cena.
D'un tratto un braccio mi avvolse la vita è mi ritrovai schiacciata contro il tronco dell'albero.
Due occhi azzurri mi fissavano, come due schegge ferme nei miei occhi, mi inchiodavano lì.
-Vedo che non presti attenzione bambolina, mi pare di averti detto che non sopporto i maleducati- mi disse con le labbra ad un centimetro dalle mie.
-Hai ragione, tu infatti sei così educato che ti sei messo ad origliare la conversazione di una ragazza al telefono non è vero? E non chiamarmi bambolina!-
Lui rise con voce roca e profonda di me -Risposta sbagliata, bambolina-

Ciao ragazzi, ecco qui il 3 capitolo della mia storia.
Che ne pensate di Colin? E di Elizabeth?
Fatemelo sapere con un commento o un messaggio privato.
Ringrazio chiunque legga, consigli, commenti o vota la mia storia
Baci Ny

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