La sveglia sul mio telefono prende a suonare, fortunatamente ha funzionato nonostante il volume basso.
Senza neanche togliermi il pigiama infilò il cappotto, metto gli scarponcini e desco fuori casa.
-Sarà meglio per te che tu abbia una buona ragione per farmi svegliare presto di domenica- mi dice Ale appoggiato al motorino ancora assonnato.
-Ti adoro- salgo dietro di lui sul motorino e in giro di poco più di 30 minuti sono di nuovo a casa. Do un bacio a Ale e corro dentro casa.
Vado in camera di Jackson che come previsto era già sveglio e aspettava impaziente sul letto il mio ritorno con un mio vecchio manga in mano.
Busso alla porta della camera da letto di mio padre e mi tolgo al volo il cappotto lasciandolo sul corrimano delle scale.
-un attimo solo- dice mio padre e sento dei rumori dall'interno.
-Avanti!-
Io e Jackson entriamo e lui mi apre di più la porta per farmi passare senza problemi.
Sia mio padre che Aaron indossano dei boxer, una maglietta bianca e una grigia.
Sembrano così... Felici.
Il loro sorriso si allarga quando osservano il vassoio che ho i mano.
Papà si tira sua a sedere e così fa Aaron -Cos'è?- chiese lui ridacchiando.
Poggio il vassoio sul letto e passo la tazza di caffè nero a mio padre, il cappuccino alla cannella con l'aggiunta di latte di soia a Aaron, il latte al cioccolato a Jackson e prendo per me la cioccolata calda.
Aaron fa un sorso dalla sua tazza -Ah che bel modo di svegliarsi la mattina- sospira trasognato.
-Ho preso anche due cornetti con crema e amarena per voi, un muffin per me è una ciambella per te Jackson-
Il bambino mi sorride e afferra la ciambella.
-Sei un angelo Lizzy- mi dice Aaron stringendomi a se con una mano mentre con l'altra mantiene il caffè. E io lo lascio fare, alzi, mi volto e gli do un bacio sulla guancia.
Lui mi guarda sorridendo, incrocia le gambe i mi fa segno i sedermi in mezzo. Io lo ascolto e poggio la schiena contro il suo petto.
Lui mi bacia sulla fronte e riprende a mangiare con una mano, l'altra mi coccola.
Poco dopo Jackson si stufa che sia io a ricevere tutte le attenzioni dal nostro ospite e alzandosi in piedi sul letto lo afferra per le spalle facendogli il solletico al collo.
Aaron ride e poggia la tazza ormai vuota sul vassoio prima di prendere in braccio Jackson.
Aaron guarda mio padre e con gli occhi devono essersi detto qualcosa perché un secondo dopo il vassoio viene poggiato accuratamente per terra e, i miei due papà ci stringono in un abbraccia sotto le coperte. Non dormiamo. Parliamo del più e del meno.
Ah, la mia famiglia.Ultimamente tutto va bene penso mentre sono in camera, sdraiata sul letto con le cuffie infilare nelle orecchie.
Ale e Ed sono ancora i miei migliori amici, mia madre è sotto l'assedio degli avvocati, mio padre è felice con Aaron e Colin...
Colin...
Eh se... Se lo chiamassi? mi chiedo ma poi cancello l'idea, non saprei cosa dirgli...
Un messaggio?
Forse suonerebbe troppo freddo...
Mi pongo queste domande da giorni...
Non riesco a smettere di pensare a lui, anche se il dolore che provo è ogni giorno una pugnalata al petto.
Getto per l'ennesima volta il telefono sul letto e mi vesto: Ed mi ha invitata a casa sua.
In questo periodo i ragazzi mi lasciano sola il meno possibile, e questo è un bene perché non credo ce la farei se non fosse così.
-Si?- chiede la voce del mio migliore amico al citofono.
-Sono io. Apri-
-Io chi?- mi chiede ma sento il sorriso nella sua voce.
-Ed muovi il culo ed apri!- rido.
La serata si svolge tranquillamente. I suoi escono e io e lui ci mettiamo come al solito a guardare un film.
-Come hai detto che si chiama?- chiedo
-K19- mi spiega.
È un film di guerra.
-Sai cosa non capisco?- infila una mano nella ciotola di pop corn a metà film mentre entrambi raggomitolati sotto le coperte guardiamo il film.
-Cosa?-
-Perché non ti ha richiamato-
-Cosa?- ripeto e mi irrigidisco all'istante.
-Si beh... Lui era così innamorato di te eppure non ti ha richiamato... È solo che è strano-
-Beh forse non sono così memorabile- cerco di sminuire la tensione con un alata di spalle e un sorrisetto.
-Ma non dire stronzate!- mi dice lui incrociando le braccia.
-Cosa? È vero!-
Lui si mette seduto a gambe incrociate -Lizzy ti si può definire un diversi modi, e memorabile è esattamente uno di questi!- mi spiega e io sorrido.
-Tu sei il mio migliore amico!-
-E allora?-
-E allor non conti! Sei come un fratello!-
-E un fratello non conta?- ora sta ridendo.
Io mi allungo e gli do un bacio sulla guancia perché vederlo ridere mi mette di buonumore. Ma lui si gira verso di me proprio mentre mi sto allontanando e le nostre labbra si sfiorano.
Lui continua a sorridere mentre esce la lingua e lecca il mio labbro inferiore.
Ora non sorride più nessuno perché la sua bocca si avventa sulla mia.
Finisco sotto di lui. I suoi baci sono morbidi, dolci... Sbagliati...
Quando sento l'eco di quella parola nella mia mente cerco di scacciarla e gli tolgo la maglietta.
Il suo petto è meno muscoloso di quello di Colin.
Non pensare a lui!
In pochi minuti tutti i nostri vestiti sono sul pavimento.
Lui mi afferra le gambe e le divarica. Quando il suo sguardo si posa su di me geme e si morde il labbro.
Io lo prendo in mano e iniziò ad accarezzarlo ma qualcosa non va...
Si piega in avanti e proprio un secondo prima che lui entri dentro di me... Crollo.
-Lizzy- mi sussurra all'orecchio. Ed è la mia fine,
Non è lui! Non sono le sue spalle che sto graffiando! Non è la sua bocca che sto baciando! Non sto affondando le dita nei suoi soffici capelli biondi e non sto guardando i suoi splendidi occhi azzurri! Non è la sua voce che mi chiama, che geme per me! E non è... Non è Colin.
-Ed- lo spingo via con delicatezza -Fermati-
-Cosa?- si stacca dal mio viso.
-Fermati!- lo scostò, mi alzo e mi rivesto.
-Ma che...?- lo guardo
-Mi dispiace- dico e lui capisce.
Abbassa il capo e sorride. Un sorriso nervoso ma sincero -Sei proprio cotta eh?- ride -Va da lui- mi dice e in un secondo sono fuori.
Chiamò mio padre -Papà,mi servirebbe un biglietto aereo. Subito- dico incrociando le dita.
Una volta convinto papà chiamo Summer -Sun, ho bisogno di un favore- le dico e le spiego il mio piano.Ed ecco che alle 4 di notte sono qui, fuori dalla suo campus.
'In bocca al lupo' mi aveva detto Summer prima di lasciarmi lì.
Convincere i genitori di Colin a darmi il suo indirizzo no è stato difficile. Ma è stato praticamente impossibile convincerli che non era necessario che venissero con me.
Forza! Bussa!
Faccio un respiro profondo e... Busso.
Dopo circa 10 minuti apre la porta un ragazzo dai capelli rossi con un piercing al sopracciglio.
-Si?- mi chiede dopo avermi squadrato.
-Buona sera...-
-Buona notte vorrai dire-
-Si, buona notte, io sono qui per veder Colin Curt-
Lui mi guarda stranito e si sporge in avanti per dare un occhiata alla bacheca alla mia destra -Non sai leggere?-
-Come scusa?-
-Gli orari di visita sono dalle 8 alle 19:00- indica i fogli bianchi nella bacheca di legno con tutti gli orari scritti.
-Si beh... Questa è una faccenda urgente-
-È morto qualcuno?-
-No...-
-C'è stato un incendio nella tua casa?-
-Beh...no-
-Hai una malattia incurabile, stai per morire e sei qui perché è il tuo ultimo desiderio?-
-No, io..-
-Allora non è nulla che non possa aspettare fino a domani...- fa per chiudere la porta ma io la blocco col piede.
-Senti, sono stata in terapia, ho un padre gay è una madre stronza, non molte ore fa il mio migliore amico a provato a portarmi a letto e sono qui per rimettere apposto le cose col ragazzo che amo. Sono esausta ed emotivamente provata. Fossi in te non mi metterei con una che ha fatto così tanti chilometri per vedere il suo probabile ragazzo!-
Lui mi guarda ancora per qualche secondo, poi si scosta e mi fa entrare.
-La stanza di Colin è la 208- mi spiega -Da questa parte-
-Come mai mi stai accompagnando?-
-Non è una buona idea far girare una ragazza sola in un campus maschile- mi dice e continua a camminare.
Il silenzio assordante mi innervosisce -Io sono Lizzy- dico ma lui non mi risponde -E tu sei...?-
-Dorian- mi spiega -Dorian gray-
-Mi prendi per il culo?-
-Mia madre amava Oscar Wilde- alza le spalle e continua a camminare.
Ci fermiamo difronte a una porta in legno scuro con '208' inciso e colorato d'oro sopra.
Dorian mi fa un cenno e si avvia.
-Grazie Dorian- dico ma lui non mi risponde.
Sorrido. Quel ragazzo mi piace.
Ma ecco che mi volto verso la porta.
Faccio tre respiri profondi e poi busso.
Nessuna risposta.
Busso di nuovo.
Quando sto per andarmene la porta finalmente si apre ed eccolo lì: con tutti i capelli scompigliati e gli occhi assonnati. In boxer e una maglietta di Capitan America.
-Lizzy?- mi guardai incredulo e io mi getto istintivamente tra le sue braccia inspirando il suo profumo.
Casa.
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Live || #Wattys2016
ChickLitPensavo che mi stesse salvando, e invece mi ha spinto ancora più giù... Sara aveva ragione, gli scrittori non scrivono mai romanzi rosa tra un bravo ragazzo e una cattiva ragazza perché non può esistere un lieto fine per loro... Ed io che pensavo di...