Live-Capitolo 5

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-Colin!- sussultai voltandomi a guardarlo. I capelli erano scompigliati e umidi, aveva la barba di circa due, tre giorni. ok, non è minorenne...
Sorrideva come sempre ma nel suo sguardo c'era un che di famelico.
-Quanti anni hai?- gli chiesi senza pensare.
Promemoria. Promemoria per me: ripetere nella testa le frasi che ho intenzione di dire per valutarle...
Lui inarcò le sopracciglia sorpreso dalla mia domanda e fece scorrere la mano sulla mia schiena.
-Tu quanti me ne dai?- mi chiese per poi rivolgersi a Kassie -Perdona la mia maleducazione, piacere io sono Colin Curt il figlio del proprietario di questa casa, tu devi essere un amica di Elizabeth- disse porgendole la mano.
Kassie si riprese dallo shock iniziale e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi tendendogli la mano -Piacere io sono Kassandra-
-Piacere mio, Elizabeth non mi aveva detto di avere amiche così carine- le disse facendole l'occhiolino.
Mi prendi per il culo?
Ricordo la straordinaria voglia di tirargli un altro calcio nelle palle.
Insomma, lui prima mi sbatte al muro, mi provoca e poi ci prova con Kassie?
Io tossì un paio di volte per attirare l'attenzione di entrambi. Inutile dire che non funzionò..
Riprovai. Niente.
-Ragazzi, quando poi avrete finito di scopare con lo sguardo, hanno suonato alla porta credo, ed è compito tuo Colin andare a vedere non credi, mio Lord?-
Dissi guadagnandomi un occhiataccia da entrambi -Io non ho sentito nulla- disse Kassie squadrando da capo a piedi il biondo davanti a lei.
-Beh io sono sicura- risposi sempre più scocciata.
-Vado a vedere- disse lui -ci vediamo più tardi Kassandra- poi si avvicinò a me -La prossima volta ti ficco il sapone in bocca se non ti dai una regolata!- mi minacciò sussurrando per farsi sentire solo da me, poi andò alla porta.
-No, ma dico, l'hai visto anche tu quello? Non era solo la mia immaginazione vero?-
-Ma chi Colin?- finsi indifferenza.
-È perfetto cazzo!- disse lei.
Provai un moto di gelosia inspiegabile, ma impossibile da reprimere così feci... Ciò che andava fatto..
-Oh si, peccato che sia gay- mentì incrociando le braccia
-Gay? Ma che dici!-
-È gay, secondo te perché fa così il carino con tutte? Hai mai visto un ragazzo così gentile?-
-Beh, in effetti no..- sospirò
-Appunto. È gay.-
-Che peccato- prese un altro sorso di birra con aria affranta.
-Che peccato cosa?- disse una voce alle nostre spalle. Alex e Ed erano appoggiati al bancone della cucina con un grande bicchiere arancione in mano.
-Niente- risposi e poi cambiai argomento chiedendo cosa bevevano.
-Rum e Cola- disse Ed -Volete?-.
Io acconsentì -È buonissimo!- dissi.
-Già, e questo posto è davvero figo- aggiunse Alex guardandosi in giro.
La prima nostra sera passò rapidamente. Continuai a chiacchierare coi ragazzi e salutai qualche amico. Ogni volta che mi voltavo il mio sguardo si fermava su Colin circondato da ragazze. Ad ogni ragazza che si proponeva per qualche 'giro turistico' della casa lui gentilmente rifiutava.
Fu Alex a preoccuparsi della nostra camera, avremmo dormito insieme io, Kassandra, Alex e Ed.
Le ore passavano. Mezzanotte... L'una... Le due... Le tre...
Alla fine della festa, verso le quattro meno un quarto la casa era stracolma di ragazzi, amici di amici e così via.
La nostra camera era al piano terra.
Ci cambiammo, e ci stendemmo sui due letti a coppie con l'intenzione dormire.
-Lizzy- mi chiamò Kassie quando i ragazzi si furono addormentati
-Dimmi-
-Colin non è gay vero?- io non risposi, continuai a guardare fuori dalla finestra sopra il letto -Va bene così, ho capito subito che lui è tuo- disse poi -buonanotte-.
Non risposi nemmeno questa volta. Lui non è mio pensai e io non voglio che lo sia.
Poi chiusi gli occhi e mi addormentai consapevole di non saper mentire a me stessa...
Quando mi svegliai era ancora buio. Guardai la sveglia: 5:17. Avevo dormito poco più di un ora. Nel silenzio della casa senti un rumore sordo di passi sul parquet di legno scuro. Mi alzai e presi il telefono e le cuffie. Io non andavo mai, da nessuna parte, senza auricolari.
Sbloccai la porta e uscì nel corridoio. Seguì il rumore che mi portò in soggiorno dove, non trovai però nessuno.
-Che ci fai tu sveglia a quest'ora?- chiese una voce alle mie spalle. Nella foga di proteggermi mi voltai di scatto inciampando nel tappeto e finendo addosso a qualcosa di decisamente duro.
Cadendo misi le mani avanti per proteggere il volto e piegai le ginocchia.
-Ma cosa..?- disse una voce.
Quando aprì gli occhi la prima cosa che vidi furono due splendidi occhi azzurri. Colin. Le nostre labbra erano a pochi millimetri di distanza e le sue mani erano suoi miei fianchi.
Quando finalmente mi resi conto di cosa stava succedendo mi misi di scatto a sedere.
-Oddio scusa- dissi mentre mi tiravo indietro mettendomi a sedere.
-Non..- iniziò lui spalancando gli occhi ma non fece in tempo a finire che buttò la testa indietro con un gemito stringendo gli occhi e spingendo verso l'alto i fianchi.
-Oddio ti ho fatto male?- chiesi. Non ero grossa certo, ma non ero nemmeno un peso piuma.
Poi sentì qualcosa di duro premere contro il mio sedere. Abbassai lo sguardo e notai che nel sedermi e nel cercare di vedere se gli avessi fatto male mi ero continuamente strusciata sul suo cavallo dei jeans che ora mostrava una notevole protuberanza.
Sentì il mio viso andare in fiamme ancor più quando mi accorsi che per mantenere l'equilibrio avevo poggiato le mani sul suo basso ventre mentre lui era a torso nudo.
Ok, te lo dico un altra volta così fai mente locale: petto nudo, erezione, ragazzo figo. Cristo.
Guardai il suo petto muscoloso e le sue braccia per più di un semplice minuto.
Il suo fisico era asciutto e perfetto. Con addominali e pettorali ben delineati.
Il suo petto caldo si alzava e abbassava scandendo i minuti.
Quando alzai lo sguardo vidi che lui mi stava fissando, non c'era nessun fastidioso ghigno sul suo viso, solo desiderio.
Gli shorts che avevo scelto non erano inguinali ma ugualmente molto corti e a vita bassa, e la mia canottiera aderente valorizzava il mio seno e la vita sottile. Sentivo tutto il mio corpo in fibrillazione mentre lui muoveva le sue mani sui miei fianchi. Feci scorrere la mia mano sul suo petto lentamente salendo con un dito nel mezzo dei pettorali per poi scendere fino ai jeans.
Sfiorai poi entrambi i lati di quella v che scendeva sotto gli slip bianchi che si intravedevano.
Lui iniziò ad alzarsi poggiandosi sui palmi delle mani fino a poggiare la fronte contro la mia.
-Quanti anni hai?- chiesi sussurrando mentre gli accarezzavo la guancia.
-19- disse semplicemente.
-io ne ho 16- dissi -17 il primo di settembre-.
-16? Sei proprio una bambolina allora- disse sorridendo
-Perché mi chiami così? Non sono una bambolina,non ho proprio nulla che somigli ad una bambola, a meno che tu non abbia visto mai bambole dai capelli blu e dal trucco nero,mi chiamo Lizzy se ti scoccia dire Elizabeth-
Lui sospirò ridacchiando -Perché porti le lenti a contatto?- mi chiese.
-Come fai a saperlo?- dissi
-Mia zia tempo fa le portava per avere gli occhi azzurri, quando ero piccolo le provava di tutti i colori e io dovevo capire se quel giorno le aveva messe o no, così ho imparato a riconoscerle- disse sorridendo.
Ma aveva sbagliato argomento.
-È una faccenda privata- dissi alzandomi da lui e sedendomi sul bracciolo del divano.
-Allora- iniziai -che stavi facendo qui?-
Lui si alzò da terra con espressione perplessa, probabilmente per la mia reazione dalla sua domanda ma rispose ugualmente -Alle sette e un quarto devono venire un attimo i miei per spiegarmi una cosa riguardante l'impianto elettrico della casa in previsione del temporale che arriverà lunedì, e non mi va che trovino tutto questo macello. Conoscendo mia madre si metterebbe lei a pulire per un macello combinato da noi e non sarebbe giusto non credi?- si rivolse a me.
Io annuì e lentamente scossi la testa guardandolo negli occhi -Sai tu non bevi, non fumi, non ti ho sentito imprecare o bestemmiare, aiuti i tuoi e non sopporti la maleducazione altrui. Non sei mai sgarbato con gli altri per quanto le loro richieste possano essere insistenti e sorridi sempre con tutti a meno che non ti facciano arrabbiare seriamente. Non mi sorprenderei se tu mi dicessi che sei un vergine cattolico che aspetta il matrimonio. Sei esattamente il mio opposto- dissi.
-Cattolico? Si. Vergine? No- disse lui ridacchiando -Ti posso assicurare che anch'io ho i miei difetti- concluse finendo di spazzare per terra.
-Ah si? E quali sarebbero?-
-Beh io... Io...- iniziò senza mai trovare cose da dire -Senti un difetto ce l'ho, ma non mi sembra il caso di dirtelo- disse gettando nella spazzatura due bicchieri vuoti e mettendo in una credenza la bottiglia di Rum.-E dai!- dissi -Ti ho praticamente palpato sul pavimento, puoi dirmi qualsiasi cosa!- ridacchia.

Lui sorride arrossendo e portandosi aula mano dietro il collo toccandosi i capelli imbarazzato -Che razza di conversazione...- chiuse gli occhi per un secondo - Adoro il sesso...- disse lui -Ah vedo che qualcosa in comune la abbiamo- dissi
-...spinto- finì lui voltandosi per poggiare i cuscini sul divano.
Oh. Oh.
-Quanto spinto?- chiesi io avvicinandomi da dietro
-Molto spinto- disse lui sorridendo maliziosamente.
-Ok, direi che abbiamo decisamente qualcosa in comune- dissi -dai ti aiuto così finiamo prima-
-Sai mi chiedo come saresti tu se fossi una vera Lady- disse
-E io come saresti tu se smettessi di essere un Lord-.
Rimanemmo in silenzio mettendo a posto il resto delle cose e un quarto d'ora dopo fu tutto pulito.
Colin si fermò davanti a me -ti va di fare una scommessa?- mi chiese sorridendo
-Mmh che genere di scommessa?- chiesi ammiccando.
-Mena scema- ridacchiò -facciamo così, io ho 2 settimane per trasformare te in una vera Lady, e tu hai 2 settimane per insegnarmi a smettere di essere un 'Lord' ci stai?- disse lui
-Ma non è esattamente una scommessa questa-
-Scommessa, gioco, prova... Chiamalo come vuoi, ci stai?- chiese lui
-E va bene Mio Lord ci sto!- dissi incrociando le braccia e avviandomi verso la mia camera da letto, all'ultimo secondo mi voltai e lo guardai -E comunque- gli feci l'occhiolino aprendo la porta della mia camera da letto e indicando il suo inguine -complimenti per le dimensioni- chiusi la porta mentre lui spalancava la bocca per la sorpresa.

Ciao ragazzi, ecco qui il 5* Capitolo della mia storia, spero vi sia piaciuto. Oggi non ho nulla da dirvi perciò, al prossimo capitolo!
Baci Ny

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