Live-Capitolo 12

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Quando il telefono prese a squillare risposi dopo un paio di minuti.
-Hey- dissi iniziando a mordicchiare le unghie dell'altra mano.
-Adesso posso spiegarmi?- chiese.
Non avevo davvero voglia di riprendere quel discorso. Quindi dissi di no.
-Richiamami questa sera, ora sono in macchina- sussurrai.
Sentì un sospiro scocciato dall'altra parte della cornetta telefonica -ok, allora a più t- non fece in tempo a finire la frase che riattaccai.
La sera non mangiai nulla, mi feci una doccia e ancora con i capelli bagnati mi infilai la maglietta del pigiama e posai il telefono sul comodino.
Passai tutta la sera a non fare nulla, ogni tanto controllavo se era arrivato qualche messaggio, ma niente. Lui si fece sentire solo verso le undici e mezza.
-Ciao bambolina, scusa per l'orario-
-Colin, partiamo subito subito col dire che tu non mi chiami bambolina ok? Non ti sto dando la possibilità di riavere il nostro rapporto di prima. Ho solo voglia di vincere quella scommessa, è appena l'avrò vinta, io e te ci saluteremo e torneremo alle nostre vite. Voglio solo la restante settimana- dissi.
Lui rimase in silenzio. Sai quando nei libri in genere dicono 'non ricordo quanto passò fino a una sua parola, se secondi, ore o giorni'?
Ecco, io sapevo esattamente quanto passò: un minuto e 24 secondi.  Ricordo che nella mia mente continuavo a scandire il tempo invase al suo respiro.
-Sei seria?- disse lui
-Serissima- risposi.
Lui grugnì -E sentiamo che cosa dovremmo fare allora?-
-Esattamente ciò che la scommessa dice. Tu diventerai un cattivo ragazzo, io una brava ragazza-
-Una brava ragazza non vorrebbe questo genere di relazione- sibilò a denti stretti.
-Un cattivo ragazzo avrebbe accettato senza pensarci su due volte- risposi come se nulla fosse.
-E va bene, quindi?-
-Domani sera sei mio- dissi, e lo sentì deglutire -di mattina tocca a me, ma domani sera devi fare tutto ciò che ti dico-
-Che cosa mi farai?- mi chiese. Sono io o questo è un doppio senso pazzesco?
-Non ho la minima intenzione di dirtelo, ma fidati, ti piacerà vedrai- lo sentì nuovamente deglutire e inspirare tra i denti. Qualcuno sta pensando a qualcosa di malizioso?
Riattaccai e spesi il telefono.
Chiusi gli occhi e mi addormentai.
Mi svegliai con l'assordante suoneria del cellulare: Colin.
-Pronto?-
-Buongiorno Elizabeth-
-Mettiamo una nuova regola ti va' Colin? Ti è proibito chiamarmi prima delle undici-
-Ma le brave ragazze si alzano presto!- mi schernì.
-Oggi sei stranamente allegro...- dissi sospettosa -E comunque i cattivi ragazzi dormono fino a tardi-
-Hai circa una mezz'ora per vestirti, poi passo a prenderti da casa- disse.
-Cosa?- chiesi
-Mezz'ora- ripetè solo e chiuse la comunicazione.
Oh merda.
Mi alzai di scatto dal letto e mi fiondai sotto la doccia.
Sciampo. Balsamo. Risciacquo e phone.
In un quarto d'ora i miei capelli erano in ordine, in altri 5 minuti mi vestì, altri cinque per truccarmi e i restanti 5 per la colazione.
-Cosa ci fai sveglia a quest'ora?- chiese mia madre, impegnata a leggere la posta arrivata quel giorno come ogni mattina.
-Esco- dissi e corsi fuori dalla porta proprio mentre suonavano.
-Puntuale come un orologio svizzero- grugnì -Non farlo più, i cattivi ragazzi non lo fanno. Anche se guadagni punteggio per l'abbigliamento- notai i suoi jeans, maglietta bianca, giacca in pelle nera e Ray-ban.
Lui sorrise, si avvicinò e mi... Baciò.
Io mi scostai subito indietreggiando.
-Ma che diavolo fai?- chiesi.
-Non male come tempo di reazione a un bacio inaspettato, ma l'abbigliamento non c'entra nulla col tuo personaggio, ma me lo immaginavo così ci ho pensato io- alzò la mano destra mostrandomi qualche pacco.
-Cosa c'è lì dentro?-
-Cose brutte- lui ridacchiò -Va in bagno e cambiati-
Seguì le sue indicazioni e corsi in bagno a cambiarmi.
Mi ha davvero baciata? Mi chiesi nella mia mente solo per la scommessa mi risposi. Si, avevo davvero un cervello così cinico...
-Non posso andare in giro così- dissi uscendo di nuovo di casa.
-Stai benissimo- disse lui.
Top verde acqua, gonna nera a vita alta lunga fino a metà coscia e Nike nere e bianche.
-Manca solo il tocco finale- andò alla sua auto e tornò con degli occhiali simili a quelli usati negli anni cinquanta, con grandi lenti tonde è una montatura dorata.
-Andiamo ora- disse salendo in auto. Io li seguì e mi misi sul sedile del passeggero al suo fianco.
-Dove si va?- chiesi
Lui mi guardò sorridendo -A prendere un gelato-
-Un gelato?- chiesi sorpresa
-Si, un gelato, e a fare una passeggiata nel parco. L'hai mai fatto?-
-Effettivamente... No-
-Bene, perché tutti i tuoi ex saranno usciti con te la sera e ti avranno offerto da bere, ma scommetto che nessuno ti ha mai offerto un gelato-
-Non è un ragionamento da cattivo ragazzo- gli feci notare
-Si beh, ma vedi, io ho un piano-
-Che sarebbe...- lo incitai a continuare
-Tu ti sei innamorata di me la prima volta perché ero diverso da tutti i tuoi ex, e quindi, per farti tornare quel l'interesse devo essere speciale per te-
-Colin non funzionerà- sbuffai -io non perdono chi tradisce-
-Ma non ti ho tradito! Non mi hai nemmeno lasciato spiegare!-
-E per sentire cosa? Che è stato un momento di debolezza? Siamo umani e capita di "lasciarsi andare" ma é sintomo di debolezza, quel genere di debolezza che sicuramente non si addice alla mia cosiddetta 'anima gemella'- incrociai le braccia al petto e guardai fuori dal finestrino. Gli alberi continuavano a susseguirsi, così come le auto posteggiate e le persone che passeggiavano per le varie vie piene di negozi. Il sole sorgeva e tramontava, i minuti continuavano a scorrere. È questo significava che per quanto avrei potuto soffrire, nulla, nemmeno la mia morte avrebbe fatto smettere alla vita di andare avanti. Mi avrebbe solo impedito di esserne partecipe.
Trovammo parcheggio quasi subito, vicino a un bar. Prendemmo i nostri 2 gelati e andammo nel parco li vicino.
-È stata lei a saltarmi addosso, io non ti avrei mai tradito Liz! Devi credermi! Io non riuscirei a tradire nessuno!-
-E perché?- chiesi esasperata. Non gli credevo.
-Che importanza ha il perché?- rispose sulla difensiva.
Io mi alzai dal muretto ove ci eravamo seduti -O me lo dici o prendo il primo taxi che passa e torno a casa- dissi.
Lui sembrava titubante, mi rendevo conto che non voleva dirmelo, ma io volevo saperlo. Io avevo il bisogno di saperlo.
-Allora?- ero al limite della mia pazienza.
Lui non mi guardava -Sai quanto siamo stati insieme io e Sara?-
-Quanto?- sussurrai. Immaginavo che lui e Sara fossero stati insieme ma sentirmelo dire così in faccia era... Diverso. Più doloroso.
-Quasi 3 anni- disse lui -E proprio un mese prima del nostro terzo anniversario io torno dalla gita scolastica prima del previsto, per dei problemi con la scuola, vado a casa di Sara e la ritrovo sdraiata a bere e a baciare e a... Farsi... Toccare. Da circa tre ragazzi. Aveva dato una festa da lei perché i genitori erano fuori e lei ha...- abbassò lo sguardo e scosse la testa -Non potrei mai tradirti perché non vorrei che nessuno provasse il dolore che ho provato io in quel momento-.
Io non dissi nulla. Non sapevo cosa dire.
Lo avevo perdonato? Non ancora. Ero meno arrabbiata? Sicuro.
-È buono il gelato?- chiese poi
-Si, amo l'amarena-
-Fammi assaggiare- chiese lui. Io gli avvicinai il gelato e all'ultimo lo mossi in avanti sporcandogli la punta del naso di gelato insieme alle labbra.
Lui rimase immobile mentre io scoppiavo a ridere. Raccolse il gelato con un dito e se lo portò alle labbra pulendosi.
-Oh Lizzy, non avresti dovuto farlo-.
Io scattai in piedi e lui pure. Non sapendo cosa fare iniziai a camminare all'indietro lentamente con le mani davanti a me per proteggermi.
-Vieni qui- disse lui
-Non ci penso nemmeno- risposi girando prima in un verso poi nell'altro imitando i suoi movimenti intono a una panchina.
Quando lui scattò per prendermi io corsi a tutta velocità verso la fontana vicino a noi.
Quando alla fine mi prese cademmo per terra e le gocce che schizzavano fuori dal bordo della vasca mi inumidivano sempre più il viso e i capelli.
Ricordo che nessuno dei due riusciva a smettere di ridere.
Ricordo che nessuno dei due riuscì a dire nulla.
Ricordo che in quel momento, nessuno dei due riuscì a ricordare nulla.
Uno sguardo, una risata e un gelato sul prato avevano cancellato la prima prova della nostra incompatibilità e questo ci rese ancor più ingenui.

Heilà ragazzi, il capitolo è in ritardo di trentacinque minuti, e mi scuso!
Ho provato ad aggiornare prima ma... No vabbè, sinceramente non ho scuse oggi😂. Sta di fatto che spero che il capitolo vi sia piaciuto,
Baci Ny

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