Live-Capitolo 24

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-Che cosa significa?- chiesi sgomenta.
-Tesoro, ormai tu sai già tutto è anche Jackson, non ha più senso che io e tuo padre...- iniziò mia madre.
-Non chiamarmi tesoro-
-Lizzy- mi richiama mio padre -Io mi separerò da tua madre così io potrò andare a vivere con Aaron e il... Compagno di tua madre verrà... Verrà a vivere qui- scrollò le spalle
-Il compagno di mia madre?- chiesi confusa ma nessuno dei due si daciae a a darmi spiegazioni. Poi capì.
-No. Non dirmi che... Non lui!- inizia a indietreggiare
-Lizzy ascolta- tentò di calmarmi mio padre ma io non gli diedi ascolto.
-E tu glielo per metti? Gli permetti di far entrare in casa nostra quello stronzo? Devo ricordarti quanto sei stato male quando hai scoperto che si scopava mia madre? Tua Moglie!?-
Mia madre mi si avvicinò -Attenta a come parli signorina- iniziò lei
-No, vaffanculo mamma! Non ti permetto di far entrare in casa nostra un bastardo del genere! Non con Jackson qui! Non riesco a credere che tu ti sia messa con quello stronzo! Non...- non feci in tempo a finire la mia sfuriata che uno schiaffo mi fece girare il volto verso destra. Quando mi voltai mia madre aveva ancora la mano a mezz'aria e mio padre ci guardava come fossimo una bomba pronta ad esplodere con le mani sollevate che non fecero in tempo a bloccare mia madre.
Io la guardai negli occhi -Sei solo una troia- detto questo mi girai e corsi in camera mia. Sbattei la porta e la chiusi a chiave mentre mio padre bussava forte intimandomi di uscire.
Calciai via le scarpe e mi lasciai cadere il letto prendendo le cuffie e attaccandole al telefono.
È sempre così pensai loro fanno qualche cazzata e io ci sto male.
Sul telefono avevo tre chiamate di Colin è un messaggio.
Non lo richiamai. Volevo stare sola.
Continuavo a scorrere le canzoni sul mio telefono ma ognuna mi ricordava qualcosa, ed io volevo dimenticare tutto.
Mi resi conto che in quell'ultimo periodo avevo vissuto più esperienze che in tutta la mia vita.
-Elizabeth, apri la porta!- continuava mio padre.
-Va via!- gridai
-No che non me ne vado! Aprì!-
-Fa come ti pare- misi una canzone a caso e alzai il volume al massimo.
Chiusi gli occhi e svuotai la mente.
Dopo poco il mio telefono riprese a squillare: Colin.
Non ora...
Misi in telefono in modalità aereo.
E mi addormentai.
Mi svegliai la mattina seguente con ancora le cuffie alle orecchie e il telefono quasi morto.
Tolsi la modalità aereo, e mi arrivatolo 15 avvisi di chiamata e 7 messaggi.
Avevo 8 chiamate da parte Colin, tre da Ed, un altra da Ale, tre da mio padre.
Tutti i messaggi erano di Ed è solo uno di Colin.
Lo lessi:

Non so che cosa sia successo, ma ti avviso che in una coppia i problemi si risolvono INSIEME. Ma noi siamo una coppia Liz? O siamo solo due ragazzi che giocano a stare insieme? Nei momenti belli siamo Colin e Lizzy, i due fidanzati o, ma per il resto del tempo? Nei momenti brutti?
Volevo dirti che l'università mia ha chiamato a firmare dei documenti per l'accettazione al campus e e la scadenza è dopodomani perciò sto partendo ora.
Non so quando tornerò... Forse mi conviene non tornare affatto visto che le lezioni qui inizieranno presto e prima l'università ha istituito dei corsi per le matricole.
E forse è meglio così, perché io e te torniamo sempre al punto di partenza ma mi piacerebbe avere un punto d'inizio e continuare ad andare avanti...

Quando lessi quel messaggio non potei più trattenermi: scoppiai a piangere.
Era tutto sbagliato. Come poteva una giornata così bella essere distrutta da una frase?
Non avevo fame.
Non avevo sonno.
Non avevo voglia di fare nulla.
Rimasi per ore chiusa in camera ad occhi chiusi ad aspettare. Aspettare che in un qualsiasi momento la mia maledetta sveglia prenda a suonare ed io mi accorga che tutti questi giorni siano stati solo un sogno.
Un messaggio? Mi aveva davvero appena scaricata con un messaggio?
Forse mi conviene non tornare aveva detto.
In ventiquattr'ore avevo perso il mio ragazzo e la mia famiglia si stava sgretolando.
Mi chiesi se la situazione potesse peggiorare ancora.
Evidentemente il destino non aveva ancora smesso di prendersi gioco di me, perché la mattina seguente...
-Trasferimento?- chiesi sgomenta.
-Si, vedi Shawn vive a San Francisco così...-
-Non se ne parla!- urlai -Mamma qui io ho Ale, e Ed!- sentivo lo stomaco rivoltato.
-Lo so cara ma...-
-E papà?-
-Papà rimarrà qui con Aaron-
-No! Non puoi! Noi non...no-
Mia madre si innervosì -Basta ora, ho deciso così è così sarà. Comportati da adulta una buona volta!- disse mia madre alzandosi dalla sedia del tavolo della cucina e avviandosi a grandi passi fuori dalla stanza.
Io misi le braccia incrociate sul tavolo e vi poggiai sopra la fronte.
Non sta davvero succedendo a me.
-Su tesoro- la voce carezzevole di mio padre provò a confortarmi -Non è la fine del mondo-.
-Papà posso rimanere qui con te e Aaron?- chiesi tra le lacrime senza riuscire Ada alzare lo sguardo -Per favore-
-Dubito che il giudice lo permetterebbe tesoro mio-
-Io non voglio andarmene! Questa è casa mia!-
-Lo so tesoro ma...- sospirò stancamente -Sta succedendo tutto di fretta-.
Quando finalmente mi decisi a guardarlo notai quanto fosse stanco.
-Non potete... Non so... Rimandare?- chiesi
-Tua madre è davvero decisa a chiedere immediatamente il divorzio-
-La odio- ed era vero. La odiavo.
-Non dire queste cose tesoro-
-Provaci-
-Cosa?-
-Provaci-
-A fare cosa?-
-A farmi venire a vivere con te! Per favore! Provaci! Promettimi che ci proverai-
Lo vidi tentennare -Io... Ci proverò Liz. Promesso-
Lo abbracciai forte per molti minuti. Ne avevo bisogno.

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