CAPITOLO 30.

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Matt mi afferra bruscamente il polso sinistro e inizia a trascinarmi via da quel posto, mentre con la mano libera digita furiosamente sullo schermo del suo cellulare.

Io mi dimeno, cercando di liberarmi dalla sua stretta ferrea, procurandomi solo dolore.

- Matt mi fai male! - sibilo a denti stretti mentre lo seguo a stento.

Alle mie parole lui si blocca immediatamente e, guardandomi con la coda dell'occhio, allenta subito la presa.

Rilassa le dita che hanno già lasciato un alone rosso sul mio polso, ma continua a strattonarmi.

- Che vuoi ancora da me? Lasciami stare ti prego -
- Ho aspettato fin troppo, adesso dobbiamo parlare seriamente, che ti piaccia o no -

Le sue parole assomigliano ad un ruggito e, pur certa che non potrebbe mai torcermi un capello, mi intimoriscono non poco, così lo seguo senza proferire parola.

Mi trascina fuori dalla spiaggia dove, pochi metri più avanti scorgo la sua moto.

Lui si mette subito il casco, poi me ne passa un altro.

- Possiamo parlare anche qui, non ho intenzione di spostarmi - sbotto incrociando le braccia al petto.

- Invece no. Indossa il caso e sali sulla moto - afferma gelido indicandola
- Non ci penso neanche - ribatto più indispettita che mai.

- Ho detto di salire! Sono stufo del tuo atteggiamento. Adesso si fa ciò che dico io, ti ho lasciato fin troppo tempo. - tuona minaccioso e a me non resta che obbedire, arrabbiata come niente al mondo.

- Hai bevuto troppo per guidare! - lo sfido, ma lui tronca sul nascere la nuova discussione che poteva nascere dalla mia affermazione, limitandosi solo ad  incenerirmi con lo sguardo.

Toglie il cavalletto con un piede e monta su, accelerando bruscamente in meno di due secondi e facendomi sbilanciare pericolosamente all'indietro.

"Okay Ellie meglio non tirare troppo la corda"

Sfreccia via ad una velocità che mi terrorizza, poi accosta sgommando e spegne la moto.

- Scendi - mi intima e il desiderio di rispondere per le righe alla sua aggressività monta rapido in me, ma la vista del posto in cui ci troviamo mi distrae.

Matt mi afferra nuovamente il polso proprio nel momento in cui stavo riponendo il casco sulla moto, che cade rumorosamente a terra poiché riprende a strattonarmi.

Mentre mi conduce giù per gli scogli appuntiti non riesco più a trattenermi.
- Mi hai portata qui per intenerirmi? - sbotto indicando con la mano libera la nostra spiaggia isolata.
- Eh? Rispondi! -

Lui mi ignora stoicamente, proseguendo la discesa ma controllando costantemente che io mettessi i piedi nel modo corretto per non cadere.

- Adesso quale altra storia strappalacrime ti inventerai, pur di prenderti ancora gioco di me? - rincaro la dose solo per il gusto di infastidirlo.

- Adesso basta! - sentenzia realmente infuriato una volta aver messo piede sulla sabbia. - Chiudi la bocca, stai davvero esagerando e la mia pazienza ha un limite. -

Consapevole del mio atteggiamento da bambina, la smetto all'istante e aspetto che dica qualcos'altro.

Molla la presa sul mio polso, già dolorante e si volta verso di me.

Pur essendo circondati dall'oscurità della spiaggia, rischiarata solo dalla flebile luce della luna piena, riconosco benissimo il suo sguardo inceneritore.

"Ci vediamo tra nove mesi." Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora