CAPITOLO 10.

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- Eccoti in salvo Milady. - esclama Matt, una volta arrivati a riva, facendomi scendere dal suo corpo, in modo teatrale.

Continua a deridermi mentre percorriamo quei pochissimi metri che si separano dalla nostra postazione, dove crolliamo a terra, incuranti del fatto che, essendo bagnati, ci riempiremo di sabbia in due secondi.

- Non ti sopporto! - esclamo, incapace però di non ridere, alla sua ennesima presa in giro, assestandogli una leggera pacca sul braccio.

- È questo il modo in cui mi ringrazi?
La prossima volta ti lascio sbranare. - risponde lui, portandosi una mano al petto e fingendosi offeso.
- Adesso mi tocca bere per affogare i dispiaceri che mi dai - scherza ancora allungandosi per prendere le bottiglie, esattamente oltre le mie gambe, distese sulla sabbia.

Appoggia una mano sulla mia coscia, mentre con l'altra afferra una delle bottiglie ancora piene ed io sussulto a quel contatto inaspettato.

La nonchalance con cui fa questi piccoli gesti, apparentemente insignificanti, mi stende e mi fa convincere sempre di più che, di questo passo, io potrei impazzire.

Ho sempre odiato il contatto fisico e non riesco davvero a capire perché, quando Matt scosta la mano, utilizzandola poi per svitare il tappo della bottiglia, avverto già la mancanza di quella dolce sensazione che mi provoca la sua pelle sulla mia.

Cosa mi sta succedendo?
So di volergli bene, tanto bene, ma tutto questo rientra nei limiti di un rapporto amicale?

- Ah, ho ancora il tuo giubbotto! - esclamo improvvisamente portandomi le ginocchia al petto e cercando di mostrarmi il più rilassata possibile, mentre un turbinio di pensieri ed incertezze mi affolla la mente.

Matt mi guarda per un attimo ed io mi perdo dentro quei cristalli verdi splendenti.
- Ecco perché non lo trovavo! - esclama bevendo un abbondante sorso di acqua tonica, ormai non tanto fresca.

Scuoto la testa, esasperata. - Allora il tuo problema con la memoria è davvero serio! -

Matt mi guarda confuso e solo allora mi rendo realmente conto di ciò che ho detto... e vorrei prendermi a schiaffi.

"E adesso come ne esco?!"

- È solo un giubbotto Ellie! Mi capita in continuo di dimenticarmi delle cose di poco conto - mi spiega sorridendo, non immaginando neanche lontanamente l'effetto devastante che le sue parole hanno su di me.

Quindi ero una "cosa di poco conto" per lui, così insignificante che non ha impiegato neanche qualche settimana a cancellarmi dalla sua vita, mentre io continuavo ad aspettarlo con il cuore in mano; pronta a donarglielo se solo me lo avesse chiesto.

Che illusa che sono, non cambierò mai.

Ma allora perché si ostina così tanto ad essermi amico? Perché gli importa come sto? Perché mi sta sempre addosso mandandomi in subbuglio la mente?

- Ti sei ammutolita? - mi chiede urtandomi la spalla con la sua, sorridendo rilassato, mentre la voglia di insultarlo pesantemente, monta rapida in me.

Mi infastidisce così tanto il fatto che mi abbia ferita e non si renda neanche conto di quello che ha fatto!

Gli rivolgo solo un rapido sguardo, impassibile, tornando poi a guardare il mare di fronte a me, non rispondendogli volutamente.

Pur di ignorarlo mi concentro sui tantissimi bambini che ci corrono intorno, facendo un frastuono insopportabile, mentre, di tanto in tanto, qualche ragazzina ci passa davanti, ridacchiando ed osservando di sottecchi Matt, che però sembra non accorgersene.

"Ci vediamo tra nove mesi." Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora