CAPITOLO 29.

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Sono passati solo sette giorni dalla nostra rottura, sette giorni interminabili, privi di nitidezza, vuoti ed insignificanti.. semplicemente ore sempre uguali che si susseguono.

È andato via dalla mia vita portando con se tutti i colori con cui riusciva ad accendere i nostri momenti unici, lasciando una voragine grigia e cupa, che soltanto lui può riaccendere, accecandomi ancora una volta con quel suo sorriso radioso.

Sorriso di cui adesso non è rimasta nessuna traccia.

Dalla nostra discussione non sembra più lui.

Immaginavo che, come me, non fosse al settimo cielo ma vederlo peggiorare di giorno in giorno non fa altro che aumentare il mio, già spropositato, senso di colpa.

Scendere in spiaggia è diventato un vero e proprio supplizio, sia per noi due, che per tutti i nostri amici che non sanno come comportarsi.

Del Matt solare e allegro non c'è più nulla, sostituito da un ombra taciturna, opaca e scorbutica.

Dopo quel pomeriggio in città, non si è più avvicinato a me, non mi ha nemmeno guardata per sbaglio.

Era quello che gli ho disperatamente chiesto dal primo momento... ma adesso non so se era questo, quello che volevo.

Per quanto riguarda me... beh io sono sempre stata insignificante.

... Tranne con lui.

La sua vicinanza mi ha davvero fatto bene, mi ha aiutata a ritornare la bambina irriverente, allegra e felice che ero una volta.

Però adesso che è andato via sono tornata a rifugiarmi nella mia voragine buia, a crogiolarmi nell'anonimato.

So che è sbagliato dipendere dagli altri, lo so davvero... però è così semplice abituarsi alla presenza altrui!

Dopo una vita di cadute dalle quali hai sempre dovuto tirarti su da sola rimettendo insieme i cocci della tua esistenza andata in frantumi per l'ennesima volta, dopo che riesci a risollevarti facendo a meno di tutti, ti convinci di essere forte.

Solo che poi arriva quella persona che ti solleva da terra, ti coccola, ti disinfetta tutte le ferite senza volere niente in cambio e succede che ti affezioni, che né diventi dipendente come con una droga dalla quale disintossicarsi è quasi impossibile.

Ti convinci che niente e nessuno potrà mai strapparti via quella sensazione di completezza, serenità e appagamento... ma poi, come per ogni cosa bella, accade che tutto si sgretola e allora crolli di nuovo, ma stavolta sei più fragile delle altre volte e quindi ti sdrai li, circondata dal vuoto che diventa casa.

Dicono che la vita continua nonostante tutto.

Io vorrei aggiungere che, sì continua, ma a cambiare è il modo in cui continua.

La mia vita è continuata dopo la separazione con Matt, da piccoli; è continuata quando ho dovuto smettere di nuotare; è continuata quando pensavo che mai niente sarebbe tornato come prima, quando papà è morto.

Ad ogni chiusura di un ciclo, la mia vita non si è mai bloccata, ma io si.

La mia felicità si è bloccata, togliendomi ogni voglia di impegnarmi in quanto tutto ai miei occhi perdeva valore.

A distanza di mesi, adesso, posso dire che sono tornata a quel punto.

Vedo il sole sorgere tra gli alberi del mio giardino, stesa su una delle sdraio, o meglio sulla sdraio di papà, sulla quale ho passato un'altra nottata in bianco.

"Ci vediamo tra nove mesi." Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora