- Mamma sono passati nove mesi? - chiedevo in continuo, sperando, ogni volta, che la risposta fosse affermativa.
Pensavo così tanto al momento in cui avrei riabbracciato il mio migliore amico che, quando arrivò effettivamente il giorno della partenza, stentai a crederci.
Era stato un inverno lungo e freddo, aveva persino nevicato e, a Belfast, non nevica quasi mai.
Mi piaceva l'inverno, non potevo negarlo, ma ogni notte, rintanata sotto le mie coperte, il mio pensiero era sempre lo stesso:
"Vorrei tanto che questi mesi volino via, riportandomi l'estate."Quando accostammo davanti al cancelletto della nostra casa al mare, fui investita da un esplosivo entusiasmo, che mi fece catapultare giù dalla spaziosa utilitaria nera di papà, seguita a ruota da Nebbia, che era rimasto legato nel cofano per quella mezz'ora di tragitto.
Varcai la soglia di casa, dopo che mamma aprì il cancelletto chiuso a chiave e, buttandomi sull'erba leggermente incolta del giardino, iniziai a giocare con il mio cane, felice tanto quanto me di ricominciare le vacanze.
Una volta che tutte le valigie furono scaricate dalla macchina e portate dentro casa, che era un po' polverosa e buia, chiesi immediatamente il permesso ai miei di andare a salutare i miei amici e, dopo che acconsentirono, a patto che io rientrassi in tempo per il pranzo, mi precipitai subito fuori.
D'istinto, una volta in strada, iniziai a correre, dritta come un treno fino a casa di Matt.
Mille preoccupazioni mi affollavano la testa.
Mi avrebbe voluto ancora bene?
Mi aveva sostituita?
Aveva aspettato anche lui con ansia quel momento?Ma, una volta giunta casa sua, tutti quei pensieri furono spazzati via, sostituiti da uno, di gran lunga, più importante: L'avrei finalmente rincontrato.
Suonai al campanello una, due, tre, persino quattro volte di fila, ma nessuno accennava a rispondermi.
Una strana fitta allo stomaco mi sorprese quando notai che era ancora tutto buio.
"Forse arriverà domani..." pensai cercando di nascondere a me stessa la punta di delusione che stavo inevitabilmente provando.
Sospirando mi allontanai dal cancello ma, decisi comunque di scendere in spiaggia a salutare tutti gli altri.
Scesi i gradini e dopo aver sondato l'intera spiaggia, con uno sguardo, riuscì a vedere Cameron, così mi avvicinai correndo.
- Piccola Ellie! - urlò non appena mi vide, venendomi ad abbracciare.
Salutai tutti, dilungandomi un po' con Grace e, dopo le urla e gli abbracci, iniziammo a raccontarci cosa avevamo fatto durante il periodo invernale.
Ricordo che per me, quella lì, fu l'estate più lunga ed anche un po' meno felice.
Tutte le mattine mi fiondavo fuori da casa per controllare se Matt fosse tornato, rimanendo delusa ogni volta.Non passava giorno senza che io mi chiedessi perché non avesse mantenuto la promessa.
In certi momenti dicevo di odiarlo, perché gli amici non si comportano come si stava comportando lui.
Ma non appena la rabbia svaniva, mi ritrovavo ancora a sperare che, l'indomani, lui facesse la sua comparsa.Per quanto io mi ostinassi ad aspettarlo ancora, le nostre vacanze giunsero al termine anche quell'anno, lasciandomi con l'amaro in bocca più del solito.
Non potevo credere che mi avesse dato buca per un'intera estate, così, bisognosa di un'ultima conferma, iniziai a correre verso casa sua.
Tutto buio, ancora.
Delusa piu che mai tornai indietro.
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"Ci vediamo tra nove mesi."
ChickLit[COMPLETATA] [ REVISIONATA FINO AL CAPITOLO 11.] Si sa, da bambini, è tutto più semplice. Ricevere attenzioni, cure, carezze, baci. È anche più semplice stringere nuove amicizie perché i bambini non si fanno migliaia di problemi che finiscono per...