CAPITOLO 32.

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Un tuono mi riscuote dal torpore provocato dal caldo getto della doccia che si infrange sulla mia pelle.

Ero in spiaggia con tutti gli altri quando dei grossi nuvoloni neri ci hanno colto alla sprovvista, imponendoci di ritornare nelle nostre rispettive case, il prima possibile.

Nonostante il sole cocente di questa mattina, un'inaspettato vento freddo ha reso impossibile il nostro soggiorno in spiaggia, tra la sabbia che volava ovunque e i cavalloni che increspavano quel mare sempre cristallino fino a quel momento.

Mentre mi avvolgo il corpo con un morbido telo, un rinnovato moto di nostalgia mi stringe lo stomaco.

Mi ritrovo a riflettere sul fatto che è tutto finito davvero ed il mio pensiero viene confermato dal rumore ritmico dei tuoni che continua a rompere il silenzio che aleggia in casa, preannunciando la tempesta che incombe.

Mi pettino velocemente i capelli, e dopo averli asciugati leggermente con il  phon, li attorciglio in uno chignon disordinato.

Il cattivo tempo mi incupisce e mi toglie la voglia di fare qualsiasi cosa.

Mi sposto verso la mia camera, strisciando rumorosamente i piedi sul pavimento. 

Una volta davanti all'armadio, pesco  l'unico paio di pantaloni della tuta che ho portato con me da Belfast, proprio per evenienze del genere, ed una magliettina leggera ma a manica lunga, che indosso senza prestare molta attenzione a come sto.

Sospirando mi dirigo in veranda, con l'obiettivo di rannicchiarmi sulla mia sdraio e rilassarmi un po'.

Quando apro la porta d'ingresso, un lampo illumina il cielo plumbeo, mentre una folata di vento mi investe, facendomi rabbrividire.

Mi stringo nella maglia fine, e rannicchiandomi sulla sdraio, mi abbandono ai miei pensieri.

Mi sento davvero giù.
Domani pomeriggio mamma verrà a prenderci per riportarci a Belfast, dichiarando così finita la nostra fantastica estate.

Non sono ancora pronta a lasciare tutto questo.
Non sono ancora pronta a lasciare il mio amato mare, il sole, le belle giornate in compagnia dei miei amici, i falò, ma soprattutto non sono pronta a lasciare Matt.

L'idea di non poterlo più vedere ogni giorno, come siamo abituati a fare, mi manda fuori di testa.

Non dovevo affezionarmi a lui così tanto, ma è stato inevitabile.

Riuscirò ad essere presente nella sua vita nonostante non lo sia fisicamente?
E lui farà lo stesso?

E se invece, una volta tornato in città, si rendesse conto che non ha bisogno di me?

Potrei accettare una cosa del genere?

Sospirando, mi rannicchio ancora di più e, portandomi le gambe al petto, mi perdo da osservare i nuvoloni neri illuminarsi e spegnersi ritmicamente.

- Ah Ellie sei qui - dice Grace, prendendomi alla sprovvista.

Mi volto verso di lei, che avanza nella mia direzione stringendosi nella sua giacca, e annuisco.

- Volevo solo dirti che Matt e Cam ritardano di cinque minuti perché Cam ha dovuto aiutare i genitori a chiudere gli ultimi scatoloni - afferma sospirando mentre si siede sulla sdraio a fianco alla mia.

Io annuisco di nuovo, in silenzio, rivolgendo lo sguardo al cielo.

- Sei giù anche tu per la partenza, vero? - continua poi lei, assumendo la mia stessa posizione.

- Molto - mi limito a dire girandomi verso di lei.

- Quest'anno è ancora più difficile, non lasciamo solo il nostro adorato villaggio.. Ma anche due persone strepitose. - sussurra più a se stessa che a me.

"Ci vediamo tra nove mesi." Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora