L'UNICO LIMITE SEI TU-

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Sono sdraiata sul mio letto sto fissando il display spento del mio telefonino con la convinzione di essere una delle persone più sole al mondo.

Sentirsi soli e non apprezzati è una delle cose più brutte che una ventenne può provare, sentirsi un po così, dimenticati dal resto del mondo, quel mondo che gira e non si ferma neanche un momento,che se ne frega di come ti senti o di cosa vuoi, quel mondo che se cadi non ti porge la mano per rialzarti ma ti passa sopra.

Probabilmente sono troppo pessimista, questa è una delle tante cose che ho ereditato da mia madre.

Mia madre è una delle persone più insicure e ansiose che conosco, è la classica donna che si fa sopraffare dalla paura. Paura di essere sola.

Mi vede stesa sul letto e si avvicina come fa ogni sera al mio letto sedendosi sul lato destro.

-<< Che hai?>>-

<< Niente, stavo pensando a una cosa che mi è successa oggi>> le rispondo accennando un piccolo sorriso che dietro nasconde un centinaio di lacrime.

Insiste << Dai dimmi che succede.>>

Credo che nessuno più di una madre sia capace di capire i propri figli, è come se ci fosse un legame indescrivibile che lega una madre e un figlio, un legame che si crea da quando i due corpi si uniscono dalla gravidanza, un po come quelle leggende giapponesi che raccontano che il destino di ognuno di noi è legato da un filo rosso che congiunge le persone.

<< Veramente niente>> le sorrido.

Vedo nei suoi occhi che ha capito che c'è qualcosa che non va ma non insiste più.

<< Va bene, allora vado a dormire buonanotte>> si alza e se ne va in camera sua.

Accendo la tv come ogni sera e digito il numero 68, programma musicale. Penso che la musica aiuti davvero le persone a sentirsi meglio, è come se riuscisse a trovare le esatte parole di cosa provi in quel preciso istante.

A volte la musica ti salva come nessuno riesce mai, è il mio piccolo angolo di gioia quotidiano.

Guardo un po' di video musicali e penso alla mia vita e a come vorrei che fosse.

Ho terminato gli studi da due anni e ho provato ad andare all'università ma ho sempre avuto l'impressione che non era veramente il futuro che desideravo, perciò tra piagnistei e urla dopo un anno l'ho definitivamente abbandonata. Sono stata molto male quando ho annunciato questa decisione ai miei genitori, mi sono sentita una vera fallita e ho davvero sentito di averli delusi. Sopratutto mi sono sentita in colpa per tutti i sacrifici che mio padre ha affrontato per pagare le tasse e tutto il resto. E' stato un anno difficile per tutti.

La situazione è rimasta invariata da allora, io mi sento ancora un eterna fallita che non sa cosa vuole dalla vita e continuo a sapere che li sto deludendo.

Ho sempre sperato arrivasse qualcuno che mi aiutasse a capire cosa c'è che non va in me e mi spiegasse perché mi sento così male, come se mancasse l'aria e non ci fosse più ossigeno nella stanza in cui mi trovo, come se la stessa stanza fosse troppo piccola per me e tutte le persone che mi circondano.

Purtroppo si dice che " Chi di speranza vive disperato muore" insomma se non ci pensi tu a te stesso non ci penserà nessun' altro.

Penso che una delle cose più brutte nella vita è non sapere cosa vuoi da te stesso.

Si dice che ognuno di noi ha un talento o una dota nascosta, c'è chi lo scopre subito e parte già avvantaggiato e chi ha bisogno di tempo per capirlo, personalmente penso di essere fuori da entrambe le categorie, io non ho proprio nessun talento o dote nascosta, le cose che mi riescono sono mediocri e mai perfette, mi chiedo perché non posso essere come tutti gli altri, così spontanei e capaci ma allo stesso tempo perfetti.

L'AMORE SI MUOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora