Capitolo 12

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Entrai in casa, stavano già tutti cenando, poiché nel pomeriggio ero andata a farmi un giro, mi stavo per scusare per il ritardo quando a tavola vidi anche mia madre, una ragazza, credo Chiara, e David.
Stavano ridendo e scherzando, che nemmeno mi sentirono nè mi videro; pensai di andare di soppiatto di sopra, ma sfortunatamente avevo un cugino con un udito sviluppato.
"Maaar!" urlò e tutti si girarono verso di me e mi salutarono invitandomi a cenare con loro.
"No grazie, non ho fame" dissi avvicinandomi al tavolo.
"Beh fatti tuoi, ma almeno stai qui con noi"
Grazie papà, grazie davvero.
Mi sedetti, ascoltando i loro stupidi discorsi da adulti e rispondendo alle domande che facevano.
E vedendo Chiara da più vicino, era proprio la ragazza che mi osservava dopo che fossi uscita da scuola, ma decisi di lasciar perdere.
"Dove lo hai lasciato il tuo ragazzo?"
"Mamma ti ho già detto che non è il mio ragazzo!"
"Il suo ragazzo si chiama Derek!"
intervenne papà, ovviamente non facendosi mai gli affari suoi.
Bloccai subito le fantasie di mia mamma e dissi "non più"
Ma nessuno mi chiese il motivo, meglio, non avrei saputo rispondere, gli altri dicevano che lo aveva fatto per proteggermi, ma secondo me c'era di più sotto, o semplicemente ero troppo paranoica.
"Hale?"
"Sì, Chiara" dissi sorridendole.
"Ho un corso con lui domani! mi pare chimica" subito dopo Scott si informò su che corsi avesse, e per ora ne avevamo solo uno in comune, mentre con Scott non ne aveva nemmeno uno.
Quindi avevano intenzione di rimanere per un bel po', visto che Chiara è già iscritta a scuola.
Tutti gli ospiti quella sera avrebbero dormito a casa, e ciò non so se mi piaceva o meno; l'idea di averli qua, e di avere segreti così grandi con loro...con papà era diverso, anche se glielo avrei detto non ci avrebbe creduto.
Ma a papà andava bene, e se era felice lui, lo ero anche io.
La mattina seguente andammo tutti e tre a scuola a piedi, alla prima ora Chiara aveva il corso di storia perciò dopo avergli presentato tutti, l'accompagnai dal preside, dopo di che le feci fare un breve giro della scuola benché fui incaricata dal preside stesso.
Intanto parlavamo del più e del meno, era simpatica e avevano parecchie cose in comune, per esempio odiavamo la matematica ma amavamo la psicologia. Infine l'accompagnai in classe, dove aveva il corso di chimica insieme a Derek.
"Com'è?"
"Cosa?"
"Derek. Appena te l'ho nominato i tuoi occhi si sono illuminati"
"È solo un cretino" le risposi sorridendole.
L'abbracciai dandoci appuntamento fuori da scuola alla fine delle lezioni, poi andai nella mia classe.
Appena suonò l'ultima campanella, mi precipitai fuori dalla scuola, aspettai 5 minuti ma Chiara non arrivava.
Non ero una persona molto paziente, perciò decisi di entrare e mi diressi verso l'aula di storia dell'arte, dove lei aveva dovuto avere l'ultima ora di lezione.
In corridoio non c'era nessuno, in un'aula intravidi solo il professore Yukimura, padre di Kira.
Nella stanza accanto, entrai piano piano, prima che mi sarei beccata qualche prof, vidi Chiara parlare con un ragazzo, era in piedi con dei libri in mano, che avrà dovuto poggiare nell'armadietto, e i capelli che le cadevano sulle spalle, mentre lui era seduto che le parlava, sembrava che nemmeno avessero sentito la campanella.
Guardando bene il ragazzo, era qualcuno di familiare, così entrai, ma il mio occhio cadde su di lui. Era poco più distante da loro, e li ascoltava, senza fiatare.
"Ehi!" mi salutò Derek, così che Chiara e il ragazzo, si girarono verso di me; sorrisi ma non risposi.
"Scusami, arrivo subito" mi avvisò Chiara.
"Ciao Aiden" disse e baciò sulla guancia il ragazzo, facendola diventare un po' rossa sulle guance.
Derek mi venne vicino, così vicino che feci fatica ad avere le sue labbra così vicine a me e non poterle baciare.
"Senti, mi aiuteresti in psicologia?"
"Ma ti pare?"
"Ti prego, ti scongiuro"
non riuscì a rifiutare.
"A casa mia o casa tua?"
"Mia, alle 4 di domani" risposi.
Uscì dall'aula con Chiara e dopo averla accompagnata agli armadietti, ci avviamo verso casa.
Su Aiden le avrei chiesto più tardi, ora non riuscivo a pensare ad altro che a lui, agli occhi dolci che mi aveva fatto, e al sorriso dopo che ho accettato.
Ero immersa nei miei pensieri, e anche Chiara, anche perché non ci rivolgemmo parola, quando all'improvviso mi ritrovai a terra, con una fitta allucinante al fianco sinistro e con il mal di testa che sembrava mi stesse per scoppiare la testa; riuscivo solamente a sentire Chiara, che da quanto capivo era abbastanza spaventata e mentre chiamava i soccorsi piangeva.
Poi buio.

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